28/10/11

Tutto frana

«...è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.»

Forse saranno i problemi personali ad influenzare il mio umore in modo negativo. Provo anche a smentirmi e mi dico che, in verità, è la realtà che stiamo vivendo che è diventata angosciante e, quindi, influenza il mio umore. Eppure, comunque si consideri l'origine del mio umore, non cambia molto: tutto sta franando e non è più una sensazione o un'ipotesi.

Non cambia perché non posso ignorare, come fanno molti, troppi, che quello che sta accadendo non possa anche influenzare la mia vita personale, oggi e in futuro. Sta avvenendo qualcosa di devastante di cui, credo, pochi hanno capito la reale portata. Dal nostro quotidiano sta scomparendo, velocemente, il concetto di "qualità della vita" ovvero quell'insieme di fattori che, se garantiti, consentono all'essere umano di vivere dignitosamente. In un futuro oramai prossimo, questo stesso concetto sarà un'utopia, un lontano ricordo conservato da chi lo visse. Già oggi, si stanno manifestando quei fenomeni che indicano una perdita di quei fattori importanti per determinare il livello della nostra "qualità della vita".

La sicurezza e non solo quella dal crimine: mi domando se l'avranno capito coloro che, per esempio, in questi giorni hanno sofferto la furia di un evento metereologico che, seppur eccezionale, non è l'unico responsabile delle devastazioni provocate. Dubito fortemente.

La sperequazione sociale sempre più diffusa e che viene perseguita, soprattutto, attraverso quei provvedimenti adottati da un governo di delinquenti e da un'Unione Europea sempre più rappresentativa di speculatori rapaci.

E poi, una politica sempre più disonesta, la salute fisica garantita solamente a chi può "spendere" per la stessa, un'istruzione pubblica sempre più dequalificata e utile solamente a sfornare masse di non pensanti, l'inquinamento e la devastazione del nostro territorio, le garanzie democratiche sempre più minacciate o compresse, la piaga degli infortuni sul lavoro sono solo alcuni di quella lunga lista di fattori che dovrebbero costituire quella "qualità della vita" oramai persa. Persa e per sempre, se non accade qualcosa.

Ma anche su quest'ultimo evento non nutro speranze. Perché il "qualcosa" in cui spero è uno stravolgimento totale nel corso del quale, per esempio, l'attuale orizzonte politico verrebbe spazzato via, completamente e senza distinzione alcuna. Dovrebbe scomparire e non mi riferisco all'eliminazione fisica di chi lo rappresenta, perché non voglio essere tacciato di terrorismo. Basterebbe bandirli per il resto della loro vita da incarichi politici e istituzionali. Tutti, senza esclusione alcuna. Il "qualcosa" in cui spero è uno stravolgimento totale delle regole che governano la nostra società; é il rimettere al centro dei nostri interessi l'uomo e la sua dignità...

Poi, mi guardo attorno e vedo masse di automi con lo sguardo fisso a terra che rincorrono, veloci, un destino non deciso da loro. Quelle masse che dovrebbero essere artefici dello stravolgimento che immagino.

Si, non nutro speranze. Sta franando tutto ed ho un'unica consolazione: ho responsabilità solo verso me stesso e la dignità per riconoscerlo.

Ma ora silenzio, è iniziato il Grande Fratello.

Un saluto da Zion.

17/10/11

Cui prodest?

«...è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.»

La domanda che mi sono posto è: a chi ha giovato ciò che è accaduto sabato, a Roma, nel corso della manifestazione degli "Indignati"?

Forse a quell'Alemanno, sindaco di una città già devastata di suo, che accusa la polizia di "buonismo"?

Oppure, forse, a quel Maroni che si dichiara soddisfatto perché "la polizia ha evitato il morto"?

O forse a quell'altro, quel La Russa che si indigna perché "i toni contro il governo sono un alibi per i violenti"?

Magari, ciò che è accaduto è servito a dar nuova voce a quei giornalisti che definiscono "cocchi di sinistra" (Belpietro) alcune centinaia di manifestanti violenti e discettano delle presunte "coperture che una parte della sinistra darebbe a questi movimenti criminali" per dimostrare "l’irresponsabilità di un'opposizione che ogni giorno si propone al Paese come forza di governo";

oppure che affermano che "la sinistra violenta sfascia e vuole uccidere" (La Padania) asserendo che ciò che è accaduto a Roma "è stato un golpe, un tentativo paramilitare di rovesciamento dell’ordine democratico dello Stato";

o, infine, che giudicano un'intera generazione (Feltri) affermando che "quello dei giovani è sempre stato un falso problema che si risolve lasciandoli invecchiare" e che definiscono gli stessi "ragazzi senz’arte né parte".

Poi, mi pongo altre domande.

Per esempio, considerato che il timore di "incidenti" era stato espresso a destra e a manca e che i segnali, soprattutto sulla rete, c'erano ed erano visibili a tutti, perché da parte delle forze di polizia non si è fatto nulla per prevenirli?

Come hanno potuto decine e decine di giovani salire su una linea metropolitana, visibilmente armati di bastoni e di maschere antigas, passamontagna e caschi, senza che nessuno intervenisse?

Perché su via Cavour, teatro iniziale delle devastazioni e poi al Colosseo dove la stragrande maggioranza dei manifestanti si è dovuta fronteggiare con i "violenti" per cercare di allontanarli dal corteo, non sono intervenute le forze di polizia?

Perché si è lasciato agire indisturbati i violenti e solo dopo alcune ore, su via Labicana, sono intervenute le forze dell’ordine?

Perché, soprattutto, si è atteso che poche centinaia di violenti arrivassero a Piazza San Giovanni per iniziare una battaglia, terrorizzando migliaia di pacifiche persone che già stazionavano sulla stessa?

Perché sono stati sparati lacrimogeni "nel mucchio" e quel mucchio, spesso, era composto da pacifici manifestanti?

Perché, spesso, le cariche di "alleggerimento" delle forze di polizia erano dirette verso chi violento non era?

Infine, mi chiedo se tra le "tecniche" di contrasto ai manifestanti violenti, in uso alle forze di polizia, siano previste anche manganellate a inermi e inoffensivi manifestanti; il lancio di "sampietrini"; l'arresto di pacifici manifestanti (liberati da una folla di altri pacifici manifestanti esasperati); il "carosello" di automezzi per simulare, neanche poi tanto, l'investimento dei manifestanti.

Solo una cosa, oggi, per me è certezza: a quel corteo hanno partecipato quasi 500mila Indignati.

Un saluto dal Nabucodonosor.

10/10/11

Blu Blu, Blu e grigio

«...è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità. » (Morpheus spiega a Neo cosa sia Matrix)

04/10/11

Soddisfazioni #2

abruzzo,terremoto,l'aquila,protezione civile,curia vescovile,bibliobus,from zero,documentarioIl 6 ottobre, centinaia di web e micro-web tv italiane, blog e videoblog trasmetteranno in diretta, a rete unificata, From Zero: vita nelle tendopoli. Si tratta di due film della durata di 22 minuti che raccontano la vita nelle tendopoli post-terremoto dell’Aquila. L'iniziativa serve a ricordare, sul web, la tragedia del terremoto de l'Aquila e promuovere la vendita di un DVD finalizzata al finanziamento del progetto Bibliobus.

Lo ripeto per essere ancora più chiaro, anche se lo avevo già dichiarato: certe soddisfazioni sono un piacere effimero. Soprattutto perché la realtà attuale mostra che i danni causati agli individui sono devastanti. Però, ed anche questo l'avevo già detto, la differenza che passa tra la consapevolezza ed il buio che avvolge la mente è l'altra realtà che non può essere nascosta e che provoca, si, soddisfazione. Tacciono, oggi, coloro che criticavano oltre ogni ragionevole motivo. Ma forse, un motivo l'avevano: pretestuoso, fazioso, opportunistico!

Oggi si torna alla realtà dei FATTI! E questi ci dicono che non eravamo "quell'opposizione rumorosa" che approfittava di ogni occasione per contestare qualsiasi cosa facesse il Cainano! I fatti ci dicono che non erano "il popolo delle carriole" gli ingrati, come usava affermare un certo arcivescovo, molto attento ad ingraziarsi il "potere" ed a bastonare il gregge, per giunta vittima di una tragedia! Non eravamo "noi" gli sciacalli, come solevano definirci e come hanno dimostrato quelle intercettazioni che ora il Cainano vuole impedire. Noi, semmai, eravamo e siamo moralmente puliti e non volevamo chiudere gli occhi davanti ai soprusi perpetrati dai vertici della protezione civile e neanche tapparci le orecchie per non sentire le risate crasse della solita cricca di faccendieri.

I FATTI: in questi giorni, Bertolaso e tutta la banda che gli ruotava attorno sono stati rinviati a giudizio per aver condizionato l'assegnazione degli appalti sui Grandi eventi, dai Mondiali di nuoto del 2009 di Roma al G8 della Maddalena, quest'ultimo evento sostituito per volere del Cainano con l'inutile buffonata-passerella de l'Aquila, fino alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia.

I FATTI: in questi giorni vengono arrestati, per tentata truffa ai danni dello Stato, i faccendieri Fabrizio Traversi e Gianfranco Cavalieri della Fondazione Solidarietà e Sviluppo Onlus, fino a un mese fa presieduta dai Monsignori Molinari e D'Ercole. C'erano dei fondi per il sociale, destinati a dei progetti la cui destinazione doveva essere decisa da una commissione, valutandone solo ed esclusivamente la validità e il merito. Poi c'è un'intercettazione, quelle che il Cainano vuole impedire, dove si può ascoltare: "...Volevo soltanto dirti questo: siccome è ovvio che con questo nostro progetto probabilmente daremo fastidio a qualcuno, faranno un po’ di questioni. Mi raccomando: tieni la barra ferma...".

Era Monsignor D'Ercole al telefono con il sottosegretario Giovanardi, l'1 luglio del 2010. Il "progetto", erano quei fondi per il sociale che si voleva fossero assegnati alla Curia: 12 milioni di euro stanziati dal Governo per la ricostruzione sociale delle zone terremotate abruzzesi. Per realizzarlo, la Curia non aveva esitato ad affidarsi a due "signori" dediti ad attività truffaldine che avevano il loro ufficio tra la Curia e Palazzo Chigi. Per realizzarlo, un Vescovo e un Sottosegratario tramavano per la destinazione dei fondi, come se non esistessero procedure e leggi.

Quella stessa Curia che, peraltro, dovrebbe spiegare perché gestisce la nuova "Casa dello studente", costruita con i soldi della Regione Lombardia sui terreni della stessa Curia.

L'Aquila sta morendo tra le ineguatezze della politica e le cricche del malaffare che, come avvoltoi, roteano sui resti dell’Aquila. Come l'intero Paese, d'altronde.

Alcune proposte su dove vedere From Zero: vita nelle tendopoli

Blog di Sonia Alfano

Abruzzo TV Live

Il sito From Zero TV