06/12/13

La ripresa è vicina

Pochi giorni fa, alla fine di una giornata di lavoro più lunga del solito, lo scooter usato quotidianamente per compiere il tragitto casa-ufficio-casa, poco più di 60 Km. in totale, mi ha abbandonato. Batteria morta. Per due giorni sono stato costretto ad usare il così detto "trasporto pubblico" ovvero quegli automezzi messi a disposizione della collettività per le necessità di spostamento e che, a fronte di un un costo per nulla economico, offrono una qualità del servizio che va dall'appena accettabile al decisamente scadente. Ma di questo parlerò un'altra volta. Lo scooter guasto è stata l'occasione per confermare a me stesso, semmai ce ne fosse ancora bisogno, che l'avversione che nutro verso il nostro "Palle d'Acciaio" non è affatto infondata.



Lo scooter non parte e chiamo l'officina presso la quale, da anni, lo porto per la manutenzione periodica. E' un'officina che conosco bene, nella quale ripongo fiducia e che esiste, nei miei ricordi, da almeno un paio di decenni. Spero in un consiglio o aiuto. Purtroppo il telefono squilla ma non risponde nessuno e, vista l'ora tarda, mi rassegno all'idea che abbiano già chiuso. Così, dopo una mezz'ora di inutili tentativi ed aver sopportato il filippino che vende borse taroccate e che insiste nel voler far partire uno scooter con cambio automatico, a spinta, e vagli a spiegare che quel modello non parte a spinta, rinuncio. Lascio lo scooter e prendo i mezzi pubblici. Una distanza che quotidianamente percorro in 50 minuti mi è costata 2 ore e mezza di  pura odissea. Ma di questo, come già detto, semmai parlerò un'altra volta.


Il mattino dopo, dall'ufficio, chiamo nuovamente l'officina ad un'ora che so essere già aperta. Il telefono squilla ma non risponde nessuno. Riprovo alcune volte, invano. Penso ad un guasto al telefono: la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo! A metà mattinata decido di prendere un'ora di permesso ed andare direttamente in officina, usando la metropolitana. La metropolitana di Roma è un mondo a se stante ma, mi ripeto, semmai ne parlerò un'altra volta.

Giunto a destinazione, vi lascio immaginare la meraviglia quando ho trovato la stessa chiusa ed un foglio attaccato ad una delle porte, con sopra stampato un numero di cellulare e l'invito, rivolto ai clienti, a chiamare. Mentre componevo il numero pensavo alla possibilità che ci fosse stato un lutto familiare oppure che stessero ristrutturando i locali di quella che conosco come una grande officina dove lavorano 4 persone. Mi ha risposto il titolare:
"mi dispiace signor Carlo. L'officina ha cessato l'attività subito dopo l'estate perché non riuscivamo più a sostenere il costo dell'affitto del locale mentre il lavoro è notevolmente diminuito. Stiamo cercando qualcosa di più piccolo, magari sempre in zona, dove ricominciare l'attività io ed il mio socio. Gli altri due meccanici, invece, hanno il problema di ricollocarsi altrove. Per il momento, non siamo riusciti a trovare nulla di adatto. Se riapriremo, l'avvertiremo. Le consiglio di rivolgersi da Pinco, è un'officina piccola a due passi dalla nostra ma le assicuro che è onesto e bravo. Mi dispiace non poterla aiutare in altro modo."
Sono solo riuscito a fargli gli auguri.
La ripresa è vicina dice Palle d'Acciaio ma intanto il Paese continua ad affondare!

6 commenti:

  1. Come si fa soltanto a sperare in una ripresa vicina che invece è lontassima e c'è da domandarsi se e quando ci sarà.
    L'episodio che ci hai descritto ne è la prova.
    Fino a quando saremo capaci di resistere?
    Un caro saluto,
    aldo.

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  2. E mentre palle d'acciao dice che la ripresa è vicina, domani alle 10.00 Maurizio accompagna mio figlio a prendere il volo per Tenerife, posto dove la sua professionalità trova lavoro, ieri sera erano a cena da noi e mia nuora mi ha detto che se Gigi si colloca, nel 2014 si trasferiscono tutti e tre, io che cazzo ci faccio a Torino se non ho la mia famiglia al completo da queste parti?

    Se loro migrano, migrerò anch'io, palle d'acciao non ha detto quanti sono i pensionati che stanno migrando verso paesi dove la pensione permette di vivere non dignitosamente, ma in un certo benessere, da noi si sta arrivando a raggiungere la fine del mese con delle rinunce e io ai miei vizi non voglio rinunciare, li ho pagati i contributi, non voglio rischiare di fare la fame in nome di un palle di acciao che prende per il culo alla democristiana maniera.

    Notte buona Carlo ;-))

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  3. se non fosse che sono molto più vicino all'ultima urna che alla prima comunione, analizzerei con convinzione la possibilità di andare affanculo da qualsiasi altra parte del mondo.
    Sfogo flash in diretta dai risultati delle primarie.
    Ciao Carlè, buona settimana. robi

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  4. IIUUUHHHH sei tornato efficiente e commetabile - IIIUUUHHHH si capisce che sono felice?

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  5. più che palle d'acciao io lo chiamerei testa di coccio perchè non si è accorto del movimento dei "forconi" che dilaga e li sotterrerà sotto un mare di cacca... questo è il peggiore governo che abbiamo avuto dal 1945 in poi

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