02/02/16

Seriamente


Torno sull'argomento del precedente post per proporre una breve riflessione, diciamo più seria. Riassumo: nella conferenza stampa di fine anno il Presidente del Consiglio ha affermato che se la riforma della Costituzione promossa dal suo Governo dovesse essere bocciata dal referendum confermativo, prenderebbe atto del fallimento del suo impegno politico e segnerebbe la fine della sua esperienza nella politica. Basterebbe questo per votare NO al referendum e mandare lo stesso a lavorare, semmai ne sarà capace. Ma la faccenda è ben più seria, ovviamente.


Sono convinto che il Premier abbia voluto porre in secondo piano il vero scopo del referendum, ossia la materia costituzionale, sostituendo la stessa con una sorta di richiesta di legittimazione popolare. Questo modo di pensare, questa richiesta  funzionale alla legittimazione di una sorta di potere personale e personalizzato, la dovrebbe dire lunga sugli scopi perseguiti da chi vorrebbe cambiare la nostra Carta costituzionale.

Ritengo che questo modo di procedere e considerare la volontà popolare non sia per nulla scontato o normale. E' lo stesso consenso che cercava con ogni mezzo e stratagemma il signor B. E' lo stesso sistema di intendere la politica che il così detto "centrosinistra" che oggi governa, contestava nelle piazze durante il periodo berlusconiano. Oggi però regna il silenzio.

Saremo chiamati ad esprimere il nostro voto su una riforma che investe il sistema bicamerale e il decentramento; che renderà possibile la formazione dei governi senza il sostegno del Senato; che porrà meno vincoli al processo legislativo. Una riforma che associazioni, giuristi e costituzionalisti ancora capaci di esercitare il diritto di critica, hanno definito un trapasso di civiltà.

Eppure per il nostro Premier sembra che la partita sia un'altra, la sua legittimazione. La materia della riforma costituzionale, scompare. Conoscendo come la pensano alcuni "renziani" anche qua in rete, corriamo il serio pericolo che ad ottobre si voti per dire "sì" o "no", non alla riforma costituzionale ma a Renzi.

6 commenti:

  1. Ciao Carlo
    lo schema è sempre il solito, la scuola che ha seguito è quella di Mediaset pura pura e il ragazzo punta a superare il maestro nel silenzio totale e questo mi spaventa
    a presto

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  2. Quello che preoccupa è proprio il silenzio totale, l'assoluta mancanza di critica o forse l'indifferenza davanti a quello che accade.
    Ciao Carlo, buona giornata.

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  3. A me sembra che questi concetti che tu hai esposto non siano stati e non sono, almeno attualmente, compresi ben bene dai cittadini. Il silenzio funebre intorno alla questione mi preoccupa alquanto.
    Te saluto Carle',
    aldo.

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  4. Mi piace sempre di più venire a trovarti, perché più vengo qui più mi accorgo che parliamo la stessa lingua caro Carlo. Sono d'accordo con chi ha già commentato e come loro esprimo anche io la mia preoccupazione, perché mi tocca sottoscrivere in pieno la frase di Ernest che il ragazzo punta a superare il maestro. Sta qui il nodo cruciale. Ma l'assurdità è che si beccano pure sti due, senza pensare che fanno le stesse cose seppur, e questo fa incazzare me e voi, da schieramenti tra virgolette opposti. Senza altri commenti Carlè! :(

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  5. E' spaventoso come un tema fondamentale per un paese come la riforma costituzionale sia strumentalizzato nella politichetta quotidiana di un individuo che vive nella prospettiva di un centimetro intorno a sè

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  6. Nel nostro piccolo le proveremo tutte per impedire che il referendum diventi il gradimento degli 80 euro!
    Ciao Carlè, buona serata.

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