24/04/15

Le liberatrici (di Zacforever)

Credo che noi tutti si stia vivendo un momento storico molto particolare nel corso del quale, a mio modo di vedere, stanno accadendo fatti particolarmente preoccupanti e pericolosi. Pericolosi per la nostra Democrazia, per la nostra Costituzione e per la nostra Repubblica. Pertanto per noi tutti o, almeno, per quella parte del Paese che crede ancora in certi valori. Siamo anche giunti ad un'importante ricorrenza: i 70 anni dalla Liberazione dell'Italia dal nazifascismo. Proprio in considerazione del momento storico vissuto, avrei voluto proprorre un post su questo 25 aprile che fosse un momento di riflessione, senza retorica. Poi sono capitato nel blog di Zac ed ho trovato, secondo me, un post bellissimo, intenso e commovente. Lo propongo qua da me, integralmente e con il suo consenso.

Donne bellissime.

Carla era un’infermiera alquanto atipica, curava, cuciva, correva, rischiava. Non era armata, come Tina, una sua compagna, che in bicicletta percorreva le stradine fra Treviso e Padova, per portare radio ricetrasmittenti, a continuo rischio cappio, e che un giorno decise di farsi dare un passaggio da un camion di nazisti, aggirandoli con la scusa di avere un sacco di libri pesanti dentro la valigia.

Nello stesso periodo Adriana riparava i ricercati dalla Gestapo, e quando la banda Koch la catturò, questa donna bellissima fu "stesa su un letto di chiodi e battuta con un arnese che serviva per il camino, persi tutti i denti, mi spaccarono quasi tutte le costole, ma io non parlai, per otto giorni non parlai…. ah, scordavo, mi strapparono anche tutti i capelli, ma io non parlai".

Quelle che andavano sui monti si occupavano di tutto, quelle che restavano in città si occupavano di tutto. Ines, Gina e Livia restarono in città, e si inventarono la prima forma di resistenza pacifica; appena avevano il sentore che nel paese limitrofo le SS stavano rappresagliando, davano l'allarme, tutti gli uomini abbandonavano l'abitato, e loro, donne bellisssime, si schieravano di fronte alle loro case, tenendosi per mano, aspettando i tedeschi cantando le canzoni che di norma si sentivano nelle risaie. Tutte senza armi.

Paola lavorava al Comune, a stretto contatto con i fasci, e riusciva a far sparire centinaia di stati di famiglia bollati come "di razza giudia", alcuni li bruciava, altri li faceva falsificare, Fam. Goldstein diventava Fam. Bianchi, e così salvò migliaia di esseri umani facendoli transitare per i valichi svizzeri, salvo poi essere impiccata in pubblica piazza.

C’era Clorinda, combattente, che venne catturata, stuprata, azzannata dai cani della Gestapo, torturata dal capo nazi, infine impiccata pure lei.

Alla fine di queste donne bellissime rimase poco o nulla, si contarono in circa diecimila le vittime deportate, torturate, seviziate e macellate come bovini, talune si salvarono, e a parte casi rarissimi (leggi Nilde Iotti e Tina Anselmi), tornarono a fare i lavori di casa fra le mura domestiche, continuarono a fare la vita di prima, lavare, cucinare, badare, crescere i figli, accudire il focolare, senza che nessuno dicesse loro grazie.

Su 70mila donne bellissime solo 18 furono insignite di medaglia al valore, e null'altro.

Dopo il 25 aprile vi furono le sfilate nelle città liberate, prima gli alleati, poi i gruppi partigiani composti dagli uomini, in fondo alla parata le donne bellissime, solo alcune e non sempre, dato che persino il PCI all'epoca considerava scostumato far sfilare una donna che era stata sui monti con gli uomini, e le medesime venivano insultate dalle donne che non avevano mosso un dito al grido di "puttane" quando andava bene, e questo comportamento ignobile fece sì che le storie uniche e irripetibili di questo meraviglioso esercito di eroine finisse irrimediabilmente nel dimenticatoio.

Io non vi ho mai conosciute, care Compagne, ma vi avrei sposate tutte.

Mi sento come pervaso da un senso di latente colpevolezza, da uomo mi sento corresponsabile di questo abnorme insulto perpretato per decenni, vi porgo le mie scuse, per quanto possano servire, care donne bellissime.

"LE DONNE CHE HANNO CAMBIATO IL MONDO NON HANNO MAI AVUTO BISOGNO DI MOSTRARE NULLA, SE NON LA LORO INTELLIGENZA" Rita Levi Montalcini.

2 commenti:

  1. Grazie Carlo e bravissimo Zac. Leggendo il post vengono veramente i brividi che mi hanno fatto tornare in mente il tomanzo e il film "L'AGNESE VA A MORIRE".
    Grazie ncora compagni,,.....veri compagni.
    aklo.

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  2. ps: scusate, l'emozione mi ha tradito:
    - romanzo al posto di tomanzo;
    - ancora al posto di ncora;
    - aldo al posto di aklo

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