27/09/15

Esperienza diretta

Ora lo so per esperienza diretta: il pendolare è colui che vive una condizione di perenne stanchezza. Ma c'è dell'altro. Quando entri nella stazione, quella descritta nel precedente racconto, un centinaio di persone attendono il treno delle 7,20 per Roma. Spesso sono anche di più, quando quello delle 7,05, sempre diretto a Roma e puntualmente in ritardo, puntualmente ritarda.

L'immagine che ti si presenta, nell'apprestarti a raggiungere il sottopasso che ti porta al binario 2, sul lato opposto alla banchina ferroviaria che stai percorrendo, è di quelle che ti lasciano per un momento perplesso. Lungo la banchina opposta, non puoi fare a meno di notare che la maggior parte delle persone è a capo chino e con le mani che sembrano giunte, come in preghiera.

Si, c'è anche qualche coppia che parla, un gruppo di militari che chiacchierano tra loro, qualche studente che legge gli appunti di scuola. Però la maggior parte delle persone, in attesa del treno, sembra che preghi, capo chino e mani giunte. Guardando con attenzione ti accorgi, invece, che hanno in mano uno di quei telefonini moderni e tecnologici, il capo è chino a guardare il dispay e le mani non sono proprio unite ma una regge l'aggeggio mentre le dita dell'altra scorrono o picchiettano sullo stesso.

Quasi mai noterai un adulto con un quotidiano aperto mentre altrettanto raro sarà vederlo con un libro in mano. A parte, ovviamente, qualche studente che non avendo studiato il pomeriggio precedente, consulta la lezione che dovrà sostenere quella mattina. Ad onor del vero, forse, un paio di individui che leggono un libro li trovi. Però non è quello classico, cartaceo, ma elettronico, i così detti eBook.

Stessa scena ti si presenta sul treno. Parecchi passeggeri dormono, qualcuno parla con il vicino ma, la maggior parte, ha l'aggeggio in mano. Ancora più sorprendente è vedere cosa stanno facendo e, ovviamente, per farlo è necessario percorrere l'intera lunghezza di un vagone e sbirciare velocementente.

Dunque: per la maggiore vanno i giochini elettronici. Tipo mettere in fila tre palline oppure tre pupazzetti ma anche, volendo, tre caramelline che esplodono e ti riconoscono un punteggio di gara. In genere sono preferiti da persone adulte. I giovani prediligono giochi più complessi come gare automobilistiche o motociclistiche, giochi di guerra ma non disdegnano neanche le palline da mettere in fila. Diffusi anche i solitari di carte da poker.

A pari merito si piazzano i social netword come feisbuc, le chat e l'uso della messaggistica. Tutti a mandare o ricevere messaggi, a condividere, a pigiare un "mi piace" qua, a pubblicare una foto là....

Raro, veramente raro, vedere qualcuno che legge un quotidiano oppure un libro.

7 commenti:

  1. Ormai non mi indigno nemmeno più. Ho fatto l'abitudine. Persino per la strada camminano pasticciando con "'l'aggeggio" e ti vengono addosso senza vederti e manco ti chiedono scusa.
    Ciao Carlo, era da un po' che non ti si vedeva. O sbaglio?

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  2. In un mio post di qualche anno fa, se non ricordo male intitolato IL MARCHINGEGNO, trattavo appunto di questo argomento. Erano tempi che il cellulare lo portavano in pochi ma chiacchiravano tanto e soprattutto gesticolavano. Il mio, regalatomi da mio figlio per avere sempre mie notizie,io lo portavo in tasca e non rispondevo. Da circa venti giorni credo abbia deciso di funzionare ed io non lo rimpiango affatto.
    Un salutone Carle'.
    aldo.

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  3. ciao Carlo
    hai ragione, girando per strada ormai vedi il 60% della gente camminare a capo chino con la testa sul cellulare... libri e giornali non popolano più le panchine o almeno in forma minore.
    Non sono uno che detesta l'ebook sia chiaro ma non potrò mai fare a meno della carta e del rapporto fisico che c'è con ogni libro che leggo... l'ebook alla fine da la sensazione di leggere sempre lo stesso libro...
    speriamo che il futuro ci prospetti più persone con la testa rivolta verso l altro
    un saluto

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  4. ecchè te stupisci! Ormai non sanno quasi più leggere! La scuola premia la creatività più che la grammatica. La tecnologia vuole tutto in 140 caratteri. X per "per", parole senza vocali, es: cmq per comunque, oppure i 12 figli di Carducci (sei nella terra fredda, sei nella terra negra)alla maturità di quest'anno. Vedrai in futuro con le novità della buona scuola. Forza Carlo, prova tu a leggere un giornale spiando l'effetto che fa... Anna

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  5. Caro carlo,domani pomeriggio giovedi' 8, alle 20, in via poletti 2, poco a nord del Maxxi, David presenta il libro presso la libreria Koob.

    Se passi per di li'...

    Hasta
    Zac

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  6. Poco fa sul metrò qui a Milano molto peggio. Quelli che non avevano rivolto lo sguardo verso uno smartphone erano un'esigua minoranza. Niente libri niente giornali. Devo dire una cosa. Se vedo in giro qualcuno con un libro in mano il più delle volte è uno straniero.

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  7. Un quotidiano in mano?
    Carlo, hai bevuto?
    Non so cosa leggono, ma di sicuro non un giornale.
    Sono in gruppo a cena ma sono da soli, usano quello che chiamo "cazzillo" elettronico e si scambiano messaggi, il dialogo ormai è solo un retaggio della mia generazione.
    Li guardo e mi dico che tutto quello che non avrei mai voluto accadesse, sta accadendo, ovvero, IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA MOSTRI.
    Notte buona Carlo.
    Tina

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