26/06/12

Tutti ar mare

Tutti ar mare, tutti ar mare a mostrà le chiappe chiare, co' li pesci, in mezzo all'onne, noi s'annamo a divertì... così Gabriella Ferri, nel lontano 1973, cantava la voglia dei romani (ma non solo) del mare e del divertimento. Erano gli anni della crisi energetica e del piano nazionale di "austerity economica"  varato dall'allora capo del governo Mariano Rumor che prevedeva, tra l'altro, il divieto di circolare in auto la domenica, la fine anticipata dei programmi televisivi e la riduzione dell'illuminazione stradale e commerciale. Sono passati quasi 40 anni, nel corso dei quali c'è stata la crisi economica degli anni 90 (iniziata alla fine degli anni 80), proseguita a fasi alterne fino al nuovo millennio ed esplosa ai giorni nostri. Nonostante tutto, la voglia di mare e divertimento, non ha abbandonato nè i romani nè gli italiani. Il divertimento.

E così, in una domenica d'estate dell'era Monti, dai 19 ai 22 milioni di italiani hanno tifato per l'Italia, a sua volta rappresentata da 11 tizi che vengono superpagati per correre dietro una palla. Si tratta dello share registrato da Rai1, RaiSport e RaiHD.

Tutti ar mare, tutti ar mare a mostrà le chiappe chiare, co' li pescicani in mezzo all'onne, noi s'annamo a divertì...

Lo so, la Ferri cantava "co' li pesci, in mezzo all'onne"... ma vorrei divertirmi anch'io!! Posso averlo un piccolo desiderio?

E questo, è il "divertimento" del giorno dopo:

A colazione:

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Per pranzo:

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A cena: 

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15/06/12

Autodifesa

Non sarà questione di giorni. Forse sfanghiamo l'estate. Forse. (a Roma, sfangare significa superare un evento anche se a fatica e con una certa dose di fortuna). Siamo tutti consapevoli, credo, che stiamo vivendo sospesi ad un filo sottile, prossimo a spezzarsi. Apro parentesi. E' buffo. Ci pensavo pochi giorni fa: non sarà il Comunismo ad "abbattere" il Capitalismo. Sarà lo stesso "sistema" a distruggersi perché, nella sua evoluzione moderna, ha perso ogni remora, limite, regola. Il capitalismo si è trasformato da parassita in parassitoide, se mi è consentito prendere a prestito alcuni comportamenti che si manifestano in natura. Mentre il parassita vive a spese dell'organismo ospitante, sottraendone nutrimento ma senza distruggerlo, il parassitoide ha un comportamento predatorio che, prima o poi, porta alla morte l'organismo ospitante. Oggi, assistiamo alla lenta morte di Stati sovrani e all'agonia di altri. Quando il parassitoide (leggi speculazione finanziaria) li avrà distrutti, perché quello sembra il destino ultimo, perirà con gli stessi per mancanza di "linfa vitale". C'è anche un'altra possibilità, quella che io auspico e preferisco: l'organismo Stato sovrano, finalmente cosciente del pericolo, sviluppa le giuste tossine per difendersi. Se guardo ai proponimenti ed all'operato di coloro che rappresentano la politica in alcuni Stati europei, confido in una qualche forma di salvezza. Se, invece, osservo ciò che accade, ancora e nonostante tutto, nel nostro Paese, dispero fortemente. Chiusa parentesi.

Dicevo che non sarà una questione di giorni ma, se va avanti come le cronache finanziarie e politiche ci raccontano, poco per la verità, il crollo del sistema monetario dell'Unione europea è sicuro. Se l'euro fallisce, sarà il panico e anche peggio. Già ora, se si prova a cercare qualche notizia di carattere economico e/o politico consultando i quotidiani diffusi in paesi come la Grecia o la Spagna, ci si rende conto che il panico è un fenomeno che si sta diffondendo, ben prima delle previste catastrofi. Ho seguito il consiglio fornito da Tina: consultare online i quotidiani stranieri, aiutandomi con il traduttore di google. Ciò che si scopre e che da noi non viene raccontato, ha dell'incredibile.

D'altronde, anche ciò che accade da noi, perché accade qualcosa, come un segnale, un avvertimento, viene accuratamente ignorato. O nascosto? E' di pochi giorni fa la notizia, da me trovata solamente su "il Fatto Quotidiano" dell'8 giugno, che Banca Network, un istituto che opera in rete e che già da tempo era commissariato dalla Banca d'Italia, ha improvvisamente e senza preavviso bloccato i depositi in conto corrente, lasciando i clienti senza soldi. Il motivo non sembra essere legato all'attuale crisi dell'euro ma a spese folli e speculazioni finanziarie sballate, di quell'istituto.

Tuttavia, siamo sicuri delle "nostre" solide banche, quelle nelle quali abbiamo depositato i nostri risparmi, accreditato lo stipendio o la pensione? Siamo sicuri degli investimenti speculativi che quell'istituto compie, soprattutto alla luce della realtà attuale? E se un giorno ci dovessimo trovare nella condizione dei clienti di Banca Network, con bollette o rate di mutuo da pagare e senza soldi perché il bancomat non funziona? E se un giorno l'euro saltasse?

Ho affermato che ci sarà panico e mi pare ovvio. A meno che, ed è quello che credo io, non si arrivi "preparati" a quel momento. C'è da sperare che coloro che governano il Paese, perché solo sperare è possibile considerata la classe politica che ci ritroviamo, abbiano pianificato un "piano di emergenza" capace di limitare al minimo i disagi per l'intero Paese. Tuttavia, personalmente ho sempre pensato che "chi di speranza vive, disperato muore". Quindi, meglio tutelarsi da soli.

Ecco allora l'idea, aperta al contributo di tutti, di provare a programmare una strategia di difesa personale, utile a limitare i danni nella neanche tanto ipotetica possibilità che, prossimamente, crolli l'assurdo sistema economico basato sull'euro. La cosa più ovvia, e questa la ricordo io, è quella di evitare l'accumulo di risparmi su un conto corrente, quanto meno per non vederseli bloccati come è accaduto ai clienti di Banca Netword. Già c'è chi, mi è stato confidato poche sere fa durante una discussione, si tiene i soldi in casa o in cassette di sicurezza. Queste ultime, pare che ultimamente vadano "a ruba" e comincino ad essere introvabili! Non sono cifre astronomiche, parliamo di 5-6mila euro che ancora sopravvivevano su un conto corrente bancario e che, probabilmente, si possono tenere in casa con un certo margine di sicurezza. Sempre nel corso di quella discussione, c'è stato chi ha suggerito di assicurarsi una scorta di "viveri", magari di quelli a lunga durata e inscatolati, che ci eviti di dover improvvisamente assaltare negozi e magazzini, in cerca di cibo.

E poi?

08/06/12

Lacrime di coccodrillo

Rompo momentaneamente il silenzio che mi ero imposto, sui fatti accaduti in Emilia in queste ultime settimane. Come feci per il terremoto in Abruzzo, avevo deciso di far passare la "buriana" mediatica, l'indecoroso spettacolo delle passerelle politiche e il fragoroso cianciare di individui più o meno esperti perché poi, una volta piombato il silenzio sul tutto, come sempre avviene nel nostro Paese in questi frangenti, avrei proposto alcune riflessioni. Tuttavia, una notizia ha attratto la mia attenzione e di stare zitto, proprio non ce la faccio.

Ho letto che il nostro esimio e molto discutibile Presidente Napolitano, oggi è andato a far visita ai terremotati emiliani. Vi chiederete cosa ci sia di strano! C'è che ha fatto alcune affermazioni che, una volta lette, hanno provocato in me un'irrefrenabile conato di vomito! Sono fatto così! Quando leggo certe notizie, a differenza di Zac che sputa sul video o di Tina che lo vorrebbe sfasciare, a me vengono i conati di vomito.

Leggo che a Mirandola si è "commosso". Mi pare che ultimamente sia facile preda della commozione! Eppure, col manga che si è commosso quando il sobrio governo da lui architettato ha asfaltato lavoratori e pensionati con provvedimenti che hanno fatto sprofondare, gli stessi, nella disperazione più atroce, con l'unica certezza di una rapida discesa verso la povertà e dell'assenza totale di un futuro! Ricordo molto bene la commozione di nostra signora la ministra che piange, il Giuda donna che sta distruggendo le poche residue tutele che garantivano un minimo di dignità ai lavoratori! Ma lui non ha versato neanche una lacrima sottoscrivendo le stesse! Ma non è la sua "commozione" ad aver sollecitato i miei conati. Un tantinello di schifo, si. I conati, sono arrivati dopo.

Dopo, quando ho letto che il Presidente, rivolto alla folla dei terremotati, ha promesso "Darò la sveglia a chi vi dimentica"! A questo punto, la nausea è stata insopportabile, il voltastomaco irrefrenabile. Perché?

Mi ricordo che il Napolitano fece, più o meno, le stesse affermazioni il 9 aprile 2009, in visita nei luoghi dell'Abruzzo colpiti dal terremoto, i morti ancora sotto le macerie e migliaia di aquilani senza più un futuro. Con il suo bel caschetto da pompiere, 3 giorni dopo quell'immane tragedia fece la sua passerella, si commosse e, udite udite, assicurò "non vi dimenticheremo".

Oggi, a tre anni da quell'evento, gli aquilani sono ancora nella merda, dimenticati dal Paese intero ma, soprattutto, dalla politica e dalle istituzioni di cui lui, il Presidente della Repubblica, è il massimo rappresentante.

Ho letto anche, con piacere, che qualche fischio se l'è beccato! Gli è andata di lusso. Fossi stato in loro, nei terremotati emiliani, altro che fischi!

Torno al mio silenzio. Ne riparleremo tra qualche mese!