C'è stato un tempo in cui si criticava il comportamento dei media, per la connivenza deferente che avevano con il promotore e animatore di quel periodo che fu chiamato berlusconismo. Un'epoca lunga 20 anni nel corso della quale l'informazione, progressivamente concentrata in poche mani, funzionò come la centrifuga di una lavatrice. Al posto del bucato, però, c'erano i cervelli degli individui. I media che del berlusconismo avevano fatto la loro bandiera, fecero da cassa di risonanza per le campagne di delegittimazione della Magistratura, per l'opera di demolizione delle Istituzioni, per l'attività di diffamazione degli avversari politici, per creare tensioni nella società e, più in generale, per la disinformazione che distinse i quasi 20 anni di governo del centrodestra. Gli effetti si manifestarono progressivamente e furono devastanti: appiattimento del pensiero collettivo, condizionamento delle masse, demolizione di valori e princìpi, mortificazione e svilimento della cultura, ques'ultima intesa come conoscenza. Insomma l'omologazione, al ribasso, della società civile. Semmai sarà possibile, ci vorranno decenni per riparare ai guasti sociali e culturali provocati dal berlusconismo.
Poi l'ideatore del berlusconismo e massimo esponente del centrodestra cadde in disgrazia, diciamo abbattuto a colpi di spread e, probabilmente ma non ne sono sicuro, anche per un pelo di pube. Iniziò un'altra epoca, quella dei tecnici sobri che, a detta di molti, erano "quelli giusti" per salvare il Paese. Si sperava, almeno io speravo, che l'informazione, quella che si definisce di "sinistra e progressista", cogliesse l'occasione per dare vita ad una nuova fase culturale, fatta di informazione libera dai condizionamenti perversi della politica ed al servizio, principalmente, dei cittadini-lettori.
So bene che i media, tutti, condizionano l'opinione pubblica sensibilizzando la coscienza critica degli individui. Per questo esistono gli opinionisti, le pagine dei commenti e degli approfondimenti. Ma "i fatti" raccontati da un giornalista, dal punto di vista etico dovrebbero rimanere fatti che, poi, dopo essere stati descritti nella loro interezza e fedelmente, possono essere discussi, analizzati e, eventualmente, criticati. Era questo che mancava durante il berlusconismo. I fatti nella migliore delle ipotesi erano manipolati, spesso nascosti.
Non saprei come definire, quindi, il comportamento di alcuni media che si dichiarano "progressisti" e che, già da tempo, stanno mettendo a dura prova il già provato stomaco di chi ha vissuto e contrastato il berlusconismo e le sue aberranti manifestazioni mediatiche. Mi riferisco a quei quotidiani ed a quei giornalisti che si stanno distinguendo, nel trattare alcune importanti questioni di politica interna, per faziosità manifesta e spesso ridicola. Cito, tanto per fare un esempio, al modo in cui alcuni rappresentanti della carta stampata stanno affrontando la vicenda delle intercettazioni telefoniche, al vaglio dei magistrati di Palermo, svolte nel corso delle indagini sulle trattative tra Stato e mafia e che hanno coinvolto il Presidente della Repubblica.
Cosa pensare del violento attacco alla Magistratura ed allo strumento delle intercettazioni, alla manipolazione strumentale di informazioni e perfino di norme giuridiche che, per l'appunto, alcuni giornali "progressisti" stanno perseguendo in perfetto stile berlusconiano? Mi riferisco, in particolar modo, al tentativo di far passare l'idea che "l'intercettato" fosse il Presidente della Repubblica quando, in realtà, era Nicola Mancino. Il quale, secondo le indagini in corso, chiese al Presidente della Repubblica ed al suo consigliere giuridico che si intervenisse sulla procura di Palermo, allo scopo di rallentare e vanificare le indagini in corso. Mi riferisco, ancora, al tentativo di far credere che esistano norme costituzionali e processuali a garanzia di un Presidente della Repubblica che, nella realtà, sono inesistenti o, come dimostrato qualora siano state ricordate, citate in maniera sbagliata.
Mi riferisco, ancora, all'intervista al Presidente della Repubblica che avrebbe "chiarito" tutto all'opinione pubblica, condotta dal decano dell'informazione progressista ed annunciata in pompa magna. Allo stato dei fatti, la stessa si è rivelata quanto meno ridicola se non, in alcuni tratti, noiosa. Neanche una domanda sui fatti in questione ma solamente un lungo elenco di frasi fatte, di luochi comuni e dotte citazioni, spesso non comprensibili ai più, nonché ricordi di due "vecchi" della politica e del giornalismo italiano. E' nauseante che la "sinistra" di governo ed i massimi rappresentanti dello Stato continuino ad usare gli stessi sistemi del centrodestra berlusconiano: delegittimare la Magistratura e impedire che si eserciti un'informazione corretta e indipendente. Il contrasto al "bavaglio" che la stampa progressista usò come bandiera durante il berlusconismo, per perorare la causa di chi chiedeva "libera informazione", che fine ha fatto?
Ancora: c'è una stampa progressista che non deve aver digerito il fatto che, a Parma, il Pd sia stato sconfitto da uno come Pizzarotti, giovane sindaco del Movimento 5 Stelle. Passino pure le campagne di delegittimazione del Movimento, basate su critiche feroci e spesso strumentali rivolte al suo ispiratore: Beppe Grillo. Lo stesso, sarà pure criticabile in molti suoi aspetti ma, mi chiedo, che c'entra l'operato di coloro che si sono candidati ed hanno pure vinto, grazie ad elezioni democratiche?
Pizzarotti, a Parma, ha trovato una situazione economica devastata. Opera tra mille difficoltà e problemi lasciati dalla vecchia amministrazione di centrodestra e, probabilmente, non essendo un "mestierante inciucione" della politica, lavora e, contemporaneamente, fa esperienza. Di buone intenzioni ne ha molte. Di nemici, anche. Naturali, tra quei rappresentanti del Pdl che ha governato in passato. Di nuovi, tra il Pd ed i Comunisti italiani che invece di "cogliere l'occasione" per rinnovare e rinnovarsi, fanno squadra con i consiglieri del Pdl. D'altronde, non è uno tra i più autorevoli esponenti del Pd ad aver detto "meglio i voti al Pdl che a Grillo"??
Mi sarei aspettato più attenzione e partecipazione da parte di quei giornali che si definiscono "progressisti" e non una quotidiana, costante e feroce critica ad ogni starnuto del Pizzarotti. Cito, solo come ultimo caso, la notiziona apparsa su "la Repubblica-Parma": "il portavoce del sindaco porterà a casa 2500 euro mensili contro i 2200 dei delegati". In precedenza, analoga "campagna" era stata condotta nei confronti dello stesso Pizzarotti, reo di aver ridotto il suo stipendio a "solo" 3.500 euro al mese. Altra notizia bomba era stata la "scoperta" che, sempre il Sindaco Pizzarotti, aveva "incrementato" il fondo rimborsi e indennità dei membri della Giunta di 15mila euro. Però, aveva tralasciato di ricordare che il precedente Commissario del Governo aveva svuotato il relativo capitolo di spesa per dirottare i fondi ad altri scopi, lasciandolo a zero. In sostanza, il fondo non era stato affatto incrementato ma, semmai, ricostituito.
Questi, per la stampa progressista, sono gli scandali di chi governa il Paese! Tralascio, per il momento, di ricordare l'ossequioso silenzio della medesima sull'operato, da vera "macelleria sociale", del governo dei sobri tecnici di cui, fin dalla sua nascita, sono stati "fanatici" sostenitori.