08/09/08

1 SETTEMBRE 2004

Come al tempo delle lance e delle spade, così anche oggi, nell'era dei missili, a uccidere, prima delle armi, è il cuore dell'uomo. (Papa Giovanni Paolo II)
Dev'esserci qualcosa di sbagliato nel cervello di quelli che trovano gloriosa o eccitante la guerra. Non è nulla di glorioso, nulla di eccitante, è solo una sporca tragedia sulla quale non puoi che piangere. Piangi a quello cui negasti una sigaretta e non è tornato con la pattuglia; piangi su quello che hai rimproverato e ti s'è disintegrato davanti; piangi su lui che ha ammazzato i tuoi amici. (Oriana Fallaci)

L'1 settembre 2004 ebbe inizio quella che fu definita "la strage di Beslan". Fra l'1 e il 3 settembre di quell'anno, nella "scuola Numero Uno" di questa cittadina che si trova nell'Ossezia del Nord, repubblica autonoma nella regione del Caucaso (federazione russa), un gruppo di 32 separatisti ceceni occupò l'edificio scolastico, sequestrando 1.127 persone fra adulti e bambini. ll terzo giorno, quando le forze speciali russe fecero irruzione nella scuola, fu l'inizio di un massacro che portò alla morte di 334 persone, fra le quali 186 bambini. Inoltre vi furono 11 morti tra le forze di polizia russe, 31 terroristi uccisi ed oltre 700 persone, tra adulti e bambini, feriti. Molti degli ostaggi sopravvissuti rimasero mutilati. Molti bambini rimasero orfani.
Poche sere fa, su History Channel, ho visto un documentario su quei fatti. Non è mia intenzione raccontare dei filmati "originali" e delle interviste ad ex ostaggi, di cui il documentario era ricco. Non voglio neanche accennare all'emozione o all'orrore provato nel vedere certe scene o ascoltare i racconti dei sopravvissuti. E non mi interessa discutere dei perché, delle responsabilità o delle motivazioni politiche... che hanno generato quei fatti. Quello che vorrei fare, invece, è tentare di esprimere alcune riflessioni sulla "GUERRA", riferendomi ai tanti post o commenti che, sempre più spesso, leggo su blog o forum di discussione.
In genere, sono di una natura molto particolare: violenti, aggressivi, brutali, feroci, crudeli. In tutti, è insito un messaggio: sterminare, eliminare, cacciare, sopprimere chi pensa oppure vive in maniera diversa. Che poi il "vivere diversamente" si riferisca al pensiero politico, al vivere sociale, al credo religioso o, più semplicemente, ad una passione sportiva non fa differenza. La logica con cui si sviluppano certi messaggi di "chiamata alle armi" è molto semplice: chi non è con noi, è contro di noi! La forma con cui questi messaggi vengono trasmessi, spazia dall'esplicito dei più "coraggiosi" al sottinteso degli "ideologi"!! Oggi, va di moda la caccia all'immigrato, seguito a ruota dal mussulmano! Ma va bene anche il comunista, il tifoso, l'inquilino del piano di sopra... insomma, qualcuno su cui scaricare le nostre frustrazioni e, possibilmente, da uccidere!
La violenza, l'odio... e la guerra! Definizione: si giunge alla guerra quando il contrasto di interessi economici, ideologici, strategici o di altra natura non riesce a trovare una soluzione negoziata o quando almeno una delle parti percepisce l'inesistenza di altri mezzi per il conseguimento dei propri obiettivi.
La guerra! Spesso, leggendo alcuni post o commenti mi chiedo: ma cosa vogliono, veramente, questi signori? Ma lo sanno cosa sia la violenza, veramente? Hanno provato sulla loro pelle o su quella dei loro cari quali siano le conseguenze di una "guerra" al mussulmano, all'immigrato, al comunista, al tifoso? Immaginano, minimamente, gli effetti devastanti che tale soluzione ai "problemi", può causare nell'essere umano? Negli uomini, tutti?
Io, non ho vissuto la "guerra". Ma mio padre si e, a 50 anni di distanza, la notte ha gli incubi. Sogna di quando, da ragazzo, scappava con un suo amico, inseguiti dai tedeschi e dai fascisti. Sparavano a raffica, loro. Sparavano per uccidere. E il suo amico, fu falciato. Lui si salvò, dileguandosi tra i vicoli di Napoli. Io, non ho vissuto la "guerra". Ma mia madre si e, a 50 anni di distanza, la notte ha gli incubi. Sogna di quando, da ragazza, dopo un bombardamento alleato su Napoli, andò da alcuni loro vicini a raccogliere i pezzi dei loro corpi, appesi agli alberi che circondavano la casa, centrata in pieno dalle bombe. Io, non ho vissuto la guerra ma tutti quelli che conosco e l'hanno vissuta, mi hanno raccontato che è un "incubo orribile"! E io, gli credo.
E anche supponendo che questi signori che scrivono su blog o forum siano stati "vittime", abbiano conosciuto la "violenza", cosa vanno predicando? Di rispondere alla violenza con altra violenza? Che chiamerà altra violenza e ancora e ancora. La guerra. Secondo Hegel, "senza le guerre la storia registra solo pagine bianche", ossia le guerre muovono il cambiamento della storia. La guerra non è da considerare come male assoluto e come un accidentalità meramente esterna, ma la si può vedere come passione dei detentori del potere nella passione dei popoli. Secondo la dottrina marxista, l'economia in quanto motore della storia è coinvolta in ogni conflitto. Perciò essa suppone che per ogni guerra esista un motivo economico, il riscontro del quale è una regola metodologica della storiografia. Secondo Freud, le guerre hanno l'effetto di porre in secondo piano le divisioni della società civile e di rendere una nazione compatta contro un nemico esterno.
Secondo me, fanculo Hegel, il marxismo e pure Freud. Ecco, sono queste le mie riflessioni.

5 commenti:

  1. mi vorresti mettere al corrente della tua esperienza per favore?

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  2. perchè mi leggi? Io sparo nel mucchio e ultimamante sparo a quella sinistra dominata da ideologie e da parole prive di significato, incapace di passare ai fatti per paura di sbagliare. Credo che ultimamante il loro motto sia divenuto "Non facciamo nulla per non sbagliare, nessuno ci potrà accusare, lo faremo noi in seguito quando gli altri cercheranno di fare qualche cosa" Veltroni la rappresenta appieno l'uomo del pianto

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  3. beh sono in buona parte d'accordo con te sulle consegunze della guerra, mio padre dedco 12 ann della sua vita per la guerra, nn intendo fermarmi a discutere sui motivi più o meno giustificabili per cuo si fa o si va alla guerra, dico solo che mi sopportai la sua semipazzia per anni, questo lo capisco benissimo, bandito è una cosa che per cosi dire condividiamo

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  4. chi fa qualche cosa sbaglia, solo quelli che non fanno nulla non sbagliano mai ciao

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  5. ps. scusa la banalità, ma è la realtà del mondo politico l'attesa e la speranza che siano gli altri a sbagliare

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