17/01/19

Seme F1

Nel precedente post ho accennato alla scoperta di alcune notizie, da me ritenute piuttosto inquietanti, sulle piantine di ortaggi che si possono trovare in commercio. Premetto: durante questa prima fase della mia esperienza orticola mi sono servito di piantine di ortaggi acquistate in un comune vivaio. Le stesse si possono trovare in contenitori da 4, 6 o più piante, cresciute singolarmente in appositi scomparti.

Una volta preparato il terreno dell'orto, vanno trapiantate con tutto il panetto di terra in cui sono cresciute. Sui contenitori c'è anche un'etichetta con il nome della pianta, del produttore (da me coperto) ed altre informazioni in forma di sigla oppure di codice a barre. Un giorno, quasi per caso, fu proprio una di queste sigle che solleticò la mia curiosità. Sulle foto che ho pubblicato è quella sigla "F1" che segue il nome dell'ortaggio. Cosa poteva significare la descrizione "Broccolo romanesco Gitano F1"? Feci una ricerca su internet e...


F1 indica che si tratta di piante ottenute da seme sottoposto ad un lungo lavoro di selezione da parte di aziende specializzate. La selezione ha un carattere prettamente commerciale. Infatti il seme F1 genera una pianta più resistente ai parassiti ed in grado di produrre frutti più belli all'aspetto e per quantità maggiori. Inoltre le piante ottenute da seme F1 sono adatte all'agricoltura meccanizzata. Quindi, per esempio, crescono tutte ad una certa altezza ed i frutti maturano tutti assieme. Questo, molto sinteticamente, è il significato di F1.

Fin qui si può forse provare sconcerto. Bisogna però considerarte che il mio orto deve principalmente soddisfare il piacere che si prova nel coltivare un ortaggio che poi diventerà anche cibo personale. E' concepito per le esigenze di tre persone e se avanza ce ne sarà anche per gli amici. Forse fare agricoltura necessaria a soddisfare i bisogni alimentari di milioni di persone, significa dover ricorrere anche a questo.

Il problema sta nel resto delle informazioni che ho reperito in rete. Senza entrare troppo nello specifico ho scoperto che una pianta ottenuta da seme F1 può essere sterile, ossia non è in grado di produrre nuovo seme. Se invece lo produce è un seme geneticamente indebolito. In altre parole, è consigliato non usare semi prodotti da piante F1 perché non solo non avranno le caratteristiche della pianta "madre" ma potranno avere anche parecchi problemi di crescita e di produzione.

A questo punto credo sia lecito pensare che usare semi o piante F1 significhi essere sempre e totalmente dipendenti dal venditore di semi. Ma non è solo questo. Se non c'è auto produzione, non c'è neanche lo scambio di sementi tra coltivatori. Significa che la biodiversità genetica, di specie e di ecosistema, ce la stiamo perdendo per strada. Chi vuole, su questi ultimi aspetti può approfondire in rete. Io l'ho fatto ed ho preso le mie decisioni. Ma questa è un'altra storia.

5 commenti:

  1. xpisp(Stefano)17/01/19, 19:25

    Carlo, è un altro modo per renderti sempre dipendente da loro.
    E quando dico dipendente lo dico non tanto pensando a te che lo fai per passione.
    Lo dico a chi lo fa di mestiere, a chi deve produrre cibo per sfamare un paese.
    Paese che alla fine deve pagare sementi fornite perchè non può rendersi autonomo.
    Non può lasciare la zucchina che cresce per fare "la semenza".
    Non può perchè sarebbe inutile.
    ecco come rendere interi stati dipendenti, schiavi.
    E questo per parlare solo dell'aspetto economico.

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    1. Ciao Stefano. E' ciò che più o meno ho pensato anche io. L'aspetto economico è quello più evidente. Chi ha il seme fa il prezzo dello stesso, altrimenti non coltivi. Quel prezzo lo paghiamo anche noi. Anzi, soprattutto noi consumatori. A me inquieta anche la metodologia di selezione. Ottenere piante più forti ma sterili mi inquieta parecchio. Penso sia qualcosa di cercato, voluto e proprio per i motivi di cui sopra.

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  2. Mettiamo che tu adoperi i semi generati dai frutti delle tue piante, sai come si fa a scegliere i migliori? Prendiamo i pomodori, per esempio.

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    1. Alberto, da profano credo che forse vadano scelti guardando ai frutti delle piante più forti e rigogliose. La scorsa estate, per giunta, mi sono prodotto da solo dei semi di un pomodoro chiamato zebrino e di uno chiamato cuore di bue toscano, nati da piante con seme regalato da un amico toscano, il quale ha un orto come me. I frutti da cui ricavare i semi li ho scelti con il criterio sopra detto. La prossima estate ti saprò dire cosa ne verrà fuori.

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  3. Nel mio blogroll trovi I fiori di Iaia, lei peró si chiama Claudia, ha semi di tutti i tipi, ma veri, fa tantissimi scambi, quindi ti suggerisco di contattarla!

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