03/12/09

FENOMENO IMMIGRAZIONE 2

Continuo la mia riflessione sul fenomeno delle "migrazioni", iniziata con l'analisi dei dati forniti dal Dossier 2009 di Caritas/Migrantes che fotografa la situazione degli stranieri in Italia nell'ultimo decennio. Naturalmente, i dati che ho segnalato nonché tutti quelli illustrati nel Dossier, si riferiscono agli stranieri "regolarmente" presenti nel nostro Paese ossia in possesso di regolare permesso di soggiorno o, nei casi più virtuosi, di cittadinanza italiana. I migranti che vivono nel nostro Paese, tuttavia, non sono solo coloro che hanno un permesso di soggiorno ma anche una quota minoritaria che è definita "clandestina".

Prima di approfondire il discorso, ritengo necessaria un'altra breve premessa, utile per comprendere come mai nel nostro Paese, ma non solo, questa quota clandestina di immigrati penalizza, agli occhi dell'opinione pubblica, l'intera popolazione di stranieri che vivono e lavorano nel nostro territorio, giustificando non solo quei discutibili provvedimenti sulle politiche di immigrazione che attualmente caratterizzano il nostro quadro normativo e rendendo incandescente il dibattito in corso tra chi è favorevole e chi, invece, contrario alle stesse ma anche un diffuso "malessere" nei confronti dello straniero.

Personalmente, ritengo che il problema non siano i "clandestini" ma un male molto più profondo e grave, di cui soffono larghi strati della popolazione italiana. E' un malessere di cui dobbiamo farci carico in prima persona e comprenderlo, se vogliamo uscire da un "percorso" che ha come traguardo lo sfascio del nostro sistema civile. Ho già provato "sulla mia pelle" cosa significa discutere di immigrazione, cercando di leggere gli eventi oltre il proprio spazio di vita: una tragedia!! Pur con le dovute cautele, è inevitabile andare a sollecitare le inquietudini vissute dalla gran parte delle persone che vivono il rapporto con lo "straniero" come una paura, una minaccia. La reazione da parte delle stesse è violenta, isterica: da assediati.

Purtroppo, non è consolante neanche rivolgere l'attenzione verso la politica: essa ha compreso che a parlar bene di immigrati, si rischia la poltrona. Lo sa bene questo Governo che ha cavalcato quelle paure, intercettandole ed esasperandole, naturalmente per proprio tornaconto. Lo sa bene la sinistra che, in passato, in tema di politiche migratorie seppur animata da buona volontà e stata insufficiente. Lo sa bene, infine, l'Unione Europea che mantiene un atteggiamento ambiguo e, comunque, poco responsabile nei confronti del fenomeno.

Tuttavia, se si vuole veramente parlare di immigrati, quelle paure non vanno affatto sottovalutate. A questo proposito, mi piace citare un'espressione di Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose, in provincia di Biella, scoperta nel corso di una recente lettura e che dovrebbe dare un'idea di quello che temo, se continuiamo a sottovalutare chi fino ad oggi ha opposto il "rifiuto" senza se e senza ma, verso qualsiasi forma di dialogo:

"...quando il fantasma dell'identità porta a ridurre le relazioni sociali alla materialità del dato etnico, dell'omogeneità del sangue, della lingua parlata e della religione praticata allora si apre la via a forme di politica totalitaria e intollerante. I risorgenti nazionalismi e le tendenze localistiche si accompagnano sempre a spinte xenofobe e razziste che tendono all'esclusione dell'altro e si risolvono in un autismo sociale: una mancanza di ossigeno vitale contrabbandata come nicchia dorata ma che in realtà diviene un sistema asfittico, in uno spazio in cui l'unica pianta in grado di crescere e la barbarie..."

Torno a ripeterlo: non vanno sottovalutati coloro che "criticano" e, soprattutto, non vanno affatto isolati, perché noi tutti stiamo rischiando un "autismo sociale" e non possiamo permettercelo. E' necessaria una riflessione che esuli dall'appartenenza ad un determinato schieramento politico, indirizzando la stessa al senso della ragione e della conoscenza e non al politico di riferimento.

E' necessario convincere "loro" che più che alle impressioni devono affidarsi ai dati di fatto; che è necessario investire sulle potenzialità che risorse partecipative come gli immigrati possono offrire, invece di lucrare sulla solitudine e sull'egoismo campanilistico; che bisogna ricreare un senso di appartenenza ed una rete sociale che non sia rancorosa ma aperta ad una visione globale della vita.

Per ora, ripeto, è difficile che simili obiettivi si possano ottenere dalla politica. Soprattutto da quella attuale. Poco o nulla, inoltre, si "sente" dall'opposizione. Siamo noi, in prima persona, a dover costituire quella forza "riformista" capace di tirar fuori il nostro Paese da quella "barbarie" in cui stiamo sprofondando.

E' necessario allargare il nostro orizzonte ad una visione globale dei fenomeni a cui assistiamo, non dando ascolto a chi parla di immigrazione decontestualizzando la stessa e parlando di un "caso italiano" e di "invasione" in atto. Questo modo di parlare, serve solamente ad aumentare la sindrome da assedio in cui vive oggi il "popolo", distraendo lo stesso dalle oggettive difficoltà che hanno i nostri politici a governare una realtà inedita e complessa.

Oggi, in Italia, è indispansabile capire che l'immigrazione e l'integrazione vanno governate con responsabilità, senso della realtà e lungimiranza. Tutto il resto, sono provvedimenti da campagna elettorale, sono slogan, sono fumo che annebbia e confonde ma che non risolve il problema. Quel problema che, se continua così, per ragioni altrettanto oggettive prima o poi ci travolgerà. La politica svolta approfittando delle paure diffuse, più o meno reali, la stiamo già vivendo e non ci stà restituendo granché. (continua)

35 commenti:

  1. weeee carlito ciaoooo e però ora ci devi dire che cosa intendi fare per per arginare l'immigrazione, con che metodi farlo, con quale idealismo giustifichi l'operato, quanto costerà e quanto produrrà, ora si può dire di tutto e di più ma bisogna anche dire nell'immigrazione vi sono problematiche irrisolvibili? e quali possono essere? io credo che la gente (quella che viene comunemente dfinita razzista xenofoba ecc ecc) ha caoito che il mito del buon immigrato tutto lavoro e bontà non esiste più, dici che "il fantasma dell'identità" fantasma? cioè non esiste una nostra identità? materialità del dato etnico? che cosa intedresti con materialità? posto che il dato etnico è ciò che ha per cosi dire creato l'italia, io direi l'altro dato etnico dove e cosa può portare?

    RispondiElimina
  2. dì al Pony che l'Italia non l'ha formata il dato etnico,come dice lui,l'Italia l'ha formata un insieme di cose tra le quali una medesima etnia forse non era nemmeno presente,comunque ti saluto,grazie di essere venuto a trovarmi,ciao a presto

    RispondiElimina
  3. Buondì Carlo, io ti ho più volte descritto la situazione del mio paese che guarda caso è comune a molti altri. E' di ieri la notizia della povera bambina cinese morta in un laboratorio per le esalazioni da solvente. Io di fronte casa ho un laboratorio di cinesi simile a quello in cui è morta la piccola.

    Posso chiederti dove vivi? Se per vicini hai extracomunitari, se nel tuo quartiere ci sono extracomunitari, motorini fatiscenti, auto semidistrutte circolanti, panni stesi alla meno peggio? Dimmi sinceramente Carlo, com'è il posto dove tu vivi?

    RispondiElimina
  4. @@@@ RISPONDO A PONY @@@@

    Pony, quando ho iniziato questo percorso "meditativo" sulle migrazioni, ho preannunciato che sarebbe stato lungo e articolato. Quindi, come risolvere la questione "migranti" è qualcosa che affronterò dopo alcuni post di introduzione al discorso. Saltare direttamente alle conclusioni senza minimamente provare a "raffreddare gli animi" ed a ragionare sui vari aspetti delle "migrazioni" che non sono solo i muri che si vogliono tirare su... non è il discorso che intendo fare io. Quindi, se ti interessa il discorso che stò portando avanti, armati di pazienza e aspetta!!!

    Per quanto riguarda "...il fantasma dell'identità che porta a ridurre le relazioni sociali alla materialità del dato etnico..." significa proprio quel fantasma che stai agitando tu, nella seconda parte del tuo commento.

    Ridurre tutto all'assunto che siamo gruppo etnico, ovvero un popolo che si identifica in un comune ramo genealogico, differenziandosi dagli altri come un gruppo distinto grazie ad una comune cultura, lingua, religione.... significa agitare un fantasma che secondo Bose... be', lo hai letto che intendeva dire!!!

    Mi chiedi, ancora, cosa può portare l'altro "dato etnico". Be', più o meno quello che ha portato, nel corso della storia, nel nostro Paese.

    Non mi invento nulla se dico che non siamo una "razza pura" ma un bel mischione anche di arabo e orientale. Non mi invento nulla se dico che la nostra cultura si è sviluppata anche grazie a contaminazioni arabe, greche, orientali e cinesi . Quindi, il pericolo qual'è???

    RispondiElimina
  5. @@@@ RISPONDO A RICKY @@@@

    Ricky, vivo a Roma che non credo passi per una città facile, tranquilla e fuori dalle logiche che caratterizzano città grandi o piccole del nostro Paese. Roma, era una città multietnica già molto prima che questo termine diventasse di moda in certi ambienti culturali della sinistra o che gli "stranieri" si affacciassero in paesini tranquilli e industriosi del nord!!!

    Inoltre, ti ricordo che nel mio blog, sotto "sfoghi" è raccontata una storia a me capitata. Ladri entrati di notte in casa mia. La vicina narcotizzata nel sonno. Mesi e mesi di terrore nella zona in cui vivo.

    Bene, quella banda era composta di polacchi ed il ricettatore era Rom.

    Eppure, se tu leggi quei post... io non me la sono mai presa con gli "straneri" ma con ben altri responsabili nostrani!!!

    Come vedi, credo di sapere bene cosa siano gli "stranieri" oltre che incontrarli in infinite occasioni della mia giornata.

    Come ho già detto al Pony, ti chiedo di armarti di pazienza e seguire il mio discorso, se ti interessa, senza saltare alle conclusioni. Anche perché già le conosco... e sono proprio quelle che intendo discutere, ipotizzando altre soluzioni. Inoltre, ti ricordo che nel mio post ho già chiarito che non ho alcuna intenzione di fare un discorso "buonista" ma solamente di capire ciò che stà succedendo, senza "panico" ma ragionando!!!

    RispondiElimina
  6. ok carlo aspetterò, è pur vero che siamo inteso come un agran melting pot culturale però quel melting pot ha immensi crediti verso l'eruropa, sopratutto in materia di identità tieni presente ch4 siamo pur sempre il popolo più vecchio dell'0interam europa e del mondo non risultano ve ne siano altri che possono vantare una simike storia, ecco che cosa c'è in questione carlo, intanto io ti indico un possibile problema che avremo di fronte il sovrapopolamento è una conseguenza anche questa dei flussi migratori ne vuoi parlare?

    RispondiElimina
  7. non intendevo vecchio come età media intendevo vecchio come popolo di millenni!!! cavolo più di 3000 anni

    RispondiElimina
  8. ogni tanto penso che è come noi tutti partecipassimo a una corsa e avessimo in testa uncartello con scritto lasciateci in pace che abbiamo già dato

    RispondiElimina
  9. HAI RAGIONE CARLO , SONO D' ACCORDO CON TE SUL COMMENTO CHE HAI LASCIATO A PONI .
    VOLEVO AGGIUNGERE CHE , NON SIAMO UN POPOLO ANTICO , SIAMO DEI POPOLI ANTICHI ............ L' UNITA' D' ITALIA E' RECENTE .

    RispondiElimina
  10. ehii sei famoso carlito ahahahahah

    RispondiElimina
  11. ehi piano piano che ti mangi per tre ahjahahahahahaa comunque si può fare

    RispondiElimina
  12. carlo, pultroppo nn è propriamente il manifesto della federazione ma quello che io vorrei che questa federazione rappresentasse, ed è quello che molti compagni e compagne vorrebbero e che invece nn si vedono rappresentati dai soggetti politici di sinistra, e questo lo leggo e lo sento parlando direttamente con loro, con ragazzi che vista la situazione non rinnegano la lotta armata.
    Ora tu dici che alcune cose ti sembrano impossibili da attuare nell'attualità (e pensa che questa è una mia piccola sintesi che ha cercato le cose + realizzabili), ma io ti invito a guardare il sud america.

    RispondiElimina
  13. weeee buenas dias carlitooooooo passa da imperfettamente e ridi un po ahahah

    RispondiElimina
  14. Ho un cliente extracomunitario.
    Ho aperto una nuova posizione come ditta (manovale) individuale artigiana.
    Come gli ho detto le tasse, imposte e balzelli che doveva pagare (a parte che non mi ha mai portato altre cose che ha ricevuto) si è rifiutato di versare in quanto lui si tiene quel minimo per vivere e il resto lo spedisce a casa.
    Dice che per vivere qui si deve fare così, quando i suoi debiti saranno esecutivi lui sarà già tornato a casa e peste ci colga a noi tutti.
    Ora, non dico che solo gli stranieri sono i più furbi a casa nostra, no, ci sono anche molti italiani così.... ma se fossero tutti così mi spieghi che utilità possano avere gli immigrati nel nostro paese?
    Quell'immigrato costa allo stato e, di riflesso, costa a noi tutti in quanto non contribuisce alla crescita economica nè alla spesa sociale, cme molti di loro e come molti italiani.
    Considerata la delinquenza di una percetuale di loro sono per la chiusura totale delle entrate agli spera in dio. Ben vengano chi ha voglia di lavorare onestamente. Noi abbiamo già i nostri problemi, ce ne mancano altri.
    Ora mi aspetto una serie di insulti pre natalizi ;-)... ho detto la mia.
    Buon fine settimana, caro Carlo :-)
    Imperf

    RispondiElimina
  15. Vedi Carlo, te lo dico in tutta tranquillità e con animo di chi non riesce a voler male ad un essere umano qualunque sia il suo colore.

    Però, vivere a Roma come dici tu, non è uguale a vivere a stretto contatto con gli immigrati.

    Senza volerti additare in alcun modo, cerca di non fraintendermi.

    Troppo spesso si sente parlare di integrazione, di accoglienza da chi poi non ha l'ombra di un immigrato nel giro di un chilometro da casa.

    Spesso chi parla di integrazione e accoglienza, abita in zone residenziali di pregio, in centri stirici inaccessibili per le tasche degli extracomunitari.

    Si parla di integrazione e accoglienza perché li si vede quando si esce, magari al lavoro etc. ma poi quando ci si rintana nei propri nidi, la realtà dell'immigrazione rimane fuori.

    Pensi che Casini, Bersani o un qualsiasi altro politico viva in quartieri pieni di suoni, odori, urla etc di extracomunitari?

    Carlo, parlarne è una cosa, vivere la realtà è un'altra.

    Se non ce l'hai ad un metro da casa, tutti i giorni e a tutte le ore, se non li senti urlare a tutte le ore, non avere il minimo del rispetto per il riposo altrui, se non li 'odori' a tutte le ore, dammi retta, se non provi tutte queste cose, è una realtà di cui non puoi parlare teorizzando accoglienza.

    E' difficile da esprimere questa idea perché uno vorrebbe ma poi non può essere come si dovrebbe. Non puoi perché non ti permettono di essere accogliente al massimo.

    Fatti un'esperienza, mettiti una famiglia a due metri da casa, Pakistani o Cinesi che siano e poi ne riparliamo. Le eccezioni si contano sulle dita di una mano.

    Io parto dalla mia esperienza, non ho problemi con nessuno pur essendo circondato ma so io quanto autocontrollo ho dovuto e devo avere e questo essendo nella mia terra se permetti non è che sia il massimo.

    Buon week end :)

    RispondiElimina
  16. @@@@ RISPONDO A IMPERF @@@@

    Imperf... gli insulti a natale sono di buon auspicio (rido)!!!! Comunque, non temere... se dovesse capitare, ma non credo, li cancello!!!

    Credo che ognuno di noi sia "depositario" di storie che non fanno onore a questa o quella "categoria", compresi gli immigrati che, e qua anticipo un piccolo contenuto del prossimo post, per una serie di ragioni che poi potrai leggere in seguito, spesso si convincono che nel nostro Paese, essere onesti non paga!!! Credo che a te non debba ricordare le innumerevoli "occasioni" in cui i disonesti sono stati salvati dal "condono" fatto apposta, nel nostro Paese. Questo, trasmette un messaggio....

    Personalmente, non giustifico affatto un tale comportamento ma non individuo il "problema" nell'immigrato che apre una partita iva e si mette in proprio... perché sappiamo bene che il nostro sistema di "tassazione" dei redditi, è eluso da tanti grandi, medi e piccoli imprenditori del nostro Paese, italiani in prima fila, i quali ritengono indegno versare all'erario il 60-70% dei loro "guadagni". Che poi, se ci pensi... un professionista lavora tutto il giorno, rischia in proprio, investe e poi il risultato di tutto questo lo versa quasi per intero allo Stato, in cambio di???? Il fenomeno "evasione" è caratteristico della nostra economia. molto prima che arrivassero gli "stranieri".

    Inoltre, se è pur vero che ci sono grandi, medi e piccoli imprenditori che evadono... e anche vero che non tutta la categoria è disonesta. Lo stesso, dicasi per gli immigrati.

    Ti ripeto che oggi, investire 50, guadagnare 100 e versare 60 di tasse, mi sembra pura e semplice istigazione a delinquere. Ciò non toglie che non bisogna evadere ma cambiare il "sistema" mi sembra sia il minimo.

    Reso il sistema più onesto e umano... allora chi sgarra va mazzolato!! Immigrato compreso. Però, ti ripeto, noi oggi trasmettiamo un'immagine tutt'altro che onesta a chi da fuori ci guarda e gli immigrati non fanno eccezione.

    RispondiElimina
  17. Carlo, quello che fa il tizio in questione non è evasione perchè i redditi li dichiara.
    Non paga nulla ma dichiara.
    L'evasione è il sommerso, ciò che non viene dichiarato.
    Comunque, a detta di alcuni membri della gdf che erano da me per un controllo verso un cliente, senza nero non si vive.
    Lo dicono loro stessi. Alla fine il problema è alla fonte!!!
    Imperf

    PS: Ponticino, lavorerò mezza giornata lunedì (solite scadenze burocratiche)

    RispondiElimina
  18. @@@@ RISPONDO A RICKY @@@@

    Ricky, credo che Casini, Bersani e molti altri vivano con la scorta sotto casa e, comunque, in quartieri dove tutto sommato di immigrati residenti non ve ne sono e se risiedono, sono membri di ambasciate, consolati o roba simile. A Roma, vediamo anche di questo!!

    Io non metto affatto in discussione la tua "negativa" esperienza degli immigrati che vivono vicino casa tua (posso sapere dove vivi?) Metto in discussione, invece, il fatto che gli immigrati possano essere portatori di esperienze negative!!

    Per quanto mi riguarda, posso assicurarti che ne parlo perché ho l'esperienza sufficiente per parlarne. Nonostante veda ciò che tu mi racconti, cerco di trovare una spiegazione che allarghi l'orizzonte dei problemi, non relegandoli ad un "contrasto" tra me e loro!!! Perché, Ricky, ti prego di riflettere se tutto il tuo problema è riassumibile in un contrasto tra loro e te.

    E' vero, da 5 anni vivo in una zona "residenziale". Però, gli altri 45 anni, li ho vissuti nelle periferie... e che periferie!!! Infanzia a Centocelle, adolescenza al Prenestino e poi a Spinaceto, dove mio padre "dipendente dello Stato" ottenne un appartamento dell'ex Istituto Autonomo Case Popolari!!! Fatti una ricerchina su google e capirai di che stò parlando!!! Oppure, se conosci qualche "romano" fatti spiegare di che si parla!!!

    Molto prima che arrivassero gli "stranieri" a disturbarci, io ricordo la vicina di palazzo che quando litigava con il marito, dovevano correre i carabinieri. Quella del piano di sopra, mezza alcoolizzata, massacrava i figli ad ogni ora del giorno o della notte. La calabrese del quarto piano di un palazzone grigio in cemento armato, quando cucinava appestava il quartiere!!!

    C'erano ragazzini che sotto ai portici, smontavano motorini rubati in centro!!! C'era chi spacciava droga.... qualche mio "amichetto" c'è morto di overdose, oppure oggi stà in galera!!! Le feste con il mangiadischi, le facevano sempre sotto ai portici, perché "rimbombava"... ma alle 3 di notte, erano schiamazzi!!!!

    Quella, Ricky, era la cosa più naturale che poteva succedere e che succede ancora, non perché quei giovani fossero maleducati, sporchi e cattivi... ma perché l'emarginazione, perseguita attraverso la cementificazione di periferie squallide ove relegare gli "indesiderati" e quei poveracci di impiegati statali, crea individui maleducati, sporchi e cattivi!!! Continuare ad emarginare chi è diverso, non risolve il problema ma crea solo potenziali maleducati, sporchi e, soprattutto, cattivi.

    RispondiElimina
  19. A leggere alcuni commenti, pare che alcuni di questi "extracomunitari" si siano integrati alla perfezione negli "usi, costumi e tradizioni" italiane, (vedi tasse)... che dire. Ad uno cosi va data la cittadinanza ad "honorem"... (rido)


    Un saluto.

    RispondiElimina
  20. Ultim' ora: In Italia basta una "Spatuzzata" per far vacillare una... "monarchia".

    RispondiElimina
  21. Ultim' ora (e me ne vado): la Svizzera ha deciso di sostituire la croce sulla sua bandiera con la mezzaluna... dopo le minacce degli arabi di ritirare i soldi dalle sue banche.

    RispondiElimina
  22. Vedi Carlo, tu avevi tutto quello che hai scritto, io invece no. Avevo quello che dovrebbero avere tutti, un ottimo livello di civiltà. Con piccole eccezioni ma complessivamente il livello era davvero ottimo. E non mi pare normale regredire anziché progredire, tornare indietro anziché fare passi in avanti.

    Io sono giunto ad un certo livello e da quel livello vorrei passare al successivo e invece, mi chiedo come mai per avere quello che avevo prima, che poi è la normalità, debba spostarmi io oppure avere un autocontrollo al di fuori dalla norma.

    Sinceramente mi sfugge il perché...

    In questo credo che intolleranza, razzismo e simili non c'entrino niente, penso sia qualche cosa d'altro.

    RispondiElimina
  23. Quando sono gli italiani ad essere... stranieri. E in questo caso, il "cattivo odore" e' molto diverso.


    Buona serata...


    http://nonleggerlo.blogspot.com/2009/12/scandalo-in-albania-italiani-utilizzano.html

    RispondiElimina
  24. @@@ Ricky@@@
    La causa del regredimento non è dell'immigrato, ma delle politiche che li causano. E' troppo facile voler il proprio benessere a scapito di povertà degli altri, e poi pretendere il mantenimento del livello ottenuto senza il fastidio del povero, dell'emarginato o semplicemente clandestino (tt sinonimi sono)... Quindi o si apre la caccia allo straniero o si lotta contro le politiche che generano queste cose, in italia ed in europa si è scelta la strada facile e populista.
    Fra parentesi io vivo in un paesino di 4000, ed abbiamo un nucleo familiare cinese molto ben inserito, con la sua attività. Ed un nucleo rispetto alle dimensioni del paese molto importante di Rumeni, che abitano fra l'altro vicino casa mia. Non sono ben integrati in quanto fanno gruppo e non si intersecano con la vita del resto del paese, ma non hanno mai dato problemi, le donne lavorano nelle famiglie ed i ragazzi vivono alla giornata, come tutti qua d'altronde.(in passato abbiamo avuto una grossa presenza di ragazzi e famiglie albanesi, molti poi si sono spostati in quanto qua di lavoro ne passa poco) A livello di sicurezza non c'è stato un peggioramento in alcun modo, tranne una rissa per una ragazza... Questo per dire che i problemi di integrazione non sono poi così difficili in tutte le parti.

    RispondiElimina
  25. BUONA SERA CARLO , IL POST E' TERMINATO .......... LUI E' OVUNQUE ........... LUI E' TORNATO ........ AL ROCK ........ PER CONTINUARE A SUONARCELE .
    .
    BUON FINE SETTIMANA ..........LUNGO .

    RispondiElimina
  26. http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/immigrato-biella/immigrato-biella/immigrato-biella.html

    artista1969

    RispondiElimina
  27. Caro Amico , io sono così ..... stagionata da ricordarmi di mezzo secolo fa , quando gli immigrati a Genova erano gli italiani del sud . Che eran venuti al nord , avevano trovato lavoro , avevano avuto per primi le case popolari , dove avevano riempito di terra le vasche da bagno , di cui non sapevano l' uso , e ci avevano seminato il basilico . Naturalmente erano anche litigiosi , aggressivi e ... avevano coltelli .
    Poveretti : facevano lavori che molti genovesi non accettavano , ottenevano le case perchè avevano più figli e litigavan pure , chè essere apostrofati come " gabibbi " non era certo il massimo e capitava che si ribellassero . Buon fine settimana ! wally P.S. Sono genovese da 7x7 generazioni .

    RispondiElimina
  28. Etimologia "Gabibbi"= Gabibbo o gabibbu (pron. [ga'bib:u]) è una parola genovese ed era il titolo che i marinai genovesi davano agli scaricatori del porto di Massaua (Eritrea) chiamati così perché il nome proprio comune in quel luogo era Habib (حَبيبْ) che significa Amato...Divenuto in seguito un termine ironico-dispregiativo che designa coloro che non sono liguri (durante gli anni della forte immigrazione proveniente dal sud Italia veniva impiegato per indicare i meridionali, ma con significato meno offensivo e più scherzoso rispetto al termine "terun" anch'esso impiegato come in altre zone del settentrione)...Leggo certi commenti e viene da piangere ='( in verita' ideologie marce, ideologie razziste con tutte le panoplie oscurantistiche che vanno insieme... Spesso dietro un pc e' facilissimo sputare veleno contro gli stranieri, contro il diverso, contro l'extracomunitario che alcuni hanno come vicini di casa, perche' di questo si tratta ;-)...Questi individui spesso sono quelli che dicono molto educatamente allo straniero... Buon giorno, come sta', se avete bisogno io sono qui, sempre gentile e a disposizione... Buon samaritano certo, il vero cristiano cattolico che parla o che scrive bene... Ma che "ROZZOLA" ragiona male =)) ... Ma una volta chiusa la porta di casa, il discorso cambia, eccome se cambia =)) sempre cosi'...Tipico ;-) sono sporchi, fanno puzza, sono bordellisti, sono peggio degli animali, perche' non se ne vanno via, chi e' che li vuole, chi li ha chiamati, e tantissimi altri belli qualificativi di bon pennuti, uccelletti del genere...Ma alla fine ci si puo' domandare?...Ma chi sono questi personaggi razzisti e oscuri del male?..."Etimologia"...Vigliacchi... Che sputano veleno solo da nascosti, o in gruppo, nessun coraggio, anche perche' non sanno nemmeno cosa sia il coraggio di dire le cose davanti a un straniero, in faccia a un terrone o magari un'extracomunitario...L'uomo, l'umanita' ha sempre cercato di vivere meglio, andare dove puo' star meglio, sfuggire il caos, le guerre e le famine,l'ingiustizia e le malattie, sfuggire il peggio per vivere meglio e' umano, e nessun uomo, nessuna legge, nessun paese o nazione potra' cambiare mai questa logica, questa dinamica del ben'essere, ricordiamocelo sempre...Non fate o meglio non facciamo agli altri quello che non vorremmo che sia fatto a noi e alle nostre famiglie, saluti Carlo he!he!;-) Mayo

    RispondiElimina
  29. BUONA NOTTE CARLO , PARE SIA ANDATA ALLA GRANDE .
    .
    UN SALUTO .

    RispondiElimina
  30. ma...mi hai fatto rispondere da Dalai o è una sua iniziativa?

    comunque Dalai.

    Spiegami cosa intendi per politiche di integrazione e chi le avrebbe dovute mettere in atto perché vedi, in questa situazione, con questa immigrazione di massa, gli unici che ci hanno guadagnato sono gli stessi che da sempre hanno tenuto in povertà e miseria queste popolazioni.

    Ci hanno guadagnato i soliti proprietari di case da dare in affitto che hanno visto raddoppiare la richiesta e di conseguenza hanno raddoppiato le pigioni.

    Ci hanno guadagnato i soliti imprenditori che hanno avuto mano d'opera a basso costo e facilmente sfruttabile.

    Ci hanno guadagnato le Assicurazioni, le scuole guida e tutti quelli che offrono servizi indisoensabili e a pagamento.

    Chi ci ha rimesso tra gli italiani? I soliti noti.

    Adesso aspetto delucidazioni sulle belle parole 'politiche di integrazione'.

    ciao

    RispondiElimina
  31. @@@Ricky@@@
    Io non ho mica parlato di politiche di integrazione. Io parlo delle politiche causano la migrazione, e queste politiche prendono il nome di liberismo e globalizzazione. Politiche che tutti sostenete(ti ci metto dentro, perchè credo che di sicuro non sei un anticapitalista), che indubbiamente hanno portato un relativo benessere all'occidente ma che hanno causato e continuano a causare una forte povertà dei cossidetti paesi sotto-sviluppati. I governi sono in mano ai poteri economici, e questi poteri non vogliono altro che paesi poveri dove poter sfruttare terre e popoli per i propri profitti, e fin quando l'occidente porterà avanti queste politiche l'immigrazione è una cosa dovuta. Quindi, io lotto queste politiche non l'immigrato che è solo una vittima(e molti di loro compagni di classe)... molti altri preferiscono prendersela con il + debole per non fare uno sforzo di mettersi contro gli stati e la cultura economica occidentale.
    Ciao

    RispondiElimina
  32. Ciao Carlo come te la passi? Vedo che qui la situazione è accesa, leggo prima per bene tutto, poi se ritengo opportuno dirò pure la mia, per adesso ti lascio i miei saluti!

    RispondiElimina
  33. BUONA SERA CARLO , TUTTO OK ?
    .
    VOLEVO INVITARTI A PARTECIPARE AL RING - DEDICATO A PONY -
    .
    UN SALUTO E UN AUGURIO DI UNA OTTIMA SETTIMANA .

    RispondiElimina
  34. Ciao Carlo,
    avrei voluto lasciare qui un mio commento, col quale fare qualche osservazione sull’immigrazione in Italia e anche sull’emigrazione italiana nel resto del mondo… Poi mi sono lasciata prendere la mano poiché questo è un argomento che mi sta molto a cuore (ho una sorella emigrata da molti anni negli Stati Uniti: ha ottenuto la cittadinanza dopo cinque anni di residenza, ma ha da sempre dovuto misurarsi con diffidenze, spesso con derisioni che hanno assunto toni anche aspri). Così, invece di commentarti qui ho preferito dedicarti un post che ho pubblicato ora nel mio blog.
    Aggiungo che ciò che ho fatto personalmente non si è limitato a parlarne, anche in sedi pubbliche. Ma, partendo da una considerazione elementare (che - laicamente - non vorrei fosse fatto ad altri ciò che non piace sia fatto a me) ho sempre teso a mettermi nei panni altrui per comprendere i problemi oltre a ciò che ne era rappresentazione superficiale (o ufficiale) e, spesso anche con una esposizione in prima persona che non mi ha risparmiato in alcuni casi disagi e controversie anche consistenti. Come d’altronde mi ha sempre riservato gratificazioni l’incontro con “l’altro”, con qualcuno che ogni volta ha saputo confermare l’essenza profonda di sentimento e di pensiero che ciascun essere umano custodisce (o dovrebbe custodire) in se stesso.
    Non mi resta che ringraziarti per lo spazio che hai destinato a questo grande problema - che non è soltanto dei nostri giorni - e complimentarmi con te per l’analisi accurata (come in molti altri casi d’altronde) che ne fai. Penso che confrontarsi su un tale tema, senza pregiudizi, sia indispensabile per tutti coloro che possiedono una coscienza civile, sociale e politica, di qualsiasi colore essa sia.
    Buona settimana da Angela

    RispondiElimina