20/06/17

Meglio pensare ad altro

E' passato tanto di quel tempo dall'ultima volta che scrissi di giardinaggio che solo a pensarci sono stato assalito dalla voglia di tornare a raccontare qualcosa della mia modesta esperienza di giardiniere. Complici, ovviamente, una classe politica che ad ascoltarla è solo capace di provocare schifo ed un paese affetto da narcolessia. Quindi, meglio pensare ad altro.

Tre anni fa, come tanti italiani assillati da una congiuntura economica tutt'altro che positiva, lasciai il mio precedente giardino, quello della storia delle lapidi partiche, delle lezioni di volo al merlo zio Pio, delle cornacchie grigie Cornelia e Cornelio e dei tanti altri animaletti, delle piante e dei fiori che popolavano quel giardino tra i Castelli romani.

Lasciai la collina per stabilirmi ad una decina di chilometri dal mare e portai con me anche alcune piante prodotte da talea e bulbi, tanti bulbi recuperati dal giardino che stavo lasciando. Anche nella mia nuova dimora, infatti, c'era un giardino.

Più piccolo di quello lasciato, era piuttosto trascurato, decisamente anonimo, senza un'anima e anche con parecchi difetti, primo fra tutti il terreno sul quale insisteva. Una terra dura, argillosa, arida d'estate e fradicia d'acqua d'inverno. Insomma, come raccontai nel recente passato, un giardino da immaginare, progettare e poi realizzare.

Le prime piante che collocai in terra furono delle ortensie, sia del genere comune sia di quello quercifolia, posizionate in modo da essere esposte al sole solo per mezza giornata. Prima però preparai delle buche larghe e profonde e quando le misi a dimora, usai del buon terriccio per piante acidofile. Prima o poi le loro radici avrebbero provato a penetrare anche il duro terreno argilloso ma confidavo che il terriccio che avevo inizialmente usato, avrebbe favorito una rapida formazione di robuste radici.

Oggi, a guardare il risultato, sembra proprio che ci sia riuscito. In soli tre anni ho ottenuto delle piante gigantesche, talmente grandi e robuste che a volte mi chiedo, viste le premesse, come sia possibile. Da pochi giorni, infine, ho "messo in cantiere" la realizzazione di un piccolo orto. Quale sarà il risultato, prossimamente!




4 commenti:

  1. Complimenti da me e soprattutto da mia moglie che adora piante e fiori. Bravo Carlè, in un'Italia sempre più appassita hai dato vita ad un oasi di colore e di profumi.
    Alla faccia di Gassman che profetizza un mondo privo di pomodori senza l'arrivo di tutto l'Islam, ti auguro degli ottimi "cuori di bue" ed altre gustose specialità dell'ortaggio in estinzione...
    Buona giornata!
    robi

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  2. Woooowww!!!
    Io sono reduce da un attacco da ragnetto rosso, che ho combattuto e vinto.
    Mi hanno chiesto il codice fiscale per l'acquisto dell'anti acaro, cose da pazzi.

    Hasta
    Zac

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  3. Anch'io ho dovuto traslocare il giardino, le ultime talee di rosa le ho prese a febbraio del 2016, sono andata a farle prima di andare in ospedale da mio padre.
    Ho in mente un nuovo roseto, ma ho paura che mi possa toccare di nuovo di dover andar via, lo so che è un po'irrazionale.
    Allo stato attuale il vanto del mio giardino sono le hemerocallis; di ortensie ne ho tre, una a terra, smisurata, era già qua e due in vaso, a cui somministro il solfato di ferro.

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  4. complimenti Carlo io non saprei da dove incominciare ma penso sempre di più che si dovrebbe cambiare vita, troppa frenesia nella nostra quotidianità, sogno una bella vigna, del terrena, una casa...questo non vuol dire che non ci sia da lavorare anzi, poche settimana fa parlando con un viticoltore mi ha spiegato i suoi orari, ma credo davvero sia un'altra vita..

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