Avrei voluto raccontare alcuni piacevoli momenti delle mie recenti ferie. Lo farò, perché la vita non è solo problemi, miseria e schifezze. Tuttavia, l'aver ascoltato al TG di Sky il discorso che il signor Marchionne ha rivolto alla platea presente al meeting di Comunione e Liberazione di Rimini, mi obbliga a rimandare perché, purtroppo, è necessario riflettere sulle parole pronunciate dallo stesso e scongiurare, finché siamo in tempo, che la vita diventi veramente un tremendo susseguirsi di problemi, miseria e schifezze!
Cosa ha detto il signor Marchionne? Il testo integrale dell'intervento, lo trovate all'indirizzo che ho indicato alla fine di questo post e consiglio di leggerlo tutto, attentamente. Sicuramente non vi lascerà indifferenti! Soprattutto la prima parte, quella riguardante la storia "personale" dello stesso. Ricorda un'altra storia, circolata in milioni di copie più o meno una quindicina di anni fa, raccontata da uno che decise di "scendere in campo" per il nostro bene! Personaggi accumunati da un'infanzia difficile, travagliata, sofferta! Salvo poi, oggi, essere tra gli uomini più potenti e rapaci del pianeta! Se in gioventù avessero fatto ricorso ad un buon analista, probabilmente noi oggi non staremmo qua a discutere ma, soprattutto, a preoccuparci del nostro futuro!
Non voglio soffermarmi sulle "esperienze" personali del signor Marchionne perché sono soggettive. Tuttavia, leggendo bene il testo del suo intervento, ci si renderà conto che, pur negandolo, le propina come oggettive: verità inconfutabili distribuite a piene mani alla "platea di giovani" a cui lui si rivolge e che, se qualcuno ha seguito l'intervento in diretta, applaude convinta e con entusiasmo. Entusiasta di che, poi, è da capire: se quei giovani si soffermassero ad immaginare il loro futuro, se capissero veramente cos'è il futuro che prospetta a noi tutti il signor Marchionne, proverebbero terrore!
Sorvolo anche, e volentieri, sulla roboante presentazione del nuovo Gruppo Fiat, svolta a suon di citazioni e nomi importanti. L'occhio del padrone, ingrassa sempre il suo cavallo! Aver ricordato i complimenti di Obama o del vicepresidente americato, Joe Biden, per rafforzare agli occhi della platea il "Gruppo" ed il decantato progetto "Fabbrica Italia", aver perseverato con citazioni prese in prestito da Cesare Pavese, Hegel o da Macchiavelli è, da parte dello stesso, non solo un'infantile esercizio di "frasi fatte" ma anche un comodo modo per non dimostrare un bel nulla.
Voglio, invece, andare alla sostanza di quel discorso, sostanza che si intravede quando parla di "nuovi orizzonti", di "flessibilità" e quando, finalmente, parlando di Fiat afferma che "non c'è niente di straordinario nel voler adeguare il sistema di gestione a quello che succede a livello mondiale". L'esigenza espressa dal signor Marchionne è che i suoi stabilimenti in Italia "possano lavorare in modo affidabile, continuo e normale" perché il suo Gruppo "è l'unico disposto ad investire 20 miliardi di euro in Italia".
Eccolo il ricatto, mascherato dietro tante belle parole: dobbiamo scegliere tra la difesa dei diritti dei lavoratori, come quelli di Melfi e Pomigliano, ed i 20 miliardi di euro che loro dichiarano di voler investire nel nostro Paese! Sono questi i "nuovi orizzonti" e la "flessibilità" del signor Marchionne il quale, neanche tanto velatamente, ricorda che è sempre possibile delocalizzare la produzione in paesi meno costosi. Meno costosi, aggiungo io, in termini di sicurezza e difesa dei diritti dei lavoratori, diritti che riguardano anche quelli salariali.
Il signor Marchionne è ostinatamente vago nel dare spiegazioni sui fatti di Pomigliano e di Melfi ma quando afferma che "non siamo più negli anni 60 ed occorre abbandonare il modello di pensiero che vede una lotta fra capitale e lavoro, tra padroni ed operai" è di una chiarezza terribile: il suo obiettivo è scavalcare, definitivamente, il ruolo del sindacato e del Contratto Collettivo Nazionale! Scavalcare ogni garanzia conquistata, anche a costo della vita, dalle precedenti generazioni di lavoratori nonché l'unico sindacato che ancora prova a svolgere il suo lavoro, ovvero, tutelare i lavoratori: la Fiom. Non è un caso, infatti, che ringrazi pubblicamente coloro che hanno svenduto la classe operaia e lavoratrice agli industriali: Cisl e Uil.
Signor Marchionne, le conseguenze delle sue belle parole, delle citazioni dotte e della commovente storia personale che sicuramente hanno "incantato" la poco attenta platea dei ciellini, vengono vissute da persone in carne ed ossa! Lei fa finta di non scordarsene, affermando: "personalmente credo in un sistema che si faccia carico di riparare le conseguenze del funzionamento dei mercati e di sostenere coloro che sono colpiti dal cambiamento", ed aggiungendo che questo "è uno dei principali doveri che una società deve avere nei confronti dei propri cittadini". Tuttavia, le sue proposte da "amministratore" e la realtà della società in cui viviamo, dimostrano tutta l'ipocrisia nascosta nelle parole che pronuncia!
Basterebbe guardare con più attenzione a quello che sta succedendo a milioni di lavoratori nel nostro Paese, per rendersi conto della banalità ma, soprattutto, del vuoto contenuto nelle sue affermazioni. Basterebbe che lei pensasse a quanto è devastante, per un giovane, non poter progettare il proprio futuro, non poter sognare, non poter programmare, perché oggi chi vuole lavorare lo deve fare part time, a progetto, di 6 mesi in 6 mesi, senza garanzie, senza tutele e, se è fortunato, per un salario o uno stipendio di 800 euro al mese! Sono gli "amministratori" come lei che decidono tutto questo! Gli stessi che, ancora, licenziano, ricorrono alla cassa integrazione, delocalizzano... mettendo intere famiglie in ginocchio!
Lei, viene a chiedere a noi lavoratori maggior impegno e sacrificio: lei che ha reso difficile il futuro della mia generazione ed impossibile da immaginare quello della generazione che seguirà! Lei, dall'alto della sua esperienza, ha parlato della necessità di un "cambiamento"! Signor Marchionne, è il mondo che lei contribuisce a costruire che deve cambiare, no noi lavoratori! Il suo intento è chiaro: creare nuovi schiavi, marchiandoli a fuoco come si faceva in passato!
Pretendere di trovarci anche "consenzienti" mi sembra, francamente, presuntuoso da parte sua!
TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/economia/201008articoli/57964girata.asp