06/09/12

Un terribile evento

Anni di politica e di una classe dirigente corrotta ed aumento del debito pubblico, portano il Paese sull’orlo del baratro. Il Fondo Monetario Internazionale offre aiuto "condizionato" ad una serie di riforme, tra cui massime liberalizzazioni, anche dei servizi pubblici erogati dallo Stato, nonché riforma radicale del mondo del lavoro, taglio drastico del numero di dipendenti pubblici e compressione dei redditi da lavoro dipendente. Si fanno le riforme chieste ma il Pil continua a precipitare vertiginosamente. Si manifesta una drastica riduzione dei depositi bancari.
Le importazioni estere, a basso costo, minano la base industriale del Paese. Sempre più fabbriche chiudono e si diffonde la disoccupazione. La libera circolazione dei capitali consente a compagnie straniere di fare profitti all’estero. Gli speculatori acquistato gran parte del debito pubblico ad elevati tassi d’interesse. Si cerca di salvare le banche. Le classi sociali medie scivolano verso la povertà. I ceti sociali bassi, invece, sprofondano nella fame. La recessione raggiunge percentuali elevate mentre la disoccupazione travolge milioni di giovani e meno giovani. La tensione sociale aumenta pericolosamente.
Amici miei, pensate stia raccontando la storia del nostro Paese? Sbagliato! Si, lo ammetto, mi sono comportato da perfetto bastardo! Infatti, ho tolto alcuni chiari riferimenti, come il nome dei governanti o degli amministratori coinvolti e, soprattutto, del luogo in cui la storia si svolse. Si, avete letto bene! Si svolse, perché non è una storia dei giorni d'oggi ma accadde tra il 1998 ed il 2002, ovvero poco più di 10 anni fa, in una nazione chiamata Argentina! Quelli da me riassunti, sono i quattro anni che precedettero il default dell'Argentina.
Default, quel terribile evento che ci raccontano dobbiamo assolutamente evitare (ma nessuno sa bene il perché).
Da evitare con una "ricetta" imposta dal Fmi e dalla Bce (leggasi Francia e Germania) a Grecia, Italia, Spagna e Portogallo. Ricetta "uguale", talmente uguale da sembrare una fotocopia, a quella che, all'epoca, fu imposta all'Argentina dal Fmi (leggasi America, Francia, Germania, Cina, Russia anche se i Paesi del Fmi sono molti di più) e dall'America.
Si, avete letto bene: anche allora c'era lo zampino, tra gli altri, di Francia e Germania, nonostante non ci fossero ancora la coppia Merkel-Sarkozy, non foss'altro perché ancora c'era quel benedetto muro di Berlino.
Alla fine, lacerata da gravi tensioni sociali e politiche, l'Argentina sfanculò Fmi e America, dichiarò fallimento e rinegoziò il suo debito che allora ammontava ad una somma pari a circa 80 miliardi di euro, tagliando del 70% il debito estero. Disse: o questo oppure niente. Accettarono il 96% dei possessori di bond. Inoltre, saldarono i circa 10 miliardi di dollari dovuti al Fmi, con riserve nazionali.
Circa un mese fa, agli inizi di agosto, a quasi 10 anni da quel "tremendo evento" che noi dobbiamo assolutamente evitare (lo dicono i sobri e pure qualche politico di centrosinistra) Buenos Aires ha onorato l'impegno preso con i detentori delle obbligazioni a suo tempo rinegoziate, pagando l'ultima tranche del debito. Fine! The end!
Le cronache raccontano che il così detto "dramma da fallimento" durò 1 anno. Già dal secondo e gradualmente nel tempo, grazie a politiche diametralmente opposte a quelle imposte dal Fmi e dall'America, l'Argentina cominciò a risollevarsi. Oggi, è una Nazione in crescita, una di quelle "emergenti". Se ne fotte di globalizzazione e mercati, soprattutto finanziari.
Non vi faccio tutta la storia! Cercate e documentatevi, magari vi passa la "paura". A proposito, non cercate sui siti "governativi" ma, possibilmente, su quelli indipendenti, quelli che fanno contro-informazione! In rete, ci sono interviste ad esimi economisti, addirittura premi nobel dell'economia che asseriscono: "il crac in Argentina non può essere imputato semplicemente alla corruzione nazionale ma al sistema politico del Fmi che invece di sostenere una partecipazione vera nello sviluppo della nazione, introdusse meccanismi monetaristici che portarono alla rovina economica il paese".
Gli stessi "meccanismi" li stanno perseguendo, oggi ed in Europa, Fmi e Bce.
Un'ultima chicca: alla cerimonia con cui l'Argentina ha commemorato il pagamento dell'ultima rata di debito, il Presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner ha affermato che la loro esperienza "...dovrebbe insegnare qualcosa ai Paesi che oggi, in Europa, vivono una crisi che ricorda molto da vicino quella che portò al default di Buenos Aires...".

27 commenti:

  1. E allora mi chiedo, dopo aver letto attentamente questo tuo post, almeno noi in Italia impareremo la lezione? Ma soprattutto il resto dell'Europa ce lo lascerà fare?
    Un caro saluto,
    aldo.

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  2. @@@ PER ALDO @@@

    Ciao Aldo. L'Argentina, non chiese il permesso a nessuno. Comunque, quello che mi preme evidenziare con questa mia riflessione è che "la cura" che ci stanno imponendo, è completamente sbagliata e... non lo dico io. Personalmente, nella mia profonda ignoranza, capivo quanto fosse sbagliato ciò che stiamo facendo, già prima di approfondire la storia dell'Argentina. Sta a noi, quindi, selezionare al più presto una classe politica che ci conduca fuori da questa trappola.

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  3. Ciao Carlo,
    ma se tutti gli Stati in crisi qui in Europa facessero come l'Argentina cosa potrebbe succeredere? Qui non è una questione di una sola nazione e il problema mi sembra un po' più complicato. Ciò non toglie che l'economia mondiale è nelle mani di una banda di malfattori, per dirla con un eufemismo.

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  4. Non ce lo lasceranno fare perché, altrimenti, altri Stati seguirebbero l'esempio.

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  5. Aaaah bellissimo resoconto - hai colmato un pezzetto della mia ignoranza - e finalmente qualcuno che dice che la finanza non può essere l'unica via d'uscita al fenomeno crisi - non ne posso più di sentir parlare di soldi, spread, tassi e bond. Non ho fiducia nei partiti di qualsiasi colore, voglio il nuovo per ricredere e rinascere come cittadina italiana - grazie

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  6. In effetti la vedo sempre più nera...

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  7. Il default dell'Argentina però significò anche disperazione della gente che perse lo stipendio, situazioni di invivibilità assoluta, massiccia emigrazione fuori confine... Ho amici argentini che vivono in Italia da quell'epoca, costretti a scappare, perché non avevano da mangiare. Sarà anche stato solo un anno, ma in quell'anno più di qualcuno ci lasciò le penne.

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  8. gli argentine se l'erano meritata perchè avevano equiparato il loro dolloro a quello americano e l'hanno pagato miseramente. Da noi è diverso i giovani non lavorano come non lavoreranno, l'anno prossimo, neanche i vecchi. Non ci sono le condizioni per investire in Italia e i capitali rimangono all'estero. Il costo del lavoro da noi è così alto che se non esportiamo qualità non esporteremo più niente o se esporteremo esporteremo solo cervelli che andranno a produrre ricchezza all'estero.Sono riaperti i canali d'immigrazione e i posti pèiù ricercati sono la Germania e l'Australia che offrono a parità di prestazione tanti soldi.Si arrivaerà, perchè lo vogliono, agli stati uniti d'Europa e ogni nazione (a causa dei debiti contratti negli ultimi 50 anni)dovrà rinunciare a parte della sua sovranità per chetare i mercati e gli speculatori i moderni combattenti di questo nuovo tipo di guerra in corsa la Prima Guerra Economica d'Europa.

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  9. @@@ PER ALBERTO @@@

    Ciao Alberto. A me, invece, la questione non sembra per nulla complicata e la riassumo così: c'è un malato. A quel malato stanno imponendo una cura. Quella cura, l'avevano già imposta ad un altro malato. Quell'altro malato, se non scappava, lo accoppavano! E, comunque, sempre quel malato subì gravissimi danni dai quali, grazie ad un'altra cura da lui scelta, riuscì a guarire.

    Per ora, direi che c'è molto su cui meditare, senza per questo dover necessariamente parlare di "uscita" dall'euro che, peraltro, è una questione, come giustamente segnali, molto complessa.

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  10. @@@ PER DALLE8ALLE5 @@@

    Ciao Dalle8. Secondo me, se aspettiamo il "permesso", possiamo anche rassegnarci. Tuttavia, come anche detto ad Alberto, non intendevo suggerire un'uscita dall'euro ma riflettere su qualcosa di già accaduto (la cura) e del perché è necessario cambiare (la cura!!).

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  11. @@@ PER LORETTA DALOLA @@@

    Ciao Loretta. Condivido le tue speranze e sono contento che la tua riflessione abbia colto il senso di questa mia. Non solo basta finanza ma, soprattutto, le "cure" che la stessa ci impone.

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  12. @@@ PER ADRIANO @@@

    Ciao Adriano. Condivido la visione del futuro. Forse, sarebbe il caso di correre ai ripari, magari votando coloro che vogliono porre rimedio, modificandola, a questa "cura" che ci stanno imponendo.

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  13. @@@ PER CRI @@@

    Ciao Cri. Io, però, per ora non intendevo ipotizzare un'uscita dall'euro. Piuttosto, volevo discutere di una "cura" a noi imposta che, in passato, procurò all'Argentina grossi ma grossi guai.

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  14. @@@ PER ENIO @@@

    Ciao Enio. Gli argentini, sono molto simili agli italiani in fatto di goveranti. Furono portati al fallimento anche da politiche economiche sbagliate. Tuttavia l'episodio che mi ricordi, l'equiparazione del cambio tra dollaro e Peso argentino 1 a 1, venne solamente dopo le "riforme" imposte dal Fmi, quando oramai il Paese era allo sfascio. Lo era, perchè il Presidente Bush padre offrì un prestito codizionato all'ancoraggio del Peso argentito al Dollaro. Conseguenza fu che le esportazioni argentine divennero impossibili mentre le importazioni erano a basso costo. Le industrie fallirono... ed il resto l'ho raccontato.

    Gli Stati Uniti d'Europa, se fossero un'entità politica come gli Stati Uniti d'America, non ci sarebbe alcun problema. Io, non sarei contrario. Sono, invece, contrario a questo tipo d'Europa che è solo economica, dove ogni nazione pensa al proprio tornaconto, affogando quei paesi che non ce la fanno.

    Guarda caso, sono prevalentemente i Paesi del sud Europa, quelli dell'area mediterranea. Noi, siamo i terroni d'Europa.

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  15. ciao Carlo.ma si falliamo in allegria non diventiamo l'ennesime vittime del fmi.Fascismo,nazzismo,comunismo insieme non hanno fatto tante vittime umane quante ne ha fatte il fondo monetario e tutti i suoi compari

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  16. "sfanculò" mi piace tantissimo.

    Concordo sul commento di CRI.

    Sull'Argentina:
    sono centinaia i motivi, ma ricordiamoci che non v'e' alcun paese al mondo che dopo aver conosciuto per piu' di un ventennio una dittatura militare, poi non abbia avuto immensi problemi legati all'economia.

    Io ho parenti a Buenos Aires, e i soldi che avevano in banca, puff svaniti, nessuno glieli ha restituiti, ne ora ne mai.

    Hasta
    Zac

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  17. E' necessario veramente trovare una cura seria e smettere con i giochetti della finanza che ci affamano...io non so quale sia, di certo ci stanno derubando di tutto...anche della speranza!!!!!!!!!!!!!

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  18. Condivido il commento di Zac.

    Ciao Carlo.

    Ci sono un paio di elementi che mi impediscono di dire che concordo con te, sono di natura geografica e non.

    La prima la sua estensione, la seconda la sua popolazione, 40 milioni contro i 70 dell'Italia.

    Le sue materie prime nel sottosuolo nazionalizzate tutte, la sua estenzione nell'agricoltura e le Pampas adibite a pascoli, petrolio che viene utilizzato per le necessità della popolazione e il resto esportato...non c'è storia tra loro e noi.

    Il nostro territorio è stretto e lungo, l'idea di pescare il petrolio sta scatendo gli ambientalisti e i verdi, ma la cosa grave, abbiamo dato l'incarico a una ditta straniera...

    Potremmo farlo Carlo, ma prima di uscire dall'euro, serve uscire dalla convinzione che senza i "patriarchi siamo dei bambini inesperti".

    Vorrei solo una cosa, svegliarmi un mattino e scoprire che gli ultimi 4 anni sono stati un incubo derivato da cena pesante e non una tragica realtà accettata per paura del peggio.

    Cosa diavolo c'è di peggio di un popolo dominato dalla paura?

    Notte buona Carlo ;-))

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  19. Magari ricordare che sull’Argentina pende un riscorso internazionale (ICSID) che mira a condannare questo Paese a rimborsare centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori (in Italia ca. 60.000) che non aderirono alla rinegoziazione del debito sarebbe opportuno.
    Come sarebbe corretto citare l’enorme numero di famiglie (italiane e non) che a seguito di questo default hanno avuto gravi, se non tragiche, ripercussioni economiche.
    Il tutto peraltro senza che l’Argentina, a seguito del default, portasse avanti negli anni una reale crescita economica.
    Oggi si parla apertamente di un possibile nuovo default.
    La situazione è difficile con una inflazione reale dichiarata da enti non governativi che viaggia sopra il 20% e un disconoscimento internazionale dovuto al fatto che i pochi documenti a carattere economico divulgati da questo Paese sono giudicati inattendibili o addirittura falsi.
    Anch’io dico ai lettori che vogliono approfondire l’argomento di cercare sul WEB, anche sui siti che fanno contro-informazione…l’importante è che non sia sempre e comunque “contro”…
    Un saluto a tutti

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  20. @@@ PER MAURO @@@

    Ciao Mauro. Ho ricordato che l'Argentina ha rinegoziato il suo debito con i piccoli risparmiatori e che, di questi, il 96% ha accettato. Che l'Argentina non abbia sviluppato "una reale crescita economica" è opinabile e, comunque, a me risulta il contrario.

    Sulle "famiglie rovinate" una piccola considerazione del tutto personale: speculavano in borsa e come tutti coloro che usano uno strumento che, come unico scopo, ha quello di creare "ricchezza virtuale", hanno rischiato ed hanno perso. Piccoli squali, schiacciati dalla loro ingordigia. Esistono innumerevoli modi per "investire" in economia reale... ma è meno appetitosa sia per i piccoli che per i grandi squali della finanza.

    Non provo dispiacere e neanche solidarietà per gli stessi.

    Grazie per la riflessione.

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  21. Buongiorno Carlo,
    concisamente:
    i piccoli risparmiatori accettarono la rinegoziazione dei loro titoli perché “avevano una canna di pistola puntata alla testa”.
    Non entro nel merito sul discorso crescita economica sì, crescita economica no.
    Invito nuovamente te e chi è interessato all’argomento di cercare sul WEB: se vuole troverà ciò che cerca. Cito unicamente l’ultimissima che può dare un idea sulle reali condizioni economiche del Paese: il governo argentino ha istituito una tassa del 15% sui pagamenti effettuati con carta di credito all’estero.
    D’obbligo una replica relativamente alle “famiglie rovinate”.
    Certamente ci sono persone (ma in special modo fondi…c.d. fondi avvoltoio) che hanno speculato sui titoli argentini ma la beffa è che probabilmente gli speculatori sono ancora riusciti a guadagnare o andare alla pari su questi titoli (ancora oggi i titoli emessi a seguito della ristrutturazione del debito sono soggetti a speculazioni), ma la maggior parte dei piccoli investitori, e qui mi riferisco ai risparmiatori italiani, investirono in titoli argentini in tempi in cui i loro rendimenti erano pressoché allineati a quelli dei nostri BTP, quasi sempre su consiglio delle banche, fiduciosi che l’Argentina era un Paese sovrano, abitato da molti discendenti di nostri emigranti, un Paese con immense risorse naturali, …insomma l’idea di rischio era realmente lontana dai loro pensieri!
    Buona giornata!

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  22. @@@ PER MAURO @@@

    Ciao Mauro. Nel mio ultimo post mi ricordano che nei precedenti 50 anni, sono stati 126 gli Stati andati in default. E' questo che non mi fa credere alla "pistola puntata alla tempia" di un piccolo risparmiatore che, peraltro, si è fidato di un broker finanziario disonesto. Il sistema borsistico è, per sua natura, un sistema basato sul principio che chi fotte di più guadagna di più. Se mi ci infilo dentro, o sono preparato ad affrontare quel sistema oppure, appunto, prima o poi mi fottono perché, per esempio, capito nelle mani di un broker disonesto. Infatti, tu mi ricordi che, questi ultimi, o ci guadagnarono oppure non persero nulla dal fallimento argentino. Aborro quel sistema speculativo e, quindi, ho poca comprensione per chi si sente "derubato" dei suoi piccoli risparmi. Anzi... sono fortunati a godere di leggi nazionali e internazionali che li tutelano. Fosse per me gli direi: vuoi nuotare nella vasca dei pescicani? Accomodati ma non contare sulla mia tutela.

    Ovviamente, questa è una convinzione personale. Capisco perfettamente se non la si vuole condividere.

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  23. Carlo,
    stabilito che il mio ragionamento è riferito a chi ha investito in titoli argentini in tempi in cui nessuno parlava di default argentino, ribadisco che chi ha dato i propri risparmi all’Argentina lo ha fatto investendo in titoli di un Paese che aderiva al Fondo Monetario e al Club di Parigi (solo per citare due importanti organismi economici internazionali), di un Paese sovrano dove vigevano e vigono libere elezioni, di un Paese che godeva di un merito di credito (rating), attributo da importanti società specializzate, non speculativo.
    Non trovo corretto paragonare un piccolo investitore che investe i propri risparmi in questo modo ad uno “squalo” della finanza.
    Le famiglie italiane che negli anni passati hanno destinato i loro risparmi in BTP o CCT hanno compiuto la stessa operazione di coloro che investirono in titoli argentini negli anni ’90. Qualora l’Italia vada in default queste famiglie possono essere considerate famiglie di avidi speculatori!?
    Un saluto.
    P.S.: naturalmente confido che quanto si sta attuando a livello nazionale ed europeo eviti un tale destino al nostro Belpaese!

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  24. @@@ PER MAURO @@@

    Ciao Mauro. Avevo volutamente evitato di citare Btp e Cct e, conseguentemente, di distinguere tra coloro che investono i loro "risparmi" in questo modo e coloro che li investono in titoli di altri Paesi, perché immaginavo che saresti ricorso a questo paragone per perorare la buona causa dei secondi. Me li avevi già ricordati nel primo commento, però volevo aspettare conferma.

    Per come intendo io la questione, c'è una differenza profonda tra i primi ed i secondi, al punto da considerare coloro che investono in titoli stranieri, degli speculatori, e coloro che investono in titoli di credito dello Stato italiano, degli individui che investono per il benessere del proprio Paese.

    Non riesco, francamente, a considerare alla stessa stregua quei "piccoli risparmiatori" che, oggi, finanziano il debito tedesco perché "è garantito" anche se da una rendita quasi nulla o, addirittura, al netto delle tasse è pure negativa e non acquistano titoli del debito italiani, contribuendo ad innalzare quello spread che ci sta massacrando, perché gli investitori (compresi i nostri piccoli risparmiatori italiani) non si fidano dell'Italia.

    Allora, siccome il sistema è speculativo e, fondamentalmente, non c'è alcun fine di bontà, se non quella di aumentare le proprie rendite, personalmente li definisco squali. Piccoli squali perché piccoli risparmiatori. Ma sempre di quella specie parliamo.

    Mi spiace Mauro ma non sarò mai un difensori di questo tipo di "risparmiatori". Fosse per me, Borsa e sistemi ad essa collegati sarebbero da radere al suolo. Spero avrai letto, è di pochi giorni fa, come abbiano influito i "giochini" di borsa condotti da grossi gruppi finanziari che speculando sui generi alimentari di prima necessità, hanno fatto guadagni stratosferici (sostanzialmente non producendo nulla) ma anche fatto lievitare enormemente il costo al consumo, degli stessi.

    Al di là del mio proposito di radere al suolo il tutto, servirebbero regole più rigide e definite, la divisione netta tra istituti bancari di tipo speculativo e istituti bancari di credito economico, una tassazione drastica delle rendite finanziarie, un controllo serio nel movimento di capitali e, poi, chi vuole giocare giochi pure. Ma non cerchi il sostegno dello Stato se, poi, perde! Sostanzialmente.... si arrangi.

    Invece, noi, tramite la Bce oggi stiamo versando centinaia di migliaia di euro a quegli istituti di credito che hanno investito i loro soldi (e quelli dei loro clienti) speculando in borsa e che dopo aver creato le varie "bolle", quindi la catastrofe, hanno chiesto aiuto. Perché se saltano le banche, saltano i risparmi e se saltano i risparmi, salta il Paese.

    Quelle stesse banche, tuttavia, non scuciono un euro per un mutuo immobiliare, per finanziare l'economia, per sostenere attività e singoli individui in difficoltà.

    C'è qualche cosa che in questo sistema va cambiato. Doveva essere fatto già da tempo e, forse, oggi non staremmo qua a discutere di squali e piccoli risparmiatori.

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  25. Carlo,
    abbiamo punti di vista e visione sulle cose del mondo…come dire…divergenti.
    Mi arrendo ;-).
    L’importante è confrontarsi serenamente.
    Non è questione di radere al suolo Borsa e sistemi. E’ questione di radere al suolo…le persone!
    Scherzo!
    Come in tutto ciò che è dell’uomo (e naturalmente della donna) sono le persone che fanno la differenza.
    La ricetta è mettere persone capaci, sensibili e oneste ai posti giusti!
    Sono convinto che ce ne siano tante.
    Ovviamente…opinione personale!
    Ciao!

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  26. @@@ PER MAURO @@@

    Ciao Mauro. Non era una gara e, quindi, non hai bisogno di arrenderti. Come giustamente ricordi, ci siamo confrontati. Serenamente e, per quanto mi riguarda, con interesse. Per smentire l'impressione che ti sei fatto, le nostre divergenze (effettivamente!!!), ti dico che condivido sia la tua prima proposta (altro che scherzo!!!!) e pure la seconda. Persone capaci, sensibili e oneste ce ne sono. Peccato che ancora in molti non hanno capito che sono loro che dovrebbero occupare i "posti giusti".

    Ciao.

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  27. Agenzie di queste ultime ore:

    Buenos Aires (Argentina), 14 set. (LaPresse/AP) - Migliaia di argentini hanno manifestato ieri sera a Buenos Aires contro il governo della presidenta Cristina Fernandez, che ha perso popolarità dopo la sua rielezione a causa dello scontento per scandali di corruzione, il problema della sicurezza e la situazione economica. Con un'inflazione al 25% circa gli argentini hanno provato a cambiare i pesos con i dollari, ma il governo ha introdotto delle restrizioni che rendono quasi impossibile ottenere dollari legalmente.

    "Cristina, il voto non dà l'impunità per le truffe morali o per distruggere l'economia", si leggeva su un grosso cartello portato da un gruppo di giovani dimostranti in Plaza de Mayo, di fronte al palazzo del governo. Le modalità di protesta dei 'cacerolazos', questo il nome dei dimostranti che protestano battendo pentole e tegami, sono una tradizione in Argentina e la manifestazione di ieri è stata spontanea e non organizzata dai partiti di opposizione.
    ....

    Un saluto

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