Sembra proprio che Adro, paesino dove la "tradizione e la cultura" padana sono difesi da un sindaco leghista, ma non solo, torni ciclicamente agli onori, si fa per dire, della cronaca. Dopo la "mensa scolastica" sospesa ai bambini le cui famiglie erano morose, guarda caso prevalentemente "straniere", oggi è la volta della scuola pubblica "addobbata" con il simbolo del partito leghista!
Per fortuna viviamo ancora in un Paese dove qualcuno riesce a scandalizzarsi, pochi per la verità. Quindi, come avvenne per la mensa negata, anche per il simbolo leghista c'è stata una discreta "sollevazione popolare"! Però, mentre la prima storia fu aspramente criticata in gran parte del Paese e difesa, invece, da tanti cittadini di Adro, in questo caso sono proprio questi ultimi ad essersi "ribellati" per primi, seguiti da quella parte del Paese che rifiuta di chiudere gli occhi (ma anche tapparsi le orecchie e disconnettere il cervello).
Tutta la vicenda offre alcuni spunti di riflessione, ben nascosti dietro le parole espresse da quei genitori di Adro che hanno contestato l'iniziativa del Sindaco. Per capire a cosa mi riferisco, è necessario aver "ascoltato" attentamente le proteste degli stessi ma anche di parte dell'opinione pubblica e della "politica". Dissenso sacrosanto quello dei "genitori" che, tuttavia, costituisce un precedente che non va affatto dimenticato, soprattutto quando si discute di "simboli"!
Quali sono le proteste dei genitori di Adro? Leggendo ciò che riportano i giornali oppure ascoltando i servizi dei TG, scopriamo che c'è chi afferma "...con i bambini non si scherza..." e chi sostiene che "... la politica non è un argomento che va affrontato a scuola...". Ancora, c'è chi dichiara "... non voglio che mio figlio frequenti una scuola marchiata dalla politica e, quindi , siccome sono un cittadino italiano che paga regolarmente le tasse, chiedo che mi venga riconosciuto questo diritto..." e chi sostiene "... non voglio che mio figlio frequenti una scuola caratterizzata da loghi di partito e, quindi, aspetto che le Istituzioni ripuliscano tutto..."
Ancora più interessante è la lettera che il dirigente scolastico di quell'istituto ha inviato al Sindaco in questione, citata da alcuni giornalacci "comunisti", con la quale lo stesso dirigente, attraverso un complesso "giro di parole" necessarie a non urtare la suscettibilità leghista del "primo cittadino", chiede la rimozione del simbolo, scrivendo tra l'altro "...temo che la presenza così diffusa di un simbolo, non me ne voglia signor Sindaco, indipendentemente da noi, è chiaramente anche partitico, all'interno di un ambiente di pubblica istruzione, di educazione pluralista, di rispetto di tutte le idee, della Costituzione e delle leggi della Repubblica italiana, possa rappresentare un ostacolo per un sereno lavoro didattico...."
Ma guarda un po!! Cittadini che reclamano diritti e chiamano in loro difesa le Istituzioni ed un dirigente scolastico che afferma, mettendo nero su bianco "... un simbolo... all'interno di un ambiente di pubblica istruzione, di educazione pluralista, di rispetto di tutte le idee, della Costituzione e delle leggi della Repubblica italiana, può rappresentare un ostacolo per un sereno lavoro didattico...." Simbolo che, riconosce il dirigente, è riconducibile ad un partito.
E' inevitabile pensare ad un altro "simbolo" e ad altre "immagini", esposte non solo nelle scuole pubbliche ma diffuso anche negli Uffici dello Stato italiano... e traggo le mie logiche conclusioni!! Conclusioni soggettive, per carità! Però, ricordando anche discussioni del passato, sono assalito dal dubbio che nel nostro Paese il "diritto universale" sia stato gradualmente sostituito dal "diritto della maggioranza". Con le logiche conseguenze... ed Adro, insegna!!