04/02/14

Nutro poche speranze

In un recente post raccontai quelle che, almeno per me, erano alcune inedite conseguenze, sul sistema pensionistico, della riforma Fornero. In particolare denunciai che nel computo dell'anzianità di servizio di quei lavoratori che usufruiranno, fino al 2017, della "pensione anticipata", non saranno conteggiati i giorni di assenza usufruiti dagli stessi ai sensi di leggi che elencai, riguardanti per esempio il diritto allo sciopero oppure all'assistenza alle persone diversamente abili (per non incorrere in malintesi, come avvenuto in quell'occasione, preciso che tale norma si applica ai lavoratori che hanno maturato 42 anni di servizio ma non hanno raggiunto, al 31.12.2017, i 62 anni di età). Conclusi quel post affermando che quelle norme erano l'infame "regalo di Natale che, due anni fa, un sobrio ed equo governo di tecnici dispensò ai lavoratori senza che questi ultimi, naturalmente, muovessero un dito".





Già da tempo, in effetti, più che guardare a come si comporta la nostra politica, rivolgo la mia attenzione ai lavoratori ed alla realtà della nostra società, con spirito piuttosto critico. Invece di denunciare la politica dei nostri indegni governi, ritengo sia necessario riflettere sui molti aspetti e motivi che sono all'origine della conclamata inerzia manifestata dai lavoratori e dalla società nel suo complesso, nei confronti di chi partorisce leggi che stanno sottraendo, agli stessi, diritti e garanzie frutto di sofferti anni di lotte operaie, sindacali e civili.
Riguardo ai lavoratori, non credo di esagerare se affermo che, gli stessi, oggi non coltivano alcuno spirito di appartenenza, di identità e non hanno alcuna consapevolezza del ruolo e dell'importanza che hanno all'interno della società e, soprattutto, del ciclo economico e produttivo. Seguono e perseguono tutt'altri valori, incentrati prevalentemente sull'individualismo che, spesso, degenerano in manifestazioni che vanno ben oltre la mancanza di un minimo di dignità.
Come quella scoperta recentemente grazie ad un comunicato di una componente sindacale RSU collegata alla Cgil.
La questura di Roma ha sottoscritto un accordo per la ripartizione del salario accessorio per l'anno 2012 (non sto a spiegare cos'è per brevità di racconto. Sono soldi), escludendo dal conteggio delle presenze tutti i lavoratori che hanno usufruito, per motivi gravi riconosciuti dalla normativa, di periodi di assenze per terapie salvavita, di assenze ai sensi della legge 104/92, di assenze ai sensi della legge 53/2000 ed altre ancora che non sto ad elencare. L'accordo è stato sottoscritto con le RSU locali tranne, appunto, quella collegata alla Cgil. Il fatto è di per se grave perché ancora una volta siamo testimoni di provvedimenti che penalizzano i lavoratori più deboli, con il consenso dei sindacati che, invece, soprattutto quei lavoratori dovrebbero rappresentare e tutelare.
Ancor più grave, tuttavia, è l'inerzia degli stessi lavoratori che hanno accettato quelle decisioni senza recriminare o protestare, per mettersi in tasca un compenso individuale che si aggira sui 231 euro e qualche spicciolo di centesimo! Quindi neanche stiamo parlando di somme incredibilmente favolose che, comunque, non giustificherebbero quanto accaduto.
La mancanza totale di dignità per un'elemosina. In un momento di crisi dove, indubbiamente, tanti lavoratori non ce la fanno a sopportare il peso schiacciante della stessa, alcuni tra questi si accaniscono contro altri lavoratori per somme di salario ridicole, consentendo che vengano calpestati diritti che sono sanciti per legge a tutela di chi è in difficoltà.

In altre parole, una stolta guerra tra poveri.
Difficilmente avremo una politica migliore se non miglioriamo noi stessi.

9 commenti:

  1. Nostalgia.
    Un tempo i lavoratori, tutti, scendevano in piazza, partecipavano a manifestazioni, cortei ecc, senza violenza. Adesso sembrano tutti camomillati, se e quando partecipano pare che dicano "beh sbrighiamoci, ho altro a cui pensare". Ma cos'è quell'altro?
    Un salutone,
    aldo.

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  2. Ho la tua stessa convinzione.Questo è il risultato di vent'anni di corruzione delle coscienze perpetrata attraverso l'esaltazione dell'ego e del potere del danaro. Di questi tempi il sacrificio peggiore percepito, per tanta gente, è nel non poter comperare il "pezzo" firmato ai figli persone vittime di quel consumismo esasperato imposto da una comunicazione mirata. Ho riletto post del mio passato e ne ho tratto un senso di frustrazione talmente profonda ... Giocando con le parole prendevo in giro i miei cuccioli così: " Noi non esistiamo perchè il passato non c'è più,il futuro non c'è ancora e il presente nell'istante in cui lo vivi è già passato, dunque non esistiamo!" Consoliamoci così.. Ciao, Anna

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  3. Come scrive Aldo, una volta si scendeva in piazza.

    Oggi la piazza e' "faccialibro" o "twitter", persino il caro Landini si esprime con tali mezzi.

    E pensare che "faccialibro" ha appena compiuto 10 anni, e gia e' riuscito a soppiantare una qualsiasi assemblea pubblica.

    Se ci fate caso, l'unica manifestazione di piazza che ancora si svolge in Italia e' il concerto del primo maggio, per il resto tutti davanti alla tv per vedere chi si terra' la figlia, balotelli o la fico?

    Hasta
    Zac

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  4. A parte che non credo che sia regolare anche formalmente, sul salario accessorio ho visto fare ben peggio e dalla stessa cgil che è il mio ex sindacato da circa 2 mesi. Ma proprio molto peggio. La questione dei permessi è complessa perchè vengono talora utilizzati come salvacondotto, ho visto due colleghi richiamati dalle ferie il 24 dicembre, perché altri due avevano pensato di prendersi la 104 quel giorno. Poi per contro conosco chi ha la 104 per se stesso, che la usa giusto in casi estremi.

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  5. Ma secondo te la mia assenza dalla rete deriva da noia o da incazzatura mastodontica calatami addosso nel vedere la mancanza di reazioni davanti a simili nefandezze?

    Una volta si faceva muro, si serravano le fila, si battevano i pugni e le direttive non arrivavano dai segretari di partito o di sindacato, una volta la gente aveva il diritto di parola, di voto e di veto.

    Oggi non solo ha perso questi diritti, ma ha perso la memoria del tempo nel quale i diritti erano applicati.

    Carlo, se non si torna a insegnare Storia e Educazione Civica fin dalla scuola materna, la massa sarà solo materia per l'ammasso, i cervelli della massa sono sempre più vuoti e come ha scritto il Compagno Zac, si preoccuperanno per sapere se Balotelli porterà la figlia con se o la lascerà alla madre.

    Personalmente sono sempre su "incazzatura continua".

    Notte buona Carlo, buona domenica ;-))
    Tina

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  6. Ciao Carlo,
    vediamo se censuri ancora.
    Esatto,prima di criticare chi ci comanda bisogna essere privi degli stessi difetti.
    Bisogna far vedere con l'esempio agli altri come ci si comporta.
    Queste persone che si criticano sono il frutto dell'educazione di chi?
    io come quarantenne ho avuto i coetanei di Tina come insegnanti, e come me credo molti della mia età.
    Il non saper parlare con chi la pensa diversamente, caro Carlo(ma non solo) è il principio per una situazione come quella di oggi.
    Se l'unica risposta che ne esce è l'attacco personale o la censura, scusa ma hai già perso e la situazione che ne segue è frutto anche di questa incapacità di dialogare
    Buona domenica

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  7. Carlo,buon pomeriggio domenicale! Solidarietà innanzi tutto per la cattiva legge sui pensionati. Poi ti dò il link per trovare Pascoli sul web:www.bncrm.librari.brniculturali.it/index/archivio-giovanni-pascoli o semplicemente in un motore di ricerca :Archivio Giovanni Pascoli.
    Sono alle prese con un nuovo libro :La fabbrica dei sogni.

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  8. Ciao Carlo,
    nei posti di lavoro ormai va così.
    La maggiorparte delle assemblee aperte anche ai non iscritti vengono snobbate. La gente si presenta solo se il problema li riguarda direttamente... allora in quel caso il telefono di un delegato squilla tutto il giorno.
    E' davvero difficile la situazione. In parte la colpa è anche del sindacato che non ha saputo dare risposte giuste, in parte dei lavoratori che hanno dimenticato che cmq il sindacato è fatto da persone, da noi e se si delega sempre alla fine nei posti dove si può fare qualcosa ci vanno gli arrivisti o quelli che se ne fregano.
    Poi è anche un problema di individualismo, una volta anche se non c'ero me lo hanno raccontato, la gente scendeva in piazza per discutere e manifestare perché si faceva parte di qualcosa di concreto, si era uniti.
    Ora c'è l'individualismo sfrenato che possiamo vedere in ogni situazione, sul lavoro e non...
    Difficile per chi ha deciso cmq di lottare e fare qualcosa, si combatte contro troppe cose
    un saluto

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  9. L'ultima piazza colma di gente che ho visto è piazza Castello a Torino al comizio "popolare" di quello che vuole cambiare l'Italia con i "vaffanculo a tutti" e senza lasciare spazio alle idee dei suoi eletti.

    Ha ragione Zac, ci rimane solo il 1° maggio, dopo che anche le emozioni dei "Se non ora, quando ?" delle donne non sono state replicate.

    Ciao Carlè, vai avanti tu, che a me viene da piangere! robi

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