10/01/19

Piccolo orto, meraviglia

Lo annunciai a luglio di due anni fa, quando iniziai a vangare un angolo del giardino. Ci lavorai il mese successivo, nonostante il caldo torrido. Quello che sarebbe diventato un orto, iniziò a prendere forma. Ad ottobre dello stesso anno, iniziai a mettere a dimora alcune piantine di ortaggi.

Agli inizi dello scorso anno feci un piccolo ampliamento, aggiungendo un'altra di quelle che chiamo vasche, ossia il contenitore del terriccio ottenuto da compostaggio, nel quale coltivo gli ortaggi. Inoltre realizzai l'impianto di irrigazione, assente in quel punto del giardino.


All'inizio della primavera la terza vasca fu destinata ai pomodori: acquistai piantine del classico San Marzano, del pomodoro Pantano e di quello Pachino. Inoltre avevo dei semi di pomodori "zebrino" e "cuore di bue toscano", dai quali ottenni altre piantine. Sui semi e sulle piantine in commercio ho scoperto alcune cose inquietanti che racconterò prossimamente.

Le altre due vasche furono destinate a piantine di peperoni, melanzane, cetrioli ed alcune varietà di lattuga. Nel corso dell'estate e dell'autunno ebbi una produzione di ortaggi talmente abbondante che pur consumandola in tre, congelandone una parte dopo adeguata cottura e regalandone a fratelli ed amici, avemmo difficoltà a mangiarla tutta.

Infine, lo scorso autunno ho piantato alcune varietà di cavolo, di finocchio e di bieta da costa. Siamo in inverno e c'è rimasto ben poco. Al freddo di questa stagione resistono solo alcune varietà di cavolo, sempre sperando che la temperatura non vada troppo sotto lo zero termico. Quindi questo per me è un momento di riposo, visto che anche il giardino richiede meno cure.

Agli inizi di marzo si ricomincia... ma questa è un'altra storia.

5 commenti:

  1. Magnifico. E poi a me i cavoli piacciono tutti. Verze, broccoli, neri, cavolini di Bruxelles, cavolfiori. Cotti in mille maniere come questi.

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  2. La fatica, si? Ma questo lavoro sacro, antico, quanto ci fa bene?!

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  3. Anche tu nel gorgo delle zucchine!
    Mio padre ha un orto.
    I parenti ormai non gli aprono più la porta per paura che, assieme a lui, si palesi anche la temutissima cassetta di zucchine.
    C'è da dire che mio padre gestisce l'orto con lo sguardo modesto del latifondista. Nel suo orto, assieme al resto, vivono anche centocinquanta viti.
    Occhio!

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  4. questo è il classico ritorno all'agricoltura

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  5. xpisp(Stefano)16/01/19, 09:21

    Credo che in molti dovrebbero guardare il tuo orto come esempio di vita.
    In un mondo dove ieri ci aspettiamo i risultati di ciò che è stato fatto oggi, rendersi conto che invece per avere buoni risultati bisogna prima lavorare con metodo potrebbe aprire alcune menti.

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