27/02/12

Sobri & furbetti

Il nostro sobrio Presidente prima se la dimentica, poi la introduce con un emendamento del Governo al decreto sulle liberalizzazioni. Parlo dell'imu sugli immobili di proprietà del Vaticano. I criteri seguiti prevedono, a partire da gennaio 2013, l'esenzione per gli immobili nei quali si svolge in modo esclusivo un'attività non commerciale; l'abrogazione immediata delle norme che prevedono l'esenzione per immobili dove l'attività non commerciale non sia esclusiva ma solo prevalente; l'esenzione limitata alla sola frazione di unità nella quale si svolga l'attività di natura non commerciale; l'introduzione di un meccanismo di dichiarazione vincolata a direttive rigorose stabilite dal ministro dell'Economia e delle finanze circa l'individuazione del rapporto proporzionale tra attività commerciali e non commerciali, esercitate all'interno di uno stesso immobile.

E loro, i preti, che fanno? Protestano! Ma non solo loro! Anche tra quei lavativi che siedono in Parlamento si sono levate voci di protesta. Un bel campionario di tonache e di politicanti di destra e di sinistra su cui riflettere che trovate elencato negli articoli de' "il Fatto Quotidiano" e de' "la Repubblica" che vi invito a leggere. A me interessa, invece, ricordare alcuni particolari di tutta la questione "soldoni" che dalle tasche nostre, per esempio di quelli a stipendio "bloccato" fino al 2014, passano allo Stato Vaticano.

Intanto, togliamoci dalla testa che il nostro sobrio Presidente del Consiglio abbia introdotto l'imu anche per gli immobili di proprietà del clero, per un principio di "equità" nel distribuire i famosi "sacrifici". Barzellette, come le tante raccontate fino ad oggi. C'è, invece, la necessità di non incorrere in ulteriori sanzioni, leggi multe salatissime, da parte dell'Unione europea che, tempo fa, ha avviato una "procedura di infrazione" nei confronti dello Stato italiano, per sgravi fiscali riconosciuti allo Stato Vaticano che si configurano come aiuti di Stato.

Sappiate che se quella procedura andasse avanti e se la Commissione europea continuasse a tenere la linea dura seguita fino ad ora, a maggio l'Italia potrebbe essere obbligata ad eliminare il regime fiscale agevolato ed a recuperare l'imposta (ici) non pagata dalla Chiesa a partire dal 2005. Ben 7 anni di arretrati che il Vaticano sarebbe obbligato a pagare. Se, invece, l'emendamento del sobrio Presidente del Consiglio verrà approvato in tempi brevi, l'intera procedura d'infrazione dovrebbe arrestarsi e la Santa Sede non sarebbe costretta a pagare nulla di quanto dovuto in passato. Amen.

Poi, ad ulteriore conferma che nei provvedimenti del sobrio Governo non c'è nulla di "equo" sappiate che, se pagherà, e metteteci un grosso punto interrogativo, la Chiesa lo farà a partire dal 2013 e non "da subito" come tutti noi. Per il 2012, possiamo anche fare a meno di centinaia di migliaia di euro di imposte, tanto pagano comunque i soliti fessi: noi. Amen pure qua.

Ancora: c'è il problema degli immobili che non sono destinati esclusivamente ad attività commerciali. Ovviamente, l'imu verrà pagata solamente sulla porzione "commerciale". Mi pare sacrosanto. Qual'è il problema? Che siccome nessuno, agli uffici del catasto dei comuni, sa quali siano queste "porzioni" e siccome un censimento delle proprietà vaticane non è mai stato fatto perché il Vaticano "non vuole", si ricorrerà ad una "autocertificazione" del proprietario, cioè di colui che dovrà pagare. In un Paese di piccoli e grandi furbi (leggi farabutti), la Chiesa non è l'eccezione, anzi! Chi controllerà, dopo? Dovrebbero farlo i comuni interessati ma basta guardare a come hanno reagito i nostri "politicanti" all'annuncio dell'emendamento del Governo e fare.... uno più uno.

Infine, non fatevi infinocchiare! L'imu è solo una parte dell'enorme flusso di finanziamenti che lo Stato italiano trasferisce allo Stato Vaticano. Del resto di quei "6.086.565.703 di euro l'anno" non se ne parla di "tagliare" ulteriormente o, meglio ancora, abrogare! Nonostante non sia per nulla scongiurato che anche noi si faccia la fine della Grecia.

Amen e fine (per ora).

18/02/12

Non capisco

Non capisco! Per riformare il sistema pensionistico italiano ci sono volute più o meno due settimane. Al nostro sobrio governo di tecnici, sono bastate due settimane per far trovare, sotto l'albero di natale, il futuro stravolto a milioni di lavoratori. Non capisco ancora: per "sistemare" i nostri conti e, soprattutto, far felici le banche e tutti gli squali che nuotano in borsa, al nostro sobrio governo di tecnici sono bastate un paio di settimane. Un paio di settimane e milioni di italiani, sempre sotto a quel fottutissimo albero di natale, hanno trovato imposte nuove come l'i.m.u. e tasse ed accise di ogni tipo, aumentate.

12/02/12

Ci siamo distratti

Con che c'eravamo distratti stavolta? Ah si, con la neve! Penosa dimostrazione che non siamo affatto un Paese moderno e industrializzato come amiamo definirci! Potrei proporre una lunga riflessione su ciò che è accaduto in questi ultimi due fine settimana di "eventi metereologici eccezionali". Di "eventi" c'è stata l'ennesima conferma della nostra inettitudine e incapacità a fronteggiare qualsiasi accadimento, dal più semplice al più complesso, che coinvolga il nostro territorio e gli individui che vi stanziano. Nulla di "eccezionale", insomma! Tuttavia, c'è già chi ha proposto una riflessione sulle "carenze del sistema italiano" e sull'interpretazione di fenomeni metereologici che bisognerebbe capire se "eccezionali o di tendenza". L'ho ampiamente condivisa e, quindi, è inutile che ripeta concetti già diffusi da altri. Invito a leggere il post "Ma che freddo fa!" dell'amica blogger Loretta Dalola ed a meditare.

riforma del lavoro, manovra economica, presidente del consiglio, obama, america, wall street, finanza, economia, riforma, presidente della repubblica, dotazione finanziaria, bilancio previsione, grecia, spagna, unione europeaC'eravamo distratti con la neve e, intanto, quella gran troika "Fmi, Bce e Ue", sta facendo carne trita del popolo greco, complice la premier teutonica che dell'Unione europea se ne fotte e vuole solamente difendere gli interessi commerciali e finanziari tedeschi in giro per il mondo. Sembra stia già pensando al "dopo euro", stipulando trattati con Russia, Cina e Kazakhstan per l'approvvigionamento di materie prime strategiche e futuri scambi commerciali. Sempre su richiesta di quella gran troika di cui sopra, in Spagna hanno approvato, per decreto, il "licenziamento facile". Quello che avverrà da noi prossimamente, con l'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. In Grecia e in Spagna i lavoratori sono scesi in piazza ma sono stati bastonati ben bene dalla polizia. Quello che avverrà anche da noi, a breve. C'è una costante che accumuna alcuni popoli europei: tra loro ed il potere politico, ci sono una gran quantità di poliziotti in tenuta antisommossa.

Il nostro sobrio Presidente del Consiglio è volato in America ed ha incontrato Obama. Andava riabilitata, agli occhi di quel Paese, l'immagine della nostra classe di governo, sprofondata nella merda grazie al pagliaccio che governava precedentemente ed ai suoi improponibili ministri. Tutto sommato, non ho obiezioni da fare. Però, ha incontrato anche gli operatori finanziari di Wall Street e questo lo capisco un po meno, anzi non lo capisco affatto. Gli ha detto che "il sistema Italia è di nuovo affidabile e gli investitori che fino a poco tempo fa scommettevano contro di noi possono serenamente tornare a scommettere su di noi". Scommettere contro o per noi? Ma stiamo parlando di un Paese dove vivono esseri umani in carne ed ossa o cosa? E perché ci rivolgiamo a quelli che hanno fatto sprofondare il mondo nella crisi in cui siamo? Non capisco!

In Parlamento è arrivato il decreto sulle "privatizzazioni" e quei farabutti, faccendieri, nullafacenti, inetti e incapaci che vi siedono hanno presentato ben 2400 emendamenti per modificare lo stesso. Insomma, per difendere gli interessi delle "lobby" che rappresentano. Considerato che quando si è trattato di bloccare gli stipendi dei dipendenti pubblici, di stravolgere il sistema pensionistico, di aumentare le tasse ai lavoratori ed ai pensionati non si sono "sbattuti" per niente, mi ricorderò di tutti loro quando andremo nuovamente a votare. Tutti, dalla "A alla Z". E chi non se lo ricorderà, che un accidente lo colga!

Quasi dimenticavo! Il nostro resuscitato Presidente della Repubblica ci fa sapere che anche per quest'anno prevede di spendere come per il 2008! Le uscite complessive del Quirinale, previste per il 2012, ammontano a 245,3 milioni di euro a fronte di un'inflazione che, dal 2008, ha già raggiunto l'8,4 per cento. Promette che sarà così anche nel 2013 ma che a partire dal 2014 il fondo di dotazione non potrà essere ulteriormente bloccato, anche in considerazione dell'inflazione.

Mi sento più fiducioso nel mio futuro, allora! Spero si ricordi che anche il mio stipendio è fermo al valore del 2009 e che rimarrà così fino al 2014, nonostante quell'accidente di inflazione. Proverò a sopravvivere ma se nel 2014 l'esimio Presidente della Repubblica si ricordasse anche dei nostri stipendi, soggetti all'inflazione quanto la sua dotazione, sbloccandoli, sarei veramente grato allo stesso!

Che dite, se ne ricorderà?

07/02/12

Il grande freddo

freddo,qualità della vita,dignità,tecnologia,stufa,elettricità,gas,metano,lavatoio,utilitaria,popolare,quartiere popolareUn ricordo che rimane nitido nonostante il trascorrere del tempo e che, probabilmente, è anche il motivo di una profonda avversione per il freddo, risale alla primissima infanzia. Era la fine degli anni 50 e vivevo in una zona popolare, in un piccolo appartamento all'ultimo piano di un vecchio palazzo, forse dei primi del 900, senza ascensore. Non era l'unica cosa che allora mancava: il telefono era un apparecchio di quelli neri ed enormi che funzionava su una linea telefonica "duplex" ovvero una linea che si condivideva con un altro abbonato. Se si usava il telefono, era buona creanza farlo per breve tempo perché, nel frattempo, l'altro utente aveva l'apparecchio isolato e se ne avesse avuto bisogno non l'avrebbe potuto usare ne per chiamare ne per ricevere telefonate.

L'acqua arrivava da "cassoni" situati sulla terrazza del palazzo, nei quali veniva immagazzinata e poi distribuita in tutti gli appartamenti. D'estate, mancava sovente. La terrazza era anche il luogo dove c'erano i lavatoi, vasche apposite dove le donne, a turno, andavano a fare il bucato a mano, poi steso ad asciugare nello stesso luogo. Non c'era neanche il gas, il metano come lo conosciamo oggi, ma si usavano le "bombole" che, periodicamente, l'omino ti portava in casa per sostituire quella esaurita. Serviva per cucinare e riscaldare l'acqua perché, ovviamente, non c'era lo scaldabagno, neanche elettrico. Non c'era la doccia però avevamo una vasca in metallo, una specie di tinozza, da riempire con pentole e pentole d'acqua bollente. Il bagno, come la carne, una volta a settimana. Non c'erano i termosifoni però c'era una stufa che funzionava con bombole a gas e, qualche anno dopo, anche una elettrica. Insufficienti, nonostante casa fosse piccola. Con 15 lire compravi una bella "pizzetta rossa" con cui fare colazione, a scuola.

Il freddo d'inverno! Una sensazione che è rimasta nei ricordi, indelebile. Ci si difendeva: si stava quasi sempre in cucina, la stanza più calda di casa. Il momento tremendo arrivava la sera, quando si doveva lasciare quell'angolo caldo e raggiungere il letto. Si indossavano pigiami pesantissimi e, poi, c'erano le scarpette ed i cappucci da notte, quelli di lana che venivano realizzati in casa. Insomma, si dormiva vestiti. La "sacca dell'acqua calda" era un altro sistema per riscaldarsi nel letto, prima di addormentarsi. Eppure, ricordo il freddo.

Le "meraviglie tecnologiche" iniziarono ad arrivare anni dopo, superata la metà degli anni 60 ed agli inizi degli anni 70. Probabilmente, anche per una migliore condizione economica familiare. I miei, erano migranti. Scaldabagno elettrico, acqua calda dai rubinetti e da una doccia, stufe a gas ed elettriche. Poi un appartamento di un istituto popolare, in un nuovo quartiere popolare, dotato di impianto a gas e termosifoni collegati ad una caldaia a petrolio, condivisa con il condominio. Il telefono, non era più un "duplex". Una piccola utilitaria per la famiglia. L'istituto superiore da frequentare. Insomma, il benessere con cui si costruiva, pian piano, la "qualità della vita". Anche se vissuta in quartieri, per definizione, popolari. La "qualità della vita" era lo specchio della dignità degli individui. Credo.

E' passato poco più di mezzo secolo da quando vivevo in una zona popolare e rammentarla, oggi, mi sembra un'epoca lontana, difficile, dura. Credo di aver percorso la mia strada sempre alla ricerca di una "qualità della vita" che mi consentisse di  condurre una vita relativamente serena e soddisfacente ma, soprattutto, nella quale non avrei ripetuto l'esperienza di soffrire "il freddo". Credo anche di esserci riuscito. Mi sono allontanato dai quartieri "popolari" ma non li ho dimenticati. Ho un lavoro, di quelli "sicuri" perché ti garantiscono un reddito. Ho lavorato da sempre, avevo 16 anni, anche tanto e duramente, pur di raggiungere i miei obiettivi. Credo di averli raggiunti.

Eppure, oggi, guardo a cosa sta accadendo intorno a me e sento un gran freddo. Non è fisico come accadeva tanti anni fa ma il malessere che procura è lo stesso.

02/02/12

Senatore (a vita)

Vede Senatore (a vita) Lei non mi è stato simpatico fin dal primo momento. Più passa il tempo e più mi convinco che la prima impressione che ho avuto non era sbagliata. Lo so bene che per Lei è ininfluente. D'altronde, come potrebbe esserlo, Lei che con sobria e compassata freddezza ha stravolto la vita quotidiana e futura di milioni di lavoratori e di italiani? Lei ha una missione da compiere che non prevede di valutare, ponderare, considerare la vita degli individui, figuriamoci le impressioni della gente comune. Ne sono cosciente ed è per questo che mi procura un deciso fastidio sentirle motivare le sue decisioni come "utili al bene degli italiani". Utili ai suoi amici dell'alta finanza, sicuramente. Il bene degli italiani, se fosse tra i suoi orizzonti, l'avrebbe fatta agire in ben altro modo.

Vede Senatore (a vita), la sua ultima uscita sulla "monotonia del lavoro fisso" non mi meraviglia come è successo ad altri. La ritengo perfettamente coerente con la sua visione del mondo. Casomai, mi disturba lo stupore di coloro che, affascinati dalla sua sobrietà e compostezza, ripongono in Lei una fiducia più o meno sconfinata ed hanno accettato che Lei facesse, delle loro vite, anche carne trita.

Erano talmente affascinati dalla sua sobrietà che non hanno notato quanta fredda perfidia c'era dietro la sua compostezza. Lei è riuscito a stravolgere l'obiettivo di ogni lavoratore: la pensione. Perché vede, è probabile che a Lei sfugga, chi lavora lo fa per vivere e non viceversa. Chi lavora veramente, e non sono coloro che la circondano, spera di arrivare velocemente a quell'obiettivo perché è da quel momento che può permettersi di vivere veramente, senza l'assillo di atroci sveglie al mattino, di corse nel traffico caotico delle nostre città, di vivere in uffici malsani, di sopportare dirigenti inetti e disonesti, di fare un lavoro che in genere non piace. Lei, invece, li ha condannati non solo a prolungare questa condanna ancora per anni ma a non vivere serenamente una vecchiaia che, alla soglia dei 70 anni, offrirà meno opportunità. Anche economiche, perché anche quelle Lei ha modificato, deprimendole.

La sua perfidia, non colta da molti, troppi, si è spinta fino all'atroce: tutti pronti a stimarla per aver "salvato" i pensionati che vivono con meno di 1400 euro al mese, garantendo loro l'indicizzazione delle pensioni. Tuttavia, si sono scordati di rammentare che nulla ha fatto per quei dipendenti pubblici che vivono con reddito inferiore o pari a 1400 euro al mese e che hanno lo stipendio "bloccato"  fino al 2014. Stipendio che non ha subito "indicizzazioni" già nel 2010 e nel 2011. Stipendi massacrati dalla manovra sua e del suo predecessore, al pari delle pensioni "salvate". Si sa, questo è un Paese in cui la memoria difetta. Ma lei ha anche un'altra fortuna: non governa un popolo ma una "massa". Come per i pochi partigiani che veramente combatterono il nazifascismo, in questo Paese il "popolo" si riduce a pochi individui.

Un'ultima cosa riguardo la sua ultima "uscita" vorrei esprimerla. Vede Senatore a vita (questa volta non è tra parentesi), Lei non può permettersi di dare consigli ai giovani circa il modo di gestire la loro vita, per un motivo molto semplice: Lei, quale Senatore "a vita", è l'ennesimo parassita che occuperà un posto sicuro "a vita", il Senato, gravando sulle tasche di quei giovani cui consiglia "dinamicità" lavorativa. Lei che nella vita ha accumulato incarichi su incarichi e stipendi su stipendi, sicuramente anche per capacità, non può dare consigli a coloro che uno straccio di lavoro non riescono a trovarlo, neanche se hanno capacità come le sue.

Ma, ripeto, Lei ha una sola fortuna: governare una massa.