12/09/12

Non mi sono spiegato

Credo sia necessario tornare sulla riflessione che volevo ispirare con il mio precedente post perché, a leggere la maggior parte dei commenti, mi sono convinto di non essere stato sufficientemente chiaro. Nella stessa, non ho proposto e nemmeno ipotizzato un'uscita dall'euro. Nè in modo esplicito nè sottinteso. Sulla questione ho una mia idea che, magari, in futuro diffonderò e ne discuteremo. Il senso del post, quindi, voleva essere altro e lo riassumo, brevemente, ricorrendo ad una metafora. Spero di essere, finalmente, compreso.

10 anni fa c'era un malato, Pinco. A Pinco i dottori imposero una cura. Quella cura, debilitò Pinco in modo devastante. Pochi istanti prima di morire, Pinco sfanculò i dottori che lo stavano curando e si sottopose ad un'altra cura, decisa da lui. In 10 anni Pinco si è ripreso e, oggi, gode di ottima salute. Ottima e florida.
Oggi, c'è un nuovo malato: Tizio. Ha la stessa malattia di cui soffrì Pinco. Uguale. I dottori che pretesero di curare Pinco, più un nuovo dottorino che da una decina d'anni svolge la professione senza grossi successi e che chiameremo Bicciè, hanno prescritto a Tizio una cura uguale a quella che prescrissero a Pinco. Uguale da sembrare una fotocopia. Punto. Fine della riflessione.
Già questo mi sembra un'enorme argomento su cui dibattere, senza bisogno di dover affrontare, contemporaneamente, l'ipotesi di un'uscita dall'euro. Riflettere sul fatto che a noi, il Tizio in questione, stanno imponendo una cura già somministrata in passato ad un altro malato, il Pinco della storiella, al quale stavano per far stirare le penne e che, comunque, ha passato un bruttissimo momento, dal quale ne è uscito in 10 anni e solamente cambiando cura.
Forse, e questa era la finalità della riflessione, sarebbe ora di discutere se reclamare, anzi pretendere di cambiare quella cura che ci hanno imposto, prima dell'ovvio disastro. Come? Io ho una mia ipotesi, anzi più d'una, ma avrei preferito ascoltare, prima, quelle degli altri invece di sentirmi dire che per noi non è possibile uscire dall'euro. Semplicemente perché, io, NON ho detto che dobbiamo uscire dall'euro. E non avrei voluto neanche sentirmi dire che Tizio è diverso da Pinco perché il punto non è questo! La questione è "la cura", oggi somministrata a Tizio e che ieri stava per mandare al creatore Pinco.
Semmai, e questo era l'altro scopo del post, si poteva anche discutere di quella forma di "paura", molto diffusa, provocata da un'immaginaria visione del fenomeno chiamato "default" di uno Stato. Immaginario perché nessuno di noi l'ha vissuto realmente ma che, tuttavia, ci viene descritto come la peggiore delle catastrofi, peggio della glaciazione cryogeniana avvenuta nell'era neoprotozoica. E noi ci crediamo, nonostante la storia ci ricordi che l'Argentina del 2001 o la Grecia nel 1936 hanno vissuto un default e.... non sono scomparse dal globo terracqueo!
Non vorrei, e prendo a prestito una frase di Tina lasciata nel post in questione, che ci siamo arresi ad una "tragica realtà, accettata per paura del peggio".

12 commenti:

  1. Carle', scusami per la battuta cretina che faccio.
    Personalmente ti dico non è che non ti sei spiegato ma sono io che non ho capito.
    Un caro saluto,
    aldo.

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  2. IL default fa paura, è vero... ma non riesco a capire quali conseguenze porterebbero, oltre a gravi conseguenze per la popolazione che si impoverirebbe enormemente (come se ora fossimo ricchi!!!).
    Hai giustamente riportato il caso dell'Argentina 2001 e della Grecia 1936 ma erano ben altri tempi. Ora siamo nel'era della globalizzazione (bella roba!!!) e ci sono regole ben precise per gli stati. Il punto è che non esistono regole in finanza... ecco perchè siamo nella bratta (me..a in genovese).
    Ecco, forse, quale potrebbe essere una cura: regole ben precise in finanza e criminalizzare il conflitto di interessi (vedi le varie società di rating che, in genere, fanno parte a gruppi finanziari).
    Per il resto credo che l'Euro e l'Unione Europea siano un buon mezzo per restare competitivi ma c'è necessità di politiche comuni tra tutti i paesi quanto avere lo stesso potere d'acquisto con la moneta unica fra tutti i paesi.... utopia? Mah!
    Per farmi capire meglio provo a spiegarlo in maniera più facile: Ora c'è il salva spread, hai persente lo sperpero di denaro che ci sarà per salvare un indice provocato dai grandi gruppi finanziari che hanno l'unico scopo di arricchirsi ulteriormente? E' assurdo, la stessa quantità di denaro si poteva utilizzare per produrre ricchezza e per aiutare l'economia. Se non ci sono regole precise a livello mondiale, in finanza, non si riuscirà a risolvere il problema e tutte le altre cure saranno solo palliative.
    Dimenticavo.... buongiorno, caro Carlo :-)
    Imperf

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  3. Non so se ci siamo arresi ad una tragica realtà per paura del peggio. (Che poi saremmo gli stessi - se non noi, Diocisalvi - comunque una larga maggioranza dei nostri connazionali, che fino a un anno fa sprizzavano ottimismo da tutti i pori, obnubilati dal "tutto va ben madama la marchesa" imperativo del berlusconismo, che hanno compiuto un salto dall'euforia più stolida al terrore più irrazionale senza pensarci due volte, anzi, senza pensarci affatto.) So che stanno cercando, con questa paura del peggio, di spazzarci via, di fregarci tutto. Si parla tanto del cattivissimo Monti; è di ieri la notizia della decisione della governatrice del Lazio madama Polverini, immediatamente esecutiva, di applicare la legge Brunetta sulla valutazione dei pubblici dipendenti (che doveva essere recepita dalle amministrazioni entro il 2014) decurtando a tutto il personale di categoria A, B e C il salario accessorio, pari a circa il 30% dello stipendio netto in busta, in attesa del "conguaglio" che dovrebbe restituire il maltolto al 25% degli aventi diritto che dovrebbero risultare le "eccellenze" (un altro 50% lo avrà decurtato del 50%, ed è prevista l'individuazione di un 25% di "cattivi" che non riceveranno più niente e verranno poi messi in mobilità). Io sono funzionaria e per ora mi salvo, ma per i miei colleghi dei livelli inferiori si traduce in una perdita secca di 300-350 euro in busta paga al mese... Il tutto contestualmente all'emergenza degli scandali dell'attuale gestione della giunta Polverini. Oplà!

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  4. Alla faccia della chiarezza, hai battuto tutti i record di limpida e cruda spiegazione - pur mantenendo la tipologia tradizionale, oggi si affacciano e non più timidamente anche le alternative e non convenzionali : omeopatica, erboristica, orientale, cristalloterapia, musicoterapia, olistioca ecc.ecc. perchè non provare cure meno chimiche? - con un pizzico di ironia ti giunga il mio ciao ciao

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  5. Ciao Carlo,
    negli ultimi cinquant’anni ci sono stati 126 casi di default di stati nazionali, solo il Venezuela l'ha dichiarato nel 1982, 1990, 1995-1997, 1998 e 2004.

    E ripeto cio' che ho scritto nel commento al post precedente, uno stato che dichiara default porta alla rovina materiale almeno il 30% delle famiglie con reddito medio basso.

    La "paura" del default non e' cosa astratta, e' quanto di piu' terribile possa accadere.

    Io ho paura di un default, anche se so' per certo che l'Italia e' lontana anni luce dal dichiararlo, e mai lo fara'.

    Il problema di questo paese non e' la mancanza di danari o di sistema economico/industriale/finanziario, e' che tutte queste risorse sono spartite fra un numero esiguo di loschi figuri.

    Per carita', nessuno pretende che un default comporti la sparizione da globo terracqueo della nazione interessata, ma di milioni di conti correnti si', non v'e' dubbio alcuno.

    Hasta
    Zac

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  6. Vedo, purtroppo, nonostante il caso Francia, un vento di destra in Europa. In Italia, poi, un blocco sociale conservatore risulta tuttora maggioritario. Temo ce lo spieghino questi fattori cosa possa essere un default.

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  7. Ciao Carlo, scusa la mia ignoranza in materia e se so qualcosa di più è grazie a te, perché mi sono stufata di aprire la TV o i giornali e sentire sempre le stesse cose, mentre noi... ad ascoltare senza poter fare niente. Quindi scrivo come la massaia.
    Noi cittadini non furbi e non disonesti, possiamo solo sbraitare ma non ci è concesso di mettere in pratica le nostre idee e risolvere i nostri problemi, mentre i furbi cosa hanno fatto? Ieri sera sentivo a Porta a Porta (che seguo poco peraltro) che sono stati esportati miliardi di euro in Germania e in Svizzera, sia da aziende perché si sentivano più sicure all'estero, che da privati per evitare le tasse. Tutto denaro sporco perché, anche se esportato soltanto per non pagare le tasse, è sempre "sporco".
    Non credi che se quei miliardi di euro fossero stati in Italia e tutti avessero pagato le tasse o le aziende avessero operato in Italia, le cose sarebbero andate un po' meglio?
    Noi non ci rendiamo conto che ci fanno credere quello che vogliono e ci nascondono chissà cosa, perché tutto il mondo è corrotto e non riusciremo mai ad evitare il danno fatto.
    Le risposte di ieri sera alle domande su questi soldi esportati non mi sono piaciute, troppo evasive e hanno cercato di cambiare discorso. Chissà, forse gli intervenuti alla trasmissione avevano anche loro fatto questo giochetto.
    Poi anche il NON controllo del commercio appena dopo la conversione delle lire in euro ha contribuito alla crisi, gli stipendi convertiti e i prezzi della merce raddoppiati.
    Poi i soldi spesi per missioni assurde, gli stipendi e le pensioni dei parlamentari, ecc ecc.
    Metti tutto insieme e vedrai che la crisi economica è chiara.

    Siamo troppo piccoli noi, in confronto alla grandezza della disonestà dei governi, non sapremo mai né i perché, né i come, né se ne usciremo.
    A scrivere quanto ho scritto, mi è già venuto il bruciore allo stomaco. :-(

    Buona giornata Carlo.
    Nadia

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  8. caro Carlo,

    nel commento di Zac, il suo dato dei vari default venezuelani mi ha portato ad una riflessione che avevo in sospeso da tempo.
    Sono stato in Venezuela per due brevi periodi nel 1981 e nel 1983, quindi a cavallo della prima dichiarazione di default del 1982 e della mia seconda trasferta mi è sempre rimasto impresso (ignorando la condizione "default") che molti balconi delle abitazioni erano completamente chiusi da sbarre tipo prigione.
    Sicuramente la mia considerazione è banale, ma ricordo di aver provato tanta tristezza.

    La distanza di anni luce da un default italiano, teorizzata da Zac, è rassicurante, tuttavia, io posso egoisticamente arrendermi, ma le nuove generazioni devono assolutamente capire ed agire di più.

    Ti auguro una buona serata. robi

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  9. Mi ripeto: io sono per il crollo totale delle borse (che non hanno più regole e rappresentano solo interessi finanziari ferocissimi), la disfatta delle monete (che non hanno più nessun legame con la democrazia), la sparizione della democrazia (che a chiamare così il nostro sistema facciamo rivoltare nella tomba coloro che hanno combattuto per la libertà).
    Cosa accadrà dopo? Non ne ho idea, ma forse sarà l'unica via per avvicinarci ad un mondo più vero ed equo.
    Ohhhh, l'ho detta!
    Ciao amico, un abbraccio

    Paolo

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  10. Ciao Carlo...in ritardo, ma ci sono arrivata ;-))

    Non possiedo l'ottimismo di Zac, diciamo che un mio prof ha potenziato la mia capacità di essere "razionale in maniera purgativa"

    Suo enunciato:

    "un fatto accade, è immodificabile in quanto accaduto, ma, se si analizzano tutte le circostanze che hanno portato all'accadimento di quel fatto, se ne modificano le conseguenze"

    Se osservo l'andamento del mondo del lavoro e le ultime dismissioni che sta attuando il governo, per forza di cose devo dare uno sguardo a quanto accaduto nell'ultimo quinquennio, il binomio Tremonti-Marchionne appartiene all'FMI, Marchionne diventa AD Fiat e

    1) chiude Termini Imerese
    2) dismette la fabbrica di autobus nel basso Lazio
    3) dimezza la produzione a pomigliano
    4) azzera quasi Mirafiori a Torino
    5) chiede ai lavoratori la castrazione mentale con la rinuncia ai diritti e la ottiene (la paura del peggio)
    6) dichiara che il progetto fabbrica Italia di due anni fa non è più valido a causa del crollo delle vendite.

    Arriva l'attuale "capo del governo italiano" e dopo aver annunciato equità, parte per il giro del mondo degli incontri che portano a molto fumo e niente arrosto, dichiara di essere cosciente di aver peggiorato la recessione e come ultima perla si scaglia contro lo Statuto dei lavoratori.

    L'attuale "capo del governo italiano" si è formato dentro le banche ed ha salvato le banche, non ha pensato a una patrimoniale e se la sta prendendo comoda nel tassare i patrimoni che sono migrati nelle banche svizzere.

    Le fabbriche Italiane che dovrebbero essere statalizzate proprio per evitare che prodotti di qualità e di largo impiego vengano comprate per un piatto di lenticchie stanno per chiudere, ci saranno altri posti di lavoro che si perderanno, quando la proporzione tra lavoratori da un lato e cassintegrati e pensionati dall'altro sarà di 3 a 7, calerà la mannaia del taglio delle pensioni...a quel punto come la chiami una simile situazione, default o fallimento?

    A quel punto, che si resti nella moneta unica o che si esca, la longa manus dell'FMI ha finito di strangolare il Paese, chiaro perchè nel tuo post precedente abbiamo parlato tutti di uscire o non uscire?

    Per il resto, sono in linea con Paolo, lui è generoso, spera che crollino le borse, io gli darei fuoco ;-))

    Ciao Carlo ;-))

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  11. ...scordavo

    dopo il quadro che ho dipinto sulla base di fatti accaduti, chiude Alcoa, cessa Carbonsulcis, spengono l'Ilva, quel che resta della Fiat smette di produrre, i contratti nazionali non esistono più, i diritti dei lavoratori cessano per mancanza di lavoratori, capisci che il primo "furbo" che arriva e assume detterà le condizioni e saranno condizioni da attenuazione della fame...non sceglieremo di uscire dall'euro, ci butteranno fuori.

    Ariciao ;-))

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  12. "la paura del peggio", Tina, è lì la chiave.

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