11/05/16

The tomorrow

Una recente intervista rilasciata dal nostro ministro dell'istruzione ad un giornalista svizzero, dopo che la stessa s'era incontrata con l'omologo tedesco per perfezionare un accordo sulla "formazione duale", ossia la formazione professionale alternata tra scuola e lavoro, ha suscitato non poche polemiche in rete, per alcune affermazioni fatte. In questo sito, per chi volesse approfondire, c'è l'intervista integrale. Io citerò solo alcuni passaggi della stessa che, a mio modo di vedere, prefigurano quello che sarà il mondo nel prossimo futuro.


Questi alcuni dei concetti espressi (in grassetto, alcune personali sottolineature):

1) L'Italia paga un'impostazione eccessivamente teorica del sistema d'istruzione, legata alle nostre radici classiche. Sapere non significa necessariamente saper fare. Per formare persone altamente qualificate come il mercato richiede è necessario imprimere un'impronta più pratica all'istruzione italiana, svincolandola dai limiti che possono derivare da un'impostazione classica e troppo teorica.

2) Il mercato richiede la formazione di personale flessibile e un'impostazione troppo teorica del sistema italiano rischia di essere d'intralcio.

3) E' necessario procedere nella direzione di rendere il mercato più flessibile. La rigidità novecentesca va abbattuta. Le persone devono potersi muovere e spostarsi a seconda di ogni evenienza umana e lavorativa.

4) Il modello che è stato promosso dalla generazione dei miei genitori, nati entrambi negli anni 20, è però destinato a mutare inevitabilmente con la società che, diventando più flessibile, necessita che lo siano anche i nuclei famigliari.

5) il concetto di flessibilità si fonda su una mobilità che rende più difficile la creazione di una stabilità, famigliare o individuale, almeno prima dei trent'anni. In questi termini è prevedibile che la famiglia come l'abbiamo conosciuta cessi di esistere.

Sono felice di aver vissuto infanzia e giovinezza in un'altra epoca. Sono maggiormente felice di non aver messo al mondo dei figli.

5 commenti:

  1. Caro Carlo... aggiungo l'indirizzo di un mio post pubblicato nel 2014.. siamo veramente nella m...che manco col periscopio vedi il cielo...
    http://soloanna.blogspot.it/2014/09/la-buona-scuola.html#more
    ciao, Anna

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  2. Alle famiglie italiane piace mettersi la medaglietta di avere il figlio che va allo scientifico, anche se e'un liceo innovativo senza latino o senza filosofia, perche'tanto a cosa servono?! Eccetto l'alberghiero, a chi interessano piu'ld scuole professionali?

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  3. La risposta necessiterebbe di mille e piu' pagine.

    Mi applico solo sul primo punto, forse il piu' devastante:
    "1) L'Italia paga un'impostazione eccessivamente teorica del sistema d'istruzione, legata alle nostre radici classiche. Sapere non significa necessariamente saper fare. Per formare persone altamente qualificate come il mercato richiede è necessario imprimere un'impronta più pratica all'istruzione italiana, svincolandola dai limiti che possono derivare da un'impostazione classica e troppo teorica."

    Non e' marchionne che parla, e' il ministro dell'istruzione, anche se io preferisco della "distruzione", una degna successora della gelmini.

    L scuola, in tutto il mondo, segue due schemi, uno pratico, uno teorico.
    Il sistema "pratico" insegna un settore di competenza, ed e' prerogativa di tutti i sistemi di insegnamento anglosassoni, con prevalenza degli statunitensi, cio' significa che un inglese, un americano e un tedesco sapranno costruire un perfetto specchietto retrovisore ma cadrebbero nel vuoto a fronte di un paraurti posteriore. E' una scelta che le amministrazioni anglosassoni non fecero, e' la storia di quei popoli che li ha portati a questo sistema, che e' quello paventato dalla ministra, un sistema che premia il fare e da' diritto ai piu' capaci di ergersi nella scala sociale.

    Il sistema "teorico" e' quello usato dai paesi latini, ma non perche' siamo dei fessi o degli sprovveduti, e' SOLO (ma e' un SOLO grande come l'empire state building) perche' siamo i pronipoti dell'ellenismo risalente alla magna grecia, noi latini assorbiamo tutto, cosa che un inglese non puo' fare, impazzirebbe. il sistema "teorico", inoltre, tende a dare la possibilita' a tutti di imparare, con i pregi e i difetti annessi, un po' di tutto, nel rispetto dell'uguaglianza.

    Per fortuna, pure le piu' care scuole private dello stivale perseguono questo sistema.

    E' del tutto evidente che la ministra doveva essere nominata dal premier britannico.

    A meno che non mi si dimostri che i menhir e i Dolmen si trovino a Caltanisetta, e l'acropoli agrigentina in piccadilly circus.

    perche' un conto e' esprimere un concetto discutibile, altro e' sparare boiate senza conoscerne il significato.

    Hasta
    zac


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  4. ho visto nella scuola frequentata da mio nipote proporre agli alunni corsi di praticantato nelle industrie che ne fanno richiesta per abituare dicono il giovane al lavoro, facendogli vivere tre mesi di full immersion. I ragazzi fanno a gara a iscriversi, peccato che i posti sono limitati

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  5. un popolo così, a cui non si insegni a pensare ma solo a fare ed eseguire è meglio dominabile ...

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