Ieri mattina da una posizione privilegiata, una finestra da cui si vedeva tutta Piazza dei Cinquecento e parte di Via Cavour, ho assistito per quasi tre quarti d'ora allo scorrere del vostro magnifico corteo. Un fiume in piena, interminabile, colorato, rumoroso. Eravate veramente tanti, provenienti da tutte le scuole non solo di Roma. Mentre con un orecchio ascoltavo Rai News che dava notizie sul dibattito alla Camera, sorridevo guardando i vostri volti e mi emozionavo ad ascoltare i vostri slogan gridati all'indirizzo di questo maledetto Governo e della ministra Gelmini! Gridavate la vostra richiesta di certezze, futuro e tranquillità. Protestavate per rivendicare il vostro diritto alla vita!

Ho provato tenerezza nel vedere i vostri volti innocenti e arrabbiati. Innocenti, per un'età che per molti di voi era veramente distante dalla mia! Arrabbiati, per una politica corrotta, per un Paese da basso impero, per una scuola che non insegna e non educa, per un sistema sociale che emargina. Vi guardavo e pensavo che noi, noi adulti, abbiamo fallito! Abbiamo costruito un Paese che invecchia e non da ai giovani alcuna prospettiva. Abbiamo ceduto la nostra vita privata, pubblica, politica, economica e culturale ai rappresentanti di cosche, di cricche, di caste e lobby.
Noi adulti, abbiamo chiuso gli occhi e tappato le orecchie, rifiutando di opporci a coloro che costruivano un Paese che non è per i giovani e nel quale, noi adulti, viviamo un malessere dal quale non sappiamo liberarci. Avete sacrosanta ragione a far sentire la vostra rabbia. Ribellatevi, fate la vostra rivoluzione per far saltare il sistema che in ogni campo impedisce a voi giovani di emergere e conquistare un futuro.
Ma, se mi è consentito, vorrei darvi un consiglio: perseguite una rivoluzione non violenta. L'obiettivo di cambiare il costume politico e sociale, l'economia, le regole scritte e anche quelle non scritte, può e deve essere perseguito solamente attraverso quei comportamenti legali, individuali e collettivi, che favoriscono un cambiamento di psicologia, di mentalità, di cultura e di valori morali, in modo da creare le condizioni che favoriscono il mutamento, appunto, del costume politico, sociale e dell'economia di questo Paese amorale ed allo sfascio.
Attenti ragazzi perché è già successo, in passato. Un passato che ha visto le istanze più genuine di un movimento di protesta giovanile, indirizzate verso sbocchi violenti da ideologie fanatiche e cattivi "maestri"! Individuate subito qual'è il confine tra ribellione e violenza e non oltrepassatelo. Quando tra voi cominciano a muoversi gruppi che somigliano "stranamente" a bande criminali addestrate allo scontro fisico ed al pestaggio, "stranamente" a conoscenza delle tattiche di guerriglia urbana e che, ribadisco ancora una volta, "stranamente" agiscono pressocché indisturbate se non tollerate, ragazzi cominciate a preoccuparvi perché tutto questo può significare che è in corso la "delegittimazione" della vostra protesta!
E' già successo in questo incomprensibile Paese che dal ventennio fascista sembra non ne sia mai uscito. Si "costruisce" gradualmente un clima di tensione, così da provocare una reazione ed una sola domanda da parte dell'opinione pubblica: ordine. Si favorisce la destabilizzazione per stabilizzare. Stabilizzare, in questo nostro Paese, spesso ha avuto un solo significato: repressione! Attenti ragazzi, qualcuno potrebbe mandarvi al macello perché nulla cambi. E' un film già visto!
Da parte mia, un adulto, vi prometto che, nel mio piccolo, continuerò ad impegnarmi come ho fatto fino ad ora, anche per dare spazio al vostro mondo giovanile che non vuole rassegnarsi. Siete l'unica speranza di un po di aria fresca, in questo decrepito e corrotto Paese.