25/01/10

IMMIGRAZIONE 4

Per comprendere quello che oggi stà avvenendo nel nostro Paese sulla questione "migrazioni", è necessaria anche la conoscenza della storia delle stesse e come abbiano interessato, nelle diverse epoche, il nostro Paese. Certamente è un fenomeno che ha assunto le dimensioni attuali in pochi anni, mettendo a dura prova la nostra più che matura società dell'opulenza ed i governi locali e nazionali, spaventati e impreparati al confronto. Tuttavia, non è un fenomeno inedito.

immigrazione.jpgAd aiutare a comprendere, dovrebbe soccorrere anche la "memoria": il nostro Paese, dall'unità d'Italia fin quasi agli anni '70, è stato il maggior esportatore di mano d'opera in Europa, con circa 28 milioni di espatri. Negli anni '50 e '60 lasciarono l'Italia, in media, circa 300.000 italiani l'anno. Gli italiani che nel 1970 migrarono furono 152.000, a fronte di 144.000 stranieri residenti nel nostro Paese (fonte dati Caritas/Migrantes - Dossier statistico sulle migrazioni, anno 2005). Fino a quell'epoca, ossia gli anni '70, il fenomeno degli immigrati era talmente marginale per l'Italia da non giustificare nessuna cornice giuridica o organizzazione amministrativa dedicata.

Un primo interesse specifico si ebbe negli anni '80, quando l'Italia ratificò la "Convenzione internazionale sui lavoratori migranti" n. 143, firmata dal nostro Paese nel 1975 nell'ambito dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL). La Convenzione, promuoveva l'uguaglianza di opportunità e di trattamento dei lavoratori migranti. La legge che recepì la stessa, fu la 158 del 1981. A questa, seguì la legge 943 del 1986 che prevedeva norme anche contro l'immigrazione clandestina. Tuttavia, per tutti gli anni '80 gli interventi sulle migrazioni il nostro Paese li affidò a circolari del Ministero dell'Interno mentre il soggiorno e le espulsioni venivano regolati sulla base del "Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza". La prima regolarizzazione di stranieri presenti nel nostro Paese, si ebbe negli anni 1986 - 1987 e 1988 e registrò quasi mezzo milione di presenze.

Un primo intervento organico di legiferare sul fenomeno, fu tentato negli anni 1989-90 dall'Onorevole Claudio Martelli, allora Vicepresidente del Consiglio con delega all'immigrazione. La legge n. 39 del 1990 che prese il suo nome, si presentò sicuramente con contenuti attenti a cogliere i diversi aspetti del fenomeno immigrazione, dall'impatto della stessa sulla società  all'inserimento sociale degli immigrati e all'allontanamento degli stessi dal nostro territorio. Vennero stabiliti, inoltre, dei programmi di flusso e disposti appositi fondi per l'accoglienza. Certamente tale normativa intervenne in una situazione in cui gli stranieri giungevano nel nostro Paese ancora in forma ridotta e attraverso vie controllabili.

Nei primi anni '90 cominciarono ad essere registrati flussi massicci di immigrati, a causa di alcuni eventi "critici" che, in Europa, interessarono diverse nazioni. Si iniziò con l'ingresso di persone proventienti dalla ex Jugoslavia, fuggite dal loro Paese interessato da una guerra civile che causò devastazione e morte tra la popolazione. Negli anni successivi anche dall'Europa dell'Est cominciarono ad affluire migranti, caratterizzati da albanesi, romeni, polacchi, ucraini. Tutte popolazioni interessate da una profonda crisi economica e politica che causava, nelle rispettive nazioni, povertà, insicurezza e paura.

E' in quegli anni che si registra nel nostro Paese l'emergenza sociale. La quale, invece di essere affrontata con un organico intervento strutturale dalla politica, fu rappresentata e mediata dalla società dello spettacolo!!! Purtroppo, lì e rimasta fino ai giorni nostri!!!! Ho già parlato degli effetti "dannosi" che i media hanno avuto e ancora causano all'immagine degli immigrati, quindi è inutile che mi ripeta.

In questo contesto da "sindrome" da invasione, si sono succedute le più importanti, e per lo più inutili, leggi sull'immigrazione. Nel 1995 il Governo tecnico di Lamberto Dini, su pressione della Lega nord, varò il Decreto Legge 489 che conteneva norme più severe sulle espulsioni e sui ricongiungimenti familiari. Sempre lo stesso decreto, su richiesta del centrosinistra, conteneva anche provvedimenti per l'assistenza sanitaria e la regolarizzazione degli immigrati. Tuttavia, il complesso di norme non scoraggiò l'immigrazione clandestina che continuò indisturbata il suo flusso.

Nel 1998 fu approvata la legge n. 40, così detta "Turco-Napolitano", che prevedeva un complesso di diritti e doveri impegnativi per lo straniero, per il datore di lavoro e per lo Stato, nella prospettiva della partecipazione "congiunta" dei tre soggetti alla vita pubblica e all'integrazione sociale. Non si riuscì, in quell'occasione, ad inserire anche il diritto di voto tra le norme. A parte alcune figure controverse come il "tutor" che ben presto si dimostrò inutile quando non dannoso, anche questa legge non fermò l'immigrazione clandestina.

Agli inizi del 2002 venne varata la legge 189, anche detta "Bossi-Fini" che intervenne sull'impianto della legge Turco-Napolitano, modificandolo in senso repressivo. Anche la Bossi-Fini si rivelò fallimentare, tant'è che lo stesso Governo di centrodestra, nel giugno 2002, avviò la più imponente regolarizzazione di stranieri avvenuta nel nostro Paese. Inoltre, a fronte delle "richieste" da parte delle realtà produttive del nostro Paese ed al fine di "accontentare" l'anima pragmatica del suo elettorato a scapito di quella "ideologica", raddoppiò i flussi programmati in precedenza per il 2003 e li quadruplicò nel 2006. I cittadini stranieri che ne beneficiarono furono in prevalenza rumeni, ucraini e albanesi (dati Ministero dell'Interno - Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione).

Anche il successivo Governo di Romano Prodi che, in "campagna" elettorale, aveva assunto um impegno "incisivo" in tema di migrazioni, nel 2007 avviò un pacchetto di riforme e interventi, soprattutto in via amministrativa. Inoltre, adottò sedi informali di confronto con categorie economiche e sociali interessate. L'azione del Governo era mirata a individuare tutte le dimensioni del fenomeno e le loro connessioni, al fine di scoraggiare l'immigrazione clandestina e favorire l'integrazione. L'approccio innovativo al fenomeno, tuttavia, non ebbe un sostegno adeguato dalla coalizione di maggioranza mentre una serie di fatti di cronaca, ampiamente amplificati dai media, riportarono in auge la paura e l'insicurezza, opportunamente "sfruttata" dall'opposizione.

Il resto... è storia attuale. Assistiamo a corsi e ricorsi "emergenziali", per lo più di carattere istituzionale, in cui la questione migratoria ha assunto il carattere di "sicurezza". Manca qualsiasi intervento organico al fenomeno, fosse anche di rigetto. E' cambiato, invece, il sistema di lettura dello stesso, riducendolo ad un problema di "sicurezza pubblica", riconducendo la condizione giuridica dello straniero all'interno dei così detti "pacchetti di contrasto alla criminalità"!! (continua)

18 commenti:

  1. Ciao Carlo, è cominciata un'altra settimana e tu butti giù il tema che da anni continua a farci discutere..... provocatore che non sei altro!
    Allora, cominciamo a mettere dei punti fermi sulla questione, almeno per cominciare a capire dove può portare questa discussione.

    L'analisi che tu fai è solo "tecnica", e non tiene conto (forse volutamente) delle ragioni che spingono il migrante a lasciare la propria terra.
    Tutto vero sul fatto che l'Italia è stata negli anni precedenti, la Nazione che più di tutte ha “prodotto“ più emigranti; noi abbiamo un’età che ci ha permesso di vivere questo fenomeno; mio padre stesso, come tanti altri, ha dovuto ricorrere all’emigrazione per poter mantenere la famiglia, quindi mi colloco nella fascia di quelli che l’emigrazione l’ha vissuta e pertanto posso esprimere un parere.
    Carlo, sono diverse le motivazioni; tu non tieni conto dei diversi contesti. Negli anni in cui gli italiani emigravano, le nazioni che li accoglievano erano nella fase della ricostruzione post-bellica, mancava davvero la manodopera e mancavano le strutture; non a caso i nostri emigranti erano impiegati prevalentemente nell’edilizia e in minima parte nell’agricoltura. Ti dirò di più: per poter espatriare, si aveva bisogno della certezza del lavoro e si veniva sottoposti (a Torino) ad accurata visita medica, e solo dopo l’emissione del certificato medico si otteneva il nulla osta all’espatrio. Una volta arrivati in Germania, Francia e Svizzera, si veniva accolti dalle autorità del posto, si veniva “schedati” e “sistemati” nelle baracche (proprio così... baracche di legno).
    Negli Stati Uniti, come in Canada, in Argentina e negli altri Paesi delle Americhe, si viveva inizialmente in clandestinità. Negli Stati Europei, si poteva ottenere la cittadinanza dopo 5 anni di permanenza, e dopo l’accertamento che in quei 5 anni si aveva pagato le tasse. Il diritto di voto veniva concesso dopo l’accertamento della cittadinanza e della padronanza della lingua; e in caso di reato si veniva incarcerati e si buttava la chiave (ma quest’ultimo passaggio ha a che fare con la certezza della pena, caratteristica propria di uno Stato e pertanto non pertinente in questa discussione.
    Quali sono le motivazioni che attengono oggi all’immigrazione? Tutt’altre. Ipotizzando la carenza di lavoro nelle terre dei migranti (e su questo ci andrei cauto), le motivazioni sono quelle della ricerca di una vita migliore, condizione legittima per un individuo, ma che non può passare come “condizione di diritto”, perché l’immigrazione deve essere consequenziale alla possibilità di accoglienza, condizione obbligatoria a definirla “immigrazione”; senza la quale si tratta di “invasione” che, se produce insicurezza, deve essere affrontata in senso repressivo. Uno Stato sovrano, libero e democratico, deve fare le leggi prioritariamente per l’organizzazione dei propri cittadini, e si deve porre in modo “umanitario” per tutti gli altri casi.
    Tu pensi che al diritto dell’individuo a cercare una migliore vita deve conseguire “l’obbligo” all’accoglienza, o “il dovere” degli altri Stati a porre le condizioni affinchè il fenomeno non avvenga?

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  2. esatto carlo per la prima volta il popolo ita,liano si senti popolo coeso e non per via di una guerra (la grand guerra) come sostengono emionenti strorici del menga opss weeeeee buon giornoooo passo più tardi a leggerti

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  3. Beh Carlo, ti ci sei messo proprio d'impegno... e vedo che qualcuno replica, quindi funziona, bravo!
    Buona settimana!

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  4. Nel commento, Carlo, hai attraversato un passaggio importante, cioè quello che gli Stati da aiutare hanno governi organizzati in modo "tribale", spesso nomadi aggiungo io, (per cultura), e tradizionalmente legati a diversi valori: della vita, di religione, di usi e costumi.
    Ma ridurre la questione solo in questi termini non produce risultati, se mai ci dovessero essere per forza; perchè a questo punto te la butto io una riflessione: I Paesi del terzo mondo sono bellissimi dal punto di vista territoriale; i migranti provengono prevalentemente da aree ben definite, dove le risorse ci sono eccome, ma sono gestite appunto dalle cosiddette Tribù.
    Un'altra parte molto consistente proviene da Paesi che con la povertà non hanno niente a che fare, ma sono oppressi da Regimi dittatoriali, e che non hanno voglia di "combattere" per la loro libertà, trovando molto più semplice vendere le proprie cose e con il ricavato pagarsi il viaggio verso un Paese che (a parere loro) tutto concede.
    Alla luce di questa riflessione, siamo proprio certi che accogliendoli facciamo la cosa migliore?

    Ps. Ti spiego perchè la vittoria di Vendola consegna la Puglia al PDL:
    Le primarie sono state solo un fatto interno al PD, che lo ha distrutto, la candidatura di Vendola produrrà 3 candidati alla Presidenza della Regione: Palese per il PDL; Vendola per una parte della sinistra e una terza candidatura (che dovrebbe essere la Poli Bortone) che raccoglierà i voti dell'UDC e di quel PD scontento di Vendola. Gli unici compatti sono quelli del PDL, già forti per conto loro, e pochissimi di questi voteranno altri candidati se non il loro.

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  5. Per ora ricambio il tuo saluto Carlo, di certo mi fermerò in altro momento a leggere. E soprattutto mi armerò di pazienza.
    Bacio

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  6. No no, il tuo commento è frutto di neuroni
    sono i miei che latitano, la maggior parte dorme, altri hanno la febbre e alcuni sono in bagno da ore (con rispetto parlando).
    In linea di massima sarei d'accordo, a parte il grande scoglio che poni di mezzo, cioè mandare a casa un governo legittimamente eletto che nella media dei governi e nelle circostanze contingenti non sfigura affatto (ripeto nella media cui siamo abituati) come un campanilismo (legittimo) porta a credere.
    Ma domani leggo e rispondo meglio.
    ciao

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  7. weee carlo buon giorno non c'è modo di inglobare questo dfenomenio immigratorio non con la limitata estenione territoriale italiana, stanno iniziando ora a emergere problemi si sovrapopolazione e ne vedremo delle belle davvero

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  8. LA TUA ANALISI E LA MOLE DI DATI FORNITI , FA DI QUESTO POST , UN DOCUMENTO IMPORTANTE . ANCHE SE NON SEI ARRIVATO A DELLE CONCLUSIONI , TRA LE RIGHE ( E NON ) , SI NOTA UNA ELEVATA CRITICITA' NEI CONFRONTI DELLE MISURE , FIN ORA ADOTTATE , PER DARE RISPOSTE ADEGUATE A QUESTA MAREA DI DISPERATI , CHE RAGGIUNGONO IL NOSTRO PAESE , NELLA SPERANZA DI UNA VITA MIGLIORE .
    CONDIVIDO L' IMPOSTAZIONE DATA A QUESTO POST E RESTO IN ATTESA DELLE CONCLUSIONI .
    .
    SUL FRONTE DEL PERVERSO BREVE , DENOMINATO PROCESSO BREVE , STO BATTENDO IL CHIODO , ORMAI , SONO QUASI A RETI UNIFICATE .
    .
    BUONA GIORNATA CARLO .

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  9. siccome sono uomo pratico carlo prima cosa il processo mio non vedrà mai la fine e sai perchè? una delle due parti in causa ha sposato la sorella del giuduce, tanto perchè sia chiaro nelle mani di che gente sta la giustizia italiana, secondo, purchè le cose cambino e sul serio ok, al culo i soldi, se si deve fare di faccia e punto, lo dico per il resto della gente, d'accordo sarà retroattivo per parare il culo al kaimano? ok, ciò non viol dire che possa cambiare le cose per il futuro del resto della gente, dopodichè ancora non va bene? si prefeziona ulteriormente e senza strillare al salva kaimano ecc, è troppo ragionare cosi? o faccio parte degli italiani che solo quando toccati nel borsellino si interessano alla questione?

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  10. su questo concordo carlo dovremmo tutti gridare forte la riforma dell'intero sistema il problema è quanti poi finiribbero per mollare con la scusa che il kaimano ne trarrebbe dei benefici? di pietro in primis

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  11. weeeeeee carlitos buon giorno sei memorante anche tu?

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  12. memorNTE VUOL DIRE CHE RICORDI la shoah confesso carlo un po giù lo siamo tutti per tante ragione ma non diamoco per persio però ok? quanto a quelle robe al supoermarket beh dai mi diverto diciamo a farle

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  13. BUON GIORNO CARLO , TUTTO OK ?
    .
    HAI VISTO IL CASO VENTOLA ?
    .
    QUESTO PD E' TUTTO DA ROTTAMARE .
    .
    UN SALUTO CROSSATO .

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  14. uhhhhh beh nono ti si può dare torto e dai si raccontati un paio di barze e poi guarda la danza del ventre che ti "tira su" muaaajaaajajajajajajajahaahahaha

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  15. Buongiorno Carlo,
    l'immigrazione è da sempre un buon argomento per campagne elettorali e facili promesse. All'atto pratico il problema rimane sempre più grande di noi, del nostro piccolo paese. Punto fondamentale secondo me, sarebbe stabilire un quoziente che indichi la capacità di accoglienza. Un quoziente inderogabile. Ovviamente il discorso va fatto in termini Europei perché da soli questa è una fava che non si cuoce

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  16. SECONDO ME , E' UN MODO PER FORZARE LA MANO AL GOVERNO , PER RIAPRIRE IL DISCORSO SUGLI INCENTIVI-AUTO .
    .
    E' UNA CHIARA MOSSA DA LEGGERE IN SINDACALESE .
    .
    VEDREMO .

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  17. Caro Carlo, Federico è un mio ex allievo che si è diplomato perito informatico e poi ha preso la laurea di 5 anni in informatica. Sta cercando lavoro, ma dicono che è troppo specializzato.. E' un ragazzo un pò timido, e con poca faccia tosta. Ma è affidabile e competente. Questo non sembra valere. Tra l'altro scrive molto bene, ed è educato. Questo non va più nel mondo di oggi. Ciao, Anna

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  18. Scusa se torno al vecchio argomento.
    Intanto ciao.
    Deve essere cosi, come dici, libere elezioni e la speranza di un governo migliore, di una coscienza migliore, di uomini migliori.
    Ma porca miseria, può essere che in questo schifo di Stato (non Paese) non si possa mai lavorare intanto che una situazione è presente e bisogna campare di promesse elettorali e speranze nelle legislature ad oltranza?
    Davvero l'opposizione non riesce a spendere più energie e scardinare questo sistema (come in Svizzera toh) e lavorare sulle riforme necessarie, sul fisco, la giustizia, la sanità, etc...?
    Non può essere. Se Berlusconi incentra tutto su di se, diciamo cosi, non ti pare che tutti incentrino tutto su Berlusconi?
    Ma nessuno vuole lavorare per quello per cui è pagato, ''dio buono''?
    Se la smettessero di nominarlo finanche, sarebbero necessari argomenti da presentare all'elettorato, concordi? Da entrambe le parti.
    Allora si, riforme o alle elezioni a casa. Tutti insieme, gli uomini delle camere, compresi Di Pietro e Donati. Tutti.
    Un saluto.

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