24/02/09

Leoni per agnelli

Tempo fa esposi alcune mie idee sulla guerra (http://carlo58.myblog.it/archive/2009/01/21/business.html)! Recentemente ho scoperto quale film rispecchia, ampiamente, quanto penso della stessa... e non solo su di essa. Lo ritengo, inoltre, di un'attualità drammatica!! Nelle ultime settimane l'ho già visto tre volte, su Sky cinema, proprio perché sono rimasto affascinato, da subito, dal messaggio che trasmette e dalle tematiche che affronta e, volendole comprendere fino in fondo, ho volentieri ripetuto la sua visione.


E' un film diretto da Robert Redford, dal titolo "Leoni per agnelli", con Meryl Streep (la giornalista), Tom Cruise (il senatore) e lo stesso Redford (il professore) nei panni dei protagonisti. Ho letto anche alcune recensioni... non proprio entusiaste!! Non è ciò che penso io! Facendo una ricerca ho scoperto che il titolo, "Leoni per agnelli", si rifà ad alcune poesie scritte da soldati tedeschi sui fanti inglesi, durante la prima guerra mondiale. I primi, nel corso degli eventi bellici, giunsero ad ammirare il coraggio dei loro nemici, i fanti inglesi, tanto da definirli "leoni" che, tuttavia, erano costretti a eseguire ciecamente gli assurdi ordini dei loro capi, i pavidi agnelli che li mandarono a morire. Il film si sviluppa su tre storie tra loro connesse e, grazie ad un montaggio alternato delle vicende, si ottiene una visione unica sia degli eventi sia delle problematiche in esso trattati. Le tre storie si sviluppano in una miscela equilibrata di dialoghi (prima e terza storia) e azione (la seconda storia). Quello che però mi ha affascinato sono stati i dialoghi, più dell'azione. Ti stimolano a riflettere sul nostro presente: sulla guerra, sulla politica, sul ruolo dei mass media, su quello degli insegnanti, sui giovani, sul potere. La guerra ed i suoi inevitabili dilemmi, sempre presenti: la morte di giovani soldati serve davvero a salvare altre vite? E poi gli intrecci, a volte incomprensibili, tra la politica e la stampa. Infine, il difficile ruolo dei professori che dovrebbero aiutare i giovani studenti a prendere coscienza del loro ruolo nella società. Che Redford sia contrario alla guerra e prenda posizione contro Bush è chiaro ma il suo punto di vista non è imposto e, invece di accusare, lascia parlare anche i pensieri avversi. Il senatore repubblicano in alcuni suoi discorsi è addirittura credibile, riconosce gli errori di strategia commessi nel passato ed esprime, per garantire la sicurezza futura dell'America, nuove soluzioni. La giornalista che dovrebbe contraddirlo, più volte sembra convinta o affascinata dalle parole dell'intervistato. Tuttavia, il vero pensiero dei personaggi, lo si intuisce nell'intreccio delle tre storie: quando il senatore afferma che "non si candiderà mai alle elezioni presidenziali" è inevitabile ricordare che nel corso del colloquio tra il professore ed il suo allievo, quest'ultimo ha espresso la stessa frase ma per indicare che essa è la frase simbolo di un sistema politico falso e corrotto. Le storie raccontate hanno una origine e un obiettivo comune, non si incrociano mai eppure ognuna di loro è un punto chiave nello svolgimento degli eventi. E' un continuo ripetersi di parole o esempi: se il senatore, per declamare la sua nuova "strategia" in Afghanistan, ricorda che l'Impero Romano, come oggi l'America in guerra, conquistava le alture delle montagne per avere il controllo dei territori occupati, dall’altra il professore ricorda all'allievo che Roma è stata distrutta da un incendio.
Alla fine, rimane una domanda, sospesa nell'aria, senza risposta. La scena finale vede lo studente che si è incontrato con il professore che informa un suo compagno di università, del colloquio a cui ha partecipato. Quest'ultimo domanda: "e adesso, che fai?" E' ripetuta più volte e rimane senza risposta. La presa di coscienza invocata dal professore e rivolta allo studente, rimarrà un "punto interrovativo". E poi, la giornalista lascerà il proprio lavoro per tener fede all'impegno di non essere un mezzo di propaganda per il politico? Ma soprattutto lo spettatore, colui che potrebbe fare qualcosa, potrebbe scegliere come e dove stare, senza girare lo sguardo da un’altra parte, cosa farà? Redford ammonisce: “come si può godere la vita sapendo che dall’altra parte del mondo c’è morte e fame?”. E' una domanda  rivolta allo spettatore.
LA TRAMA DEL FILM
La prima storia è quella di un senatore repubblicano (Tom Cruise) che convoca una giornalista televisiva, (Meryl Streep), per rilasciare un servizio sulla guerra in Afghanistan. Il senatore mira ad ottenere un palcoscenico mediatico per una nuova strategia militare da lui elaborata, per sconfiggere definitivamente i talebani. La giornalista, nel corso della conversazione, che viene alternata alle vicende della seconda e terza storia, intuisce che il nuovo piano strategico ricalca quelle che sono state perdenti nella guerra in Vietnam che, il senatore, definisce argomento per History Channel (non volendo imparare dalla storia). Ha anche l'impressione che il senatore voglia, in realtà, guadagnare consensi per una futura candidatura alla Casa Bianca. Terribili sono alcune affermazioni del senatore da cui si deduce che, allo stesso, interessi la vittoria in sé, a prescindere da come si possa ottenere. Tradotto: il potere senza responsabilità, senza etica. Logica conseguenza è che la giornalista si troverà, alla fine dell'intervista, a dover affrontare un problema morale: assecondare la strategia politica del senatore per ottenere il massimo degli ascolti televisivi o (vero compito dei media) affrancarsi dall’influenza politica per riaffermare la propria autonomia critica.
La seconda storia ha per protagonisti due giovani soldati che si sono arruolati come volontari nell’esercito americano. Si trovano coinvolti in un’azione di guerra in Afghanistan (proprio quella voluta dal senatore) e le cose si mettono subito male. Il loro elicottero, per un errore di valutazione dell'intelligence, subisce un attacco ed entrambi precipitano dal velivolo: uno perché ferito, l’altro perché si getta nel vuoto per non lasciare l’amico solo, in territorio nemico. Tra le cime innevate di una montagna dell’Afghanistan, di notte, entrambi feriti e impossibilitati a muoversi, assediati da un gruppo di talebani, non riusciranno a resistere fino all'arrivo dell'elicottero di soccorso.
La terza storia ha per protagonisti un professore universitario (Robert Redford) ed uno studente. Il professore lo ha convocato per capire le ragioni dell'improvviso disinteresse che dimostra per il corso. Lo studente, esprime la sfiducia nella propria capacità di incidere sul corso degli eventi che si susseguono nel mondo e il profondo disprezzo per chi ha in mano il potere. Tutto questo, si traduce in disimpegno: meglio adagiarsi nel benessere (l'opulenza di una parte della società americana) e seguire la corrente. La scelta dello studente e di tanti suoi coetanei è sopravvivere, trovando rifugio nella finestra sul nulla, rappresentata dal gossip televisivo. Il professore prova a vincere la disillusione del suo allievo, raccontando la storia di due suoi ex allievi, uno ispanico e l’altro afro-americano (quelli della seconda storia), appartenenti a comunità etniche non certo ai vertici della “pluralista” America. Racconta la loro voglia di riscatto che si esprime, inizialmente, con un forte impegno nello studio e poi al servizio del proprio Paese, nella leva volontaria. La seconda scelta, non esprime una fede "militarista" ma la decisione di essere protagonisti degli avvenimenti in corso, partecipando agli stessi con il loro contributo e con lo scopo di non dover accettare, passivamente, il corso degli eventi. Il professore che non nasconde le proprie convinzioni pacifiste (è un ex reduce dalla guerra del Vietnam), pur disapprovando la scelta dei due studenti di abbandonare gli studi ed arruolarsi, indica gli stessi come esempi positivi.

33 commenti:

  1. weeeeeeeeeeeeeeee carlos primoooooooo quindo ho vinto qualcosa vero?

    RispondiElimina
  2. pheeeeee ma se poi la tolgo mi sento che metto qualcosa di ancora peggio

    RispondiElimina
  3. L'ho visto certo! E' un film per riflettere e dialogare sul senso della guerra e sull'impegno dei giovani ma ai più forse sarà sembrato monotono e discorsivo. Oggi non c'è posto per l'eroismo e la chiarezza ,almeno in politica. Ciao. Corinina

    RispondiElimina
  4. Ciao Carlito!
    Questo film l'ho visto una volta e per niente al mondo lo rivedrei. Però è interessante e abbastanza intelligente, molto ben pensato, parecchio pensato.
    Poco prima ho visto "Siryana", poi ho visto quella commedia (non del tutto stupida) "La Guerra di Charlie Wilson", poi molto prima un altro di cui non ricordo il titolo accidenti...e l'ultimissimo è stato sullo spionaggio in medioriente, aspetta...niente non ricordo, ma l'attore era Leonardo Di Caprio...devo fare uno sforzo...ah "Nessuna Verità".
    Insomma tra trame un pò cosi, attori più o meno bravi, dialoghi più o meno ben scritti e fotografia più o meno bella, credo valga la pena vederli tutti per avere delle conferme o un quadro più ampio che allarghi la nostra visuale.
    Con una avvertenza, Hollywood non fa mai un film del genere per il botteghino.

    RispondiElimina
  5. ehi, il mio bellissimo commento dov'è???
    sono indignatissimo, prima c'era, l'ho visto.
    c'è abbastanza materiale per citare per danni morali questa schifosissima piattaforma!
    che dici?

    RispondiElimina
  6. Mah, ora c'è di nuovo.
    Sono ancora più incazzato, si prendono gioco di me?
    ahahahahahahahahaha

    RispondiElimina
  7. Ciao Carlo, ho visto quel film. Mi viene difficile condividere il contenuto, soprattutto perchè il pensiero del "senatore", di fronte al fallimento di una guerra, trova la spinta per una nuova strategia. Un potere decisionale che invece di "condizionare" la stampa, essa stessa ne viene condizionata. Questo film mette esalta l'intima convinzione del popolo americano di considerarsi il salvatore della democrazia.

    RispondiElimina
  8. weee coap carlitos dai abbi pazienza è solo per poco tempo poi cambio template del tutto e me lo tengo per un diciamo 15-20.000 anni?

    RispondiElimina
  9. uhmm un sondaggio? ma dovrei metterci anche la grafica

    RispondiElimina
  10. Non ho visto il film in questione, ma è stato interessante leggerne trama e recensione personalizzata.
    Mio caro, le mie orecchie si infuocano quotidianamente per rispondere al telefono. Ieri ho perso la pazienza. Che poi, diciamoci la verità, è ben noto che ne ho poca per natura. Ad ogni buon conto in questo preciso istante nevica.
    Che dici, rido, o piango ? (rido)
    Buona giornata anche a te.

    RispondiElimina
  11. Una bella metafora (mica tanto pero') di quello che accade nel mondo. Piu' che la guerra pote' l' indifferenza.

    RispondiElimina
  12. di un po com'è che mi commenti in post vecchio?

    RispondiElimina
  13. Ciao Carlo!

    Io mi sono limitato a vedere il film una sola volta ma è piaciuto anche a me e ne condivido il messaggio.

    A presto!

    RispondiElimina
  14. si questo resta per un bel po perchè è proprio bello davvero, e si ancora è quella rosanna ha molto buon gusto e tanta fantasia perciò gli ho suggerito di metterci il suo nome

    RispondiElimina
  15. sarà come dici tu, intanto mi attengo ai fatti.
    Molti commenti miei su molti blog sono spariti e un post scritto in un'ora e salvato più volte è scomparso dal sistema e non ho voglia di riscriverlo a breve. (a beneficio dei detrattori)
    Quindi, visti gli articoli, i comma, le attenuanti, le prove a carico, giudico questa piattaforma...vedi tu.

    RispondiElimina
  16. Ah, scusa, buona serata a te carissimo.

    RispondiElimina
  17. Uei Carlo, passo per salutarti e lasciarti una buona notte.

    RispondiElimina
  18. weeeeeeeeee buon giorno carlitos come va oggi?

    RispondiElimina
  19. CIAOOOOOOOOOOOOOOOO! CHE FAI OGGI?

    RispondiElimina
  20. beh che mondo lasceremo ai nostri figli? io ma parlo per me sicuramente moolto miglior edi come l'ho trovato io, dici che sputiamo su quello che i padri e i nonni ci hanno lasciato? siamo poi cosi sicuri che che sia deo tutto vero? francamente carlo, solo 20 anni fa stavamo mica troppo meglio, in barba a diritti ecc ecc lascerempo il mondo che ci siamo cotruiti certo, ma abbiamo cercato di costruirlo meglio che potevamo mica peggio insomma piantiamola di piangerci addosso e comonciamo a leggere ben bene ciò che lasceremo, a recitarlo ai ostri figli, è cosi che loro forse (dipende esclusivamente da loro) costruiranno un mondo migliore, io prenso che il futuro che vedo io non è quello che apprterrà a mio figlio, su farà il suo futuro con le sue stesse mani malgrado me, discussione aperta siu questo tema?
    quanto ai diritti dei cattolici, che sarebbero poi i diritti un po di tutti, vi dà fastidio che ce ne siano che non tacciono?

    RispondiElimina
  21. allora la dove metti ik post puoi modifcare il carattere del post per quello dei commenti lo devi fare dal css del tuo blog cosa troppo complicata anche per me, questione giovani che si rimbocchino le maniche eccecazzo non stà scritto da nessuna parte che "devono" guadagnare 8000 euro al mese, dimostrino di sapelo fare!! questione banche, è cosi da sempre a te hanno mai regalto soldi le banche? no eppure siamo diventati adulti e poi vecchi lo stesso, che noi stiamo a compiangerci a dire colpa nostra non li porta da nessuna parte, tocca a loro e punto, non c'è altra soluzione, non hanon altra strada, dovranno lavorare per 600 euro mese? tocca a loro lo stesso anche se noi piangiamo, dovranno rinunciara a qualche "comodo diritto?" toccherà a loro anche se noi ci stracciamo le vesti, quanto alla volgia dio lavorare, beh al lunedi hanno ancora sonno al martedi lavorano al mercoledi ci danno dentro il giovedi riposano il venerdi comincia la festa, questo sono la stragrande maggioranza dei giovani, se credono di poter contnuare cosi beh peggio per loro
    ahooo addai che litighiamooooo ihihihihihihihihihihi

    RispondiElimina
  22. essi se la passerebbero male se fossi al posto del berlusca ^__^

    RispondiElimina
  23. Carlo, la mia passione per la grafica, non è una veste tanto inedita...
    Ho fatto diversi blog qui dentro ( Teo, Giugno,Setteparole, il mio stesso blog ecc) è una cosa che mi piace, mi rilassa...Basta riuscire a indovinare il gusto della persona.Ecco, credo che quella sia la cosa più complicata.
    Ma tu mi conosci da molto poco e giustamnte non potevi saperlo vero?
    Un saluto di buona serata,
    Rosanna

    p.s. hai diviso il post a metà?

    RispondiElimina
  24. Ciao Carlo carissimo.
    Passo per un saluto.
    Ancora mezza giornata e hai finito la settimana lavorativa...su, un altro sforzo.

    RispondiElimina
  25. weeeeeeeeeeeeee carlito buon giornoooooooo

    RispondiElimina
  26. esatto carlo... l'unica cosa che mi da speranza è il fatto che sotto si muove qualcosa e prima o poi esploderà.
    Buon fine settimana anche a te

    RispondiElimina
  27. ma io non dospero chissà, magaro nel 2021 mi dai ragione chissà

    RispondiElimina
  28. Non guardo volentieri i film sulla guerra perchè ho fatto indigestione di libri sulla guerra, di racconti di chi la guerra l'ha vissuta, di considerazioni di chi la guerra l'ha patita, vista la mia età. Comunque mi piace quello che hai scritto. Ciao, Anna

    RispondiElimina
  29. Non ho mai visto questo film purtroppo, ma se le recensioni erano critiche allora credo proprio che qualche fastidiuccio lo desse.
    Sulla censura D'Alia, intanto si sono procurati il mezzo, poi....
    Un giorno posterò sull'aria di fascismo che mi sento respirare.
    Buon WE, Giorgio.

    RispondiElimina
  30. weeeeee carlito che stai facendo i preparativi per il fine settimana?

    RispondiElimina
  31. Ehi Carlo! Passato un sabato da "leoni" in qualche locale o "sbracato" sul divano a casa in dolce compagnia?
    Un saluto e una buonanotte.

    RispondiElimina
  32. Bel film. L'ho visto appena è uscito.

    RispondiElimina