19/12/13

Buone feste

Prima di introdurvi in quella che è, probabilmente, la mia ultima riflessione per quest'anno, voglio esprimere a tutti voi che mi avete seguito fino ad oggi l'augurio che possiate passare serene feste. Il post che segue non è a tema natalizio e neanche festaiolo. Però, concedetemelo, qualcosa del Natale ci sta.



Infatti, mancavano quasi due settimane al Natale. Due anni fa. C'era il governo dei sobri ed equi tecnici, voluto da Napolitano e sostenuto da centrodestra e centrosinistra. Organizzarono una conferenza stampa per illustrare le linee principali di quella che verrà chiamata la "riforma Fornero", dal nome di colei che la concepì. Elsa Fornero è quella ministra che nel corso della conferenza stampa si fece scappare la lacrimuccia. Pochi attimi prima di frignare e con voce rotta dall'emozione, affermò che la riforma del sistema pensionistico italiano che avevano preparato prevedeva sacrifici per i lavoratori ed era "costata psicologicamente" anche a loro. Il resto è storia. O quasi.
Era costata psicologicamente anche a loro? E le infamie mai raccontate e contenute in quella riforma che piano piano stiamo scoprendo, a noi lavoratori cosa ci costano? L'ultima è saltata fuori pochi giorni fa e grazie ad una circolare esplicativa di alcune norme contenute in quella riforma, trasmessa a tutto il personale dell'Amministrazione in cui lavoro. Il caso ha voluto che accadesse sempre pochi giorni prima di Natale. Cercherò di raccontarla in parole povere.
Si può andare in pensione a 62 anni, purché si abbiano 42 anni di servizio (41 per le donne). Si chiama "pensione anticipata" e se ne può usufruire fino al 31.12.2017. Dopo tale data, si va in pensione da morti o quasi. Io sono tra questi ultimi. Chi usufruisce della "pensione anticipata" ma ha meno di 62 anni, può andare in pensione ma il suo assegno pensionistico viene ridotto in percentuale, con un perverso meccanismo che non sto qua a spiegare.
Ad un certo punto, leggendo, trovo questa frase "nel computo dell'anzianità di servizio si valutano solo i giorni di effettivo lavoro, oltre alla maternità obbligatoria, la leva, le assenze per malattia e infortunio".
Infami.
Cosa significa? Significa che una lunga serie di "diritti" di cui usufruiscono i lavoratori, costati anni ed anni di lotte sindacali, sono stati trasformati in penalizzazioni, negazione di quello stesso diritto, scempio di ogni principio civile, morale ed etico. Il lavoratore che si è assentato sulla base di quel "diritto" sancito dalle legge, ripeto dalla Legge, dovrà prolungare l'attività lavorativa di tanti giorni quanti sono quelli in cui si è assentato, se non vuole incorrere nelle penalizzazioni di cui sopra. Quali sono questi diritti sanciti dalla Legge?
Il diritto allo sciopero, riconosciuto dalla nostra Costituzione e disciplinato dallo Statuto dei Lavoratori e da un nutrito numero di leggi che non sto ad elencare. L'infamia: in questo modo il lavoratore paga lo sciopero due volte. Quando vi aderisce perché il corrispettivo stipendiale delle giornate di sciopero viene detratto dalla busta paga. Al termine della sua vita lavorativa, prolungando la stessa di tanti giorni quanti sono stati i giorni di sciopero a cui ha aderito.
I permessi previsti dall'art. 33 della Legge 104/1992. Per chi non lo sapesse, stiamo parlando di permessi per l'assistenza, l'integrazione sociale ed i diritti delle persone handicappate. Principali destinatari di questa legge sono i disabili e chi vive con loro. Il presupposto di questa Legge è che l'autonomia e l'integrazione sociale si raggiungono garantendo alla persona handicappata e alla famiglia adeguato sostegno. L'infamia: una madre con figlio disabile, può usufruire di 3 giorni al mese di permesso. Ogni anno sono 36 giorni. Per quanti anni quella madre o quel padre hanno dovuto assistere il figlio disabile? Si trasformeranno in mesi o anni di lavoro in più.
I permessi previsti dall'art. 42 del Decreto Legislativo 151/2001. Stiamo parlando di congedi retribuiti di due anni, per l'assistenza a familiari con grave disabilità. L'infamia: come sopra. Devo aggiungere altro?
Le maggiorazioni di servizio virtuali, come quelle riconosciute dalla Legge 388/2000 e relativa al prepensionamento di lavoratori disabili oppure il riconoscimento di vittima del terrorismo o dell’amianto. Ancora infamia.
I periodi relativi ai riscatti di laurea, specializzazione, diplomi professionali anche se oggetto di ricongiunzione, così come previsto dalla Legge 29/1979. L'infamia: tu hai versato all'Inps 5 anni di contributi (significa parecchie migliaia di euro) per cumulare gli anni di università ai fini pensionistici, però quei 5 anni non valgono più ai fini pensionistici.
Queste norme sono retroattive ovvero investono tutti i lavoratori che da 10, 20, 30 o più anni usufruivano di queste agevolazioni di legge. Queste e tante altre sorprese che salteranno fuori con il tempo, sono i regali di Natale che, due anni fa, un sobrio ed equo governo di tecnici dispensò ai lavoratori senza che questi ultimi, naturalmente, muovessero un dito.
Questa è la riforma alla quale Matteo Renzi, lo stravotato ed acclamato dal popolo che ha partecipato alle primarie del Partito Democratico, tributò "…il valore ed il merito della riforma Fornero sull’età minima per andare in pensione…”. Riforma che lo stesso Matteo Renzi ha più volte affermato che non va toccata.
Invece Giuseppe Civati che aveva dichiarato di voler "rivedere" quella riforma, sostenuto in questo da Sinistra Ecologia e Libertà che ne fece uno dei punti cardine dell'ultimo programma elettorale, è stato snobbato dal popolo di cui sopra.
Noi lavoratori, siamo degli emeriti coglioni senza dignità alcuna!
Buone feste, amici miei.

16 commenti:

  1. Ergo ne consegue che mio figlio (Massimo) in base alla 104 e seguenti ha DOVUTO usufuire di tre giorni di permesso sia per la madre che per me e non una sola volta, ne subirà le conseguenze.
    I N F A M I !!!
    Ci diciamo BUONE FESTE? Diciamocelo.
    Un caro saluto,
    aldo.

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    1. Se Massimo va in pensione per il 2017, allora si, si applicano quelle regole infami. Altrimenti, sta come me: non sappiamo se, quando e come andremo in pensione.

      Comunque, gli AUGURI ce li facciamo lo stesso. Ci servono!!!

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  2. Ciao Carlo
    hai tirato fuori un argomento davvero importante e che ultimamente viene dimenticato... aggiungo che ultimamente i datori di lavoro fanno anche pressioni su chi utilizza le 104, poi andando a vedere chi utilizza tale diritto praticamente è come se dovesse lavorare qualche anno in più ai fini pensionistici... meno male che piangeva la Fornero.

    Tanti auguri amico mio buone feste!

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  3. per Natale, a tutti i tecnici ed ai politici che hanno scritto e condiviso le vergognose regole che hai citato, voglio augurare un piacevole viaggio di sola andata, destinazione AFFANCULO.

    Caro Carlo, l'augurio per noi è di nascondere un pò di rabbia dietro l'albero e tentare qualche giorno di serenità. Ciao. robi

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  4. Buone feste a te e atutti i lettori del tuo blog.

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  5. Proprio ieri leggevo uno status di un mio contatto su FaceBook: "Sono disposta a farmi togliere qualche garanzia pur di garantire il lavoro ai miei figli e ai coetanei dei miei figli.", ammischiandola, come spesso fanno questi che si fanno infinocchiare dalle sirene liberiste, sul fatto di "cacciare così i privilegiati e i parassiti."
    Ti copio la mia risposta: "I privilegiati, parassiti etc andrebbero cacciati sì, costituendo uno dei fattori di stagnazione e ostacolo al benessere e alla crescita. Ma non è eliminando le tutele che si otterrà questo virtuoso risultato. Anzi, conoscendo purtroppo bene i meccanismi amministrativi, posso dire che questi saranno sempre i primi a sfangarla. Lavoro da oltre vent'anni nella pubblica amministrazione come dipendente della Regione Lazio, vincitrice di concorso, avendo lasciato per quel "posto fisso" un impiego privato che mi gratificava enormemente dal punto di vista economico, umano e professionale facendo un errore per cui ancora oggi mi mordo le mani, e ho ben presente le procedure. Non nutro grande fiducia nelle doti del mio attuale datore di lavoro Zingaretti, anche se l'ho votato con convinzione pur di allontanare dalla gestione del potere gli epigoni della Polverini; ma credo che nemmeno se fosse un superuomo potrebbe rimediare alle storture e alle cattive abitudini dell'apparato. Ci vorrebbe una bella dose di napalm per ripulire tutto, a cominciare dai dirigenti asserviti ai politici che, a partire dalla sciagurata riforma Bassanini (e lo dico da donna di sinistra), hanno visto il loro stipendio divergere in modo inversamente proporzionale dalle loro responsabilità, nel senso che mentre quello è aumentato in modo sconciamente esponenziale quelle si sono praticamente azzerate, al punto che sono loro, oggi, i primi a fare da tappo all'organizzazione, all'efficienza e allo svolgimento del lavoro. E siccome sono loro che debbono valutare il merito, loro individuale e dei loro sottoposti, le conseguenze si intuiscono da sole. L'idea che ridiscutere l'articolo 18 sia la panacea dei mali che affliggono il sistema lavoro in Italia è un diversivo, un modo di approfittarsi un po' sconcio della situazione per fregare un altro po' di disgraziati, quelli non privilegiati, e basta."
    E con questo ti auguro di cuore giorni di festa sacrosanti e sacrosantamente goduti! :*

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  6. Sono stanco Carlo, buone feste.

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  7. Sì, bisogna che ce li facciamo lo stesso. Bisogna proprio.
    Buone feste Carlo.

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  8. Buone feste Carlo! :)
    A presto

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  9. Caro Carlo, hai dimenticato di dire che i "loro" privilegi non sono stati toccati, anzi si son presi qualcosina in più. Non sono più dell'umore per fare auguri... anche se poi... Ma un abbraccio te lo voglio proprio dare!
    Anna

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  10. E' stata per me una piacevole sorpresa trovare i miei post ,dopo il famigerato agosto dell'espulsione ,citati sotto il mio nome nella tua Torre di Babele. Come hai fatto? A me non è riuscito e li ho sparsi qua e là come la Sibilla cumana. Grazie e splendidi auguri. Come li trasferisco su blogspot.it?
    Corinina

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  11. Carlo ciao! forse per la 104 è cambiato qualcosa di recente, almeno mi pare.
    Renzi non è ancora presidente del consiglio, capisco che possa non esserti simpatico, ma mi pare che di responsabili ce ne siano un bel po'prima di lui.
    Tu ti ricordi mica che cosa si è organizzato a livello sindacale contro la riforma Fornero? forse tre ore di sciopero.

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  12. basta a festeggiare, aspetto tue visite e sopratutto toi pareri... ciao

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  13. Scusami Carlo, ma il tuo riferimento al riscatto degli anni universitari non è esatto, mi hai fatto prendere un colpo quando l'ho letto e questa notte ho dovuto ricorrere alle Benzodiazepine per riposare un po'.
    Questa mattina ho telefonato all 'I:N:P:S. di Pordenone (capoluogo di provincia) e mi è stato detto che non corrisponde al vero. Il riscatto degli anni universitari a tutti gli effetti rientra come contributi da lavoro e pertanto il requisito per la pensione anticipata è dato dalla sommatoria degli anni riscattati più quelli effettivamente lavorati.
    Non contento ho mandato una e-mail alla sede centrale di Roma, ricevendo dopo due ore la stessa conferma.
    In effetti sarebbe paradossale, come nel mio caso in cui andrò in pensione con 42 anni e dieci mesi di lavoro all'età di 65 anni e otto mesi che a causa della circolare da te citata dovessi andare in pensione "anticipata" a 70 anni e otto mesi, quando per quella di vecchiaia nel 2014 si va con 66 anni e 3 mesi e nel 2018 attorno ai 67 anni. Mi pare un palese controsenso che uno vada in pensione anticipata con 3 anni in più rispetto alla pensione di vecchiaia (sic!).
    Spendi, se del caso, anche tu una mezza giornata per chiarire l'arcano.
    Hasta siempre.
    haffner

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    1. Haffner, faccio mea culpa. Per esigenze di brevità, visto che il post era lunghetto, forse non sono stato molto chiaro nell'esporre la mia riflessione. Quelle "penalizzazioni" si applicano a coloro che maturano i 42 anni di servizio ma non hanno i 62 anni di età, previsti per usufruire della "pensione anticipata". La circolare da me citata è del 26.11.2013 e, dopo aver elencato le tipologie di assenza da me citate, aggiunge:

      "IN CASO DI FRUIZIONE DI CONGEDI DELLE TIPOLOGIE SOPRA ELENCATE, I DIPENDENTI CHE NON HANNO ANCORA COMPIUTO 62 ANNI DI ETA' AL 31/12/2017, AL FINE DI NON INCORRERE NELLE PREVISTE PENALIZZAZIONI POTRANNO PROLUNGARE L'ATTIVITA' LAVORATIVA DI UN NUMERO DI GIORNI DI SERVIZIO EFFETTIVO PARI ALLE ASSENZE EFFETTUATE".

      Sempre per chiarezza, aggiungo che quelle assenze non incidono sul computo dell'anzianità di servizio ma solo sull'anzianità contributiva (che, poi, è ciò che sta a cuore a chi va in pensione e vuole andarci con un assegno dignitoso).

      L'Amministrazione per cui lavoro, afferma che queste siano disposizioni diffuse dall'INPS. Spero di aver fatto chiarezza e mi dispiace per il panico che posso averti procurato. Tuttavia, come vedi, qualche poveraccio incapperà comunque in quelle norme cappio.

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