«...è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra o quando accendi il televisore. L'avverti quando vai a lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.»
Forse saranno i problemi personali ad influenzare il mio umore in modo negativo. Provo anche a smentirmi e mi dico che, in verità, è la realtà che stiamo vivendo che è diventata angosciante e, quindi, influenza il mio umore. Eppure, comunque si consideri l'origine del mio umore, non cambia molto: tutto sta franando e non è più una sensazione o un'ipotesi.
Non cambia perché non posso ignorare, come fanno molti, troppi, che quello che sta accadendo non possa anche influenzare la mia vita personale, oggi e in futuro. Sta avvenendo qualcosa di devastante di cui, credo, pochi hanno capito la reale portata. Dal nostro quotidiano sta scomparendo, velocemente, il concetto di "qualità della vita" ovvero quell'insieme di fattori che, se garantiti, consentono all'essere umano di vivere dignitosamente. In un futuro oramai prossimo, questo stesso concetto sarà un'utopia, un lontano ricordo conservato da chi lo visse. Già oggi, si stanno manifestando quei fenomeni che indicano una perdita di quei fattori importanti per determinare il livello della nostra "qualità della vita".
La sicurezza e non solo quella dal crimine: mi domando se l'avranno capito coloro che, per esempio, in questi giorni hanno sofferto la furia di un evento metereologico che, seppur eccezionale, non è l'unico responsabile delle devastazioni provocate. Dubito fortemente.
La sperequazione sociale sempre più diffusa e che viene perseguita, soprattutto, attraverso quei provvedimenti adottati da un governo di delinquenti e da un'Unione Europea sempre più rappresentativa di speculatori rapaci.
E poi, una politica sempre più disonesta, la salute fisica garantita solamente a chi può "spendere" per la stessa, un'istruzione pubblica sempre più dequalificata e utile solamente a sfornare masse di non pensanti, l'inquinamento e la devastazione del nostro territorio, le garanzie democratiche sempre più minacciate o compresse, la piaga degli infortuni sul lavoro sono solo alcuni di quella lunga lista di fattori che dovrebbero costituire quella "qualità della vita" oramai persa. Persa e per sempre, se non accade qualcosa.
Ma anche su quest'ultimo evento non nutro speranze. Perché il "qualcosa" in cui spero è uno stravolgimento totale nel corso del quale, per esempio, l'attuale orizzonte politico verrebbe spazzato via, completamente e senza distinzione alcuna. Dovrebbe scomparire e non mi riferisco all'eliminazione fisica di chi lo rappresenta, perché non voglio essere tacciato di terrorismo. Basterebbe bandirli per il resto della loro vita da incarichi politici e istituzionali. Tutti, senza esclusione alcuna. Il "qualcosa" in cui spero è uno stravolgimento totale delle regole che governano la nostra società; é il rimettere al centro dei nostri interessi l'uomo e la sua dignità...
Poi, mi guardo attorno e vedo masse di automi con lo sguardo fisso a terra che rincorrono, veloci, un destino non deciso da loro. Quelle masse che dovrebbero essere artefici dello stravolgimento che immagino.
Si, non nutro speranze. Sta franando tutto ed ho un'unica consolazione: ho responsabilità solo verso me stesso e la dignità per riconoscerlo.
Ma ora silenzio, è iniziato il Grande Fratello.
Un saluto da Zion.